23 aprile 2004
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana
Batterio Hi-Tec contro la carie
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C'è una nuovo approccio alla carie, preventivo, che potrebbe nel giro di qualche anno far scomparire questa malattia: è un collutorio molto particolare, da usare una sola volta nella vita. Non è però il caso di correre in farmacia: se tutto va bene negli Stati Uniti sarà approvato e immesso in commercio nel 2007-2008. Ma non è uno dei tanti annunci bomba destinati a scoppiare senza lasciare traccia: "se ci fosse un mercato per trattare la carie nei topi saremmo miliardari" ha detto Jeffrey Hillman, microbiologo e dentista dell'Università della Florida di Gainsville cui si deve la scoperta, che ha già all'attivo 25 anni di ricerche.
L'approccio è nuovo perché parte da una constatazione: nella stragrande maggioranza dei casi la carie, che pure è malattia multifattoriale, è dovuta all'azione sullo smalto dell'acido lattico prodotto da un batterio, lo Streptococcus mutans, normalmente presente nel cavo orale. Il batterio, a sua volta, prospera in presenza di zuccheri semplici. Questi ultimi sono entrati solo in tempi relativamente recenti nell'alimentazione umana, ragion per cui la carie può ben essere definita una malattia della civilizzazione. Fatto sta che negli Stati Uniti la metà degli ultrasessantacinquenni non ha più denti propri.
L'approccio seguito da Hillmann è innovativo perché, come avviene nell'agricoltura integrata, si cerca di battere il batterio con un altro batterio. In pratica, lo Streptococcus mutans è stato modificato geneticamente in modo da inibire la produzione di acido lattico, anche in presenza di glucosio. Inoltre, nel suo genoma è stata inserita una sequenza che fa sì che il batterio produca un polipetide, la mutacina 1140, che ha proprietà antibiotiche nei confronti dello streptococco "normale" e anche di altri batteri nocivi che normalmente colonizzano la bocca. Questa capacità antibatterica, peraltro, è stata copiata da un altro batterio esistente in natura ma che, sfortunatamente per i denti, non è un ospite tipico del cavo orale.
Con questa premessa la strategia è chiara. Il batterio mutato viene introdotto nella bocca sotto forma di collutorio e, da quel momento, provvede da solo sopravvivere spiazzando il batterio cariogeno. Di qui la definizione di "terapia sostitutiva". Una sola applicazione è sufficiente, si è visto nelle cavie. Inoltre c'è il probabile vantaggio di immunizzare anche la prole. Infatti mentre è molto raro che si possa avere una trasmissione orizzontale dei batteri del cavo orale, anche attraverso contatti intimi come il bacio, la trasmissione verticale da madre a figlio è molto frequente. Anzi, è proprio dalla madre che gli esseri umani acquisiscono lo Streptococcus mutans, in questo caso a essere trasmesso sarebbe quello "buono". Tutto questo lo ha spiegato lo stesso Hillmann, invitato in Italia dall'Accademia Italiana di Conservativa, cioè la società scientifica odontoiatrica che più direttamente si occupa di prevenzione, in occasione del suo Congresso Nazionale, svoltosi in svolgimento ora a Riva del Garda.
La Food and Drug Administration ha approvato da poco l'avvio della sperimentazione umana, che si svolgerà con un particolare tipo di S. mutans modificato, incapace di sopravvivere in assenza di un particolare aminoacido, da D-alanina, che normalmente non fa parte dell'alimentazione umana e che, quindi, va somministrato come integratore. Questo per una questione di sicurezza: in attesa che i test confermino la sicurezza del "nuovo" batterio si è scelto di impedirne il passaggio, per quanto remoto, da una persona all'altra.
Hillamnn si è detto sicuro del successo della sperimentazione. Se così fosse, ha detto Franco Brenna, presidente dell'Accademia di Conservativa, sarebbe un passo avanti decisivo sul piano della tutela della salute. E' vero che di carie non si muore, ma è comunque una malattia che ha costi sociali e di qualità della vita notevoli. Non fosse altro che per l'aspetto economico.
Maurizio Imperiali
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...e inoltre su Dica33:
L'approccio è nuovo perché parte da una constatazione: nella stragrande maggioranza dei casi la carie, che pure è malattia multifattoriale, è dovuta all'azione sullo smalto dell'acido lattico prodotto da un batterio, lo Streptococcus mutans, normalmente presente nel cavo orale. Il batterio, a sua volta, prospera in presenza di zuccheri semplici. Questi ultimi sono entrati solo in tempi relativamente recenti nell'alimentazione umana, ragion per cui la carie può ben essere definita una malattia della civilizzazione. Fatto sta che negli Stati Uniti la metà degli ultrasessantacinquenni non ha più denti propri.
L'approccio seguito da Hillmann è innovativo perché, come avviene nell'agricoltura integrata, si cerca di battere il batterio con un altro batterio. In pratica, lo Streptococcus mutans è stato modificato geneticamente in modo da inibire la produzione di acido lattico, anche in presenza di glucosio. Inoltre, nel suo genoma è stata inserita una sequenza che fa sì che il batterio produca un polipetide, la mutacina 1140, che ha proprietà antibiotiche nei confronti dello streptococco "normale" e anche di altri batteri nocivi che normalmente colonizzano la bocca. Questa capacità antibatterica, peraltro, è stata copiata da un altro batterio esistente in natura ma che, sfortunatamente per i denti, non è un ospite tipico del cavo orale.
Con questa premessa la strategia è chiara. Il batterio mutato viene introdotto nella bocca sotto forma di collutorio e, da quel momento, provvede da solo sopravvivere spiazzando il batterio cariogeno. Di qui la definizione di "terapia sostitutiva". Una sola applicazione è sufficiente, si è visto nelle cavie. Inoltre c'è il probabile vantaggio di immunizzare anche la prole. Infatti mentre è molto raro che si possa avere una trasmissione orizzontale dei batteri del cavo orale, anche attraverso contatti intimi come il bacio, la trasmissione verticale da madre a figlio è molto frequente. Anzi, è proprio dalla madre che gli esseri umani acquisiscono lo Streptococcus mutans, in questo caso a essere trasmesso sarebbe quello "buono". Tutto questo lo ha spiegato lo stesso Hillmann, invitato in Italia dall'Accademia Italiana di Conservativa, cioè la società scientifica odontoiatrica che più direttamente si occupa di prevenzione, in occasione del suo Congresso Nazionale, svoltosi in svolgimento ora a Riva del Garda.
La Food and Drug Administration ha approvato da poco l'avvio della sperimentazione umana, che si svolgerà con un particolare tipo di S. mutans modificato, incapace di sopravvivere in assenza di un particolare aminoacido, da D-alanina, che normalmente non fa parte dell'alimentazione umana e che, quindi, va somministrato come integratore. Questo per una questione di sicurezza: in attesa che i test confermino la sicurezza del "nuovo" batterio si è scelto di impedirne il passaggio, per quanto remoto, da una persona all'altra.
Hillamnn si è detto sicuro del successo della sperimentazione. Se così fosse, ha detto Franco Brenna, presidente dell'Accademia di Conservativa, sarebbe un passo avanti decisivo sul piano della tutela della salute. E' vero che di carie non si muore, ma è comunque una malattia che ha costi sociali e di qualità della vita notevoli. Non fosse altro che per l'aspetto economico.
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