22 novembre 2006
Aggiornamenti e focus
Nocive carni rosse
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Sul ruolo della dieta nella genesi dei tumori si è scritto tanto, almeno a partire dagli anni '80 quando per primi Doll e Peto hanno stimato che il 35% delle morti per cancro è dovuto a fattori dietetici. E tra i cibi più citati nella hit parade dei colpevoli la carne rossa ha sempre avuto un ruolo di primo piano. Ma se fino ad oggi era stata associata in prevalenza a tumori dell'intestino o del colon-retto, ora un nuovo studio statunitense, pubblicato sugli Archives of Internal Medicine, attribuisce alle bistecche un ruolo nel tumore al seno. Mangiare troppa carne rossa raddoppierebbe, infatti, il rischio di cancro al seno ormono-sensibile. E proprio questo aspetto ridimensionerebbe lo studio stesso, visto che la carne con gli ormoni della crescita è vietata negli allevamenti europei.
L'associazione tra carne rossa e tumore al seno non è una novità. Gli studi, sia caso controllo sia osservazionali, hanno riscontrato in passato una associazione positiva e un panel di esperti ha attribuito all'assunzione di carne un ruolo nella genesi del tumore. Ma, dicono i ricercatori, pochi sono stati sino ad oggi gli studi di coorte e pochi di questi condotti sulla popolazione interessante cioè le donne giovani o in premenopausa. Un'associazione peraltro è ipotizzabile sulla base del ruolo che gli ormoni (estrogeni e progesterone) e i loro recettori hanno nella genesi della patologia. In più durante la cottura delle carni si assiste alla formazione di sostanze cancerogene come le amine eterocicliche, nonché il ferro eme e i residui ormonali. Lo studio ha preso in esame una casistica di 4 anni di follow-up con oltre 300 casi di tumore al seno e ha esaminato l'assunzione di carne rossa e la relazione con il rischio di tumore ormono-sensibile. I ricercatori hanno studiato le donne che, dal 1989 al 2003, hanno aderito al Nurses' Health Study II. Ma come si è svolto lo studio?
A intervalli di tempo regolari (1991, 1995 e 1999) tutte le partecipanti all'indagine hanno compilato un questionario ad hoc nel quale, tra le altre cose, indicavano quanto spesso erano solite consumare oltre 130 diversi alimenti o bevande. Ogni due anni, inoltre, dovevano segnalare eventuali diagnosi di cancro al seno, che venivano poi verificate attraverso i referti ospedalieri e gli esami clinici. Entro la fine della ricerca sulle oltre 90mila donne considerate, 1021 si erano ammalate di tumore al seno: in 512 casi la neoplasia risultava positiva ai recettori per gli ormoni estrogeni e progestinici, in 167 era negativa, in 110 mista e in 232 non definita. I ricercatori si sono poi soffermati sul tipo di cancro diagnosticato e sulle abitudini alimentari, in particolare l'assunzione di carne rossa. E' stato così possibile concludere che assumere una porzione e mezza di carne rossa al giorno raddoppia la probabilità di tumore al seno positivo ai recettori per gli ormoni. Risultato sconfortante ma attenuato dalle osservazioni che prontamente hanno fatto gli esperti europei. Gli animali allevati negli Stati Uniti vengono nutriti con ormoni della crescita non autorizzati nell'Unione Europea. Ecco perché precedenti ricerche non avevano portato ad alcun risultato. Urgono ulteriori studi perciò prima di allarmarsi troppo.
Marco Malagutti
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Quale associazione
L'associazione tra carne rossa e tumore al seno non è una novità. Gli studi, sia caso controllo sia osservazionali, hanno riscontrato in passato una associazione positiva e un panel di esperti ha attribuito all'assunzione di carne un ruolo nella genesi del tumore. Ma, dicono i ricercatori, pochi sono stati sino ad oggi gli studi di coorte e pochi di questi condotti sulla popolazione interessante cioè le donne giovani o in premenopausa. Un'associazione peraltro è ipotizzabile sulla base del ruolo che gli ormoni (estrogeni e progesterone) e i loro recettori hanno nella genesi della patologia. In più durante la cottura delle carni si assiste alla formazione di sostanze cancerogene come le amine eterocicliche, nonché il ferro eme e i residui ormonali. Lo studio ha preso in esame una casistica di 4 anni di follow-up con oltre 300 casi di tumore al seno e ha esaminato l'assunzione di carne rossa e la relazione con il rischio di tumore ormono-sensibile. I ricercatori hanno studiato le donne che, dal 1989 al 2003, hanno aderito al Nurses' Health Study II. Ma come si è svolto lo studio?
Lo studio
A intervalli di tempo regolari (1991, 1995 e 1999) tutte le partecipanti all'indagine hanno compilato un questionario ad hoc nel quale, tra le altre cose, indicavano quanto spesso erano solite consumare oltre 130 diversi alimenti o bevande. Ogni due anni, inoltre, dovevano segnalare eventuali diagnosi di cancro al seno, che venivano poi verificate attraverso i referti ospedalieri e gli esami clinici. Entro la fine della ricerca sulle oltre 90mila donne considerate, 1021 si erano ammalate di tumore al seno: in 512 casi la neoplasia risultava positiva ai recettori per gli ormoni estrogeni e progestinici, in 167 era negativa, in 110 mista e in 232 non definita. I ricercatori si sono poi soffermati sul tipo di cancro diagnosticato e sulle abitudini alimentari, in particolare l'assunzione di carne rossa. E' stato così possibile concludere che assumere una porzione e mezza di carne rossa al giorno raddoppia la probabilità di tumore al seno positivo ai recettori per gli ormoni. Risultato sconfortante ma attenuato dalle osservazioni che prontamente hanno fatto gli esperti europei. Gli animali allevati negli Stati Uniti vengono nutriti con ormoni della crescita non autorizzati nell'Unione Europea. Ecco perché precedenti ricerche non avevano portato ad alcun risultato. Urgono ulteriori studi perciò prima di allarmarsi troppo.
Marco Malagutti
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