21 luglio 2004
Aggiornamenti e focus
Grappoli della longevità
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C'è un solo mezzo, a quanto sembra, per aumentare la durata della vita ed è ridurre anche significativamente l'apporto calorico, vale a dire mangiare di meno. Una regola semplice che avrebbe effetti più che positivi per tantissimi aspetti della salute. La circostanza finora è stata verificata sull'animale: moschino della frutta (drosophila), vermi e scimmie. Tuttavia questa è una constatazione di primo livello: la domanda successiva è, inevitabilmente, che cosa provochi la restrizione calorica. In questo filone si inserice una ricerca statunitense mirata a stabilire quali sostanze possano agire sull'organismo nello stesso modo della diminuzione delle calorie. La premessa è che esistono alcune sostanze, chiamate proteine Sir2-simili o sirtuine presenti in tutti gli animali dal più semplice al più complesso, che hanno un ruolo fondamentale nei meccanismi anti-invecchiamento. Passaggio successivo: scoprire quali sostanze possono attivare le sirtuine. Delle diverse sostanze messe alla prova la più efficace è il resveratrolo, una molecola contenuta nel vino rosso e già studiata per i potenziali effetti cardioprotettivi.
Le virtù del resveratrolo sono già state messe alla prova nei lieviti, organismi invero abbastanza rudimentali, ma poi nei vermi e nei moschini, che sono organismi già più complessi e che condividono parecchie funzioni fisiologiche con i mammiferi. Ora si tratta di passare a organismi superiori, e per la precisione l'onnipresente topo. Secondo l'autore della ricerca, David Sinclair della facoltà di medicina dell'Università di Harvard (Boston), rispetto alla restrizione calorica il resveratrolo avrebbe un vantaggio non indifferente un termine di funzionalità. Infatti cani e scimmie tenuti "a stecchetto" sono sì vissuti più a lungo, ma a prezzo di una certa "letargia" e della perdita della fertilità, cosa che invece non sarebbe accaduta ai moschini, che hanno al contrario aumentato la produzione di uova.
Coerentemente all'approccio statunitense standard, il professor Sinclair ha pensato bene di fondare una società per sfruttare commercialmente la sua scoperta, la Sirtris, senza neanche aspettare i risultati sul topo, probabilmente sulla spinta del fatto che c'è già chi sta commercializzando resveratrolo in compresse, col grazioso nome di Longevinex.
In attesa dei futuri risultati è bene ricordare ciò che i geriatri ripetono instancabilmente da quando si è cominciato a mettere in luce i meccanismi dell'invecchiamento e quindi a proporre questa o quella singola sostanza come la chiave di volta della longevità. L'invecchiamento è un processo che coinvolge centinaia di meccanismi diversi, con migliaia di interazioni complesse è ben difficile che possa bastare una pillola. E' più plausibile, a naso, che serva mangiare di meno...
Maurizio Imperiali
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Moschini più gagliardi
Le virtù del resveratrolo sono già state messe alla prova nei lieviti, organismi invero abbastanza rudimentali, ma poi nei vermi e nei moschini, che sono organismi già più complessi e che condividono parecchie funzioni fisiologiche con i mammiferi. Ora si tratta di passare a organismi superiori, e per la precisione l'onnipresente topo. Secondo l'autore della ricerca, David Sinclair della facoltà di medicina dell'Università di Harvard (Boston), rispetto alla restrizione calorica il resveratrolo avrebbe un vantaggio non indifferente un termine di funzionalità. Infatti cani e scimmie tenuti "a stecchetto" sono sì vissuti più a lungo, ma a prezzo di una certa "letargia" e della perdita della fertilità, cosa che invece non sarebbe accaduta ai moschini, che hanno al contrario aumentato la produzione di uova.
Coerentemente all'approccio statunitense standard, il professor Sinclair ha pensato bene di fondare una società per sfruttare commercialmente la sua scoperta, la Sirtris, senza neanche aspettare i risultati sul topo, probabilmente sulla spinta del fatto che c'è già chi sta commercializzando resveratrolo in compresse, col grazioso nome di Longevinex.
In attesa dei futuri risultati è bene ricordare ciò che i geriatri ripetono instancabilmente da quando si è cominciato a mettere in luce i meccanismi dell'invecchiamento e quindi a proporre questa o quella singola sostanza come la chiave di volta della longevità. L'invecchiamento è un processo che coinvolge centinaia di meccanismi diversi, con migliaia di interazioni complesse è ben difficile che possa bastare una pillola. E' più plausibile, a naso, che serva mangiare di meno...
Maurizio Imperiali
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