La salute degli occhi è di moda

26 maggio 2006
Aggiornamenti e focus

La salute degli occhi è di moda



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Li indossava Audrey Hepburn in una celebre scena di Colazione da Tiffany, passati alla storia quelli onnipresenti dei Blues Brothers, di grande tendenza i modelli usati da buoni e cattivi di Matrix. Gli occhiali da sole sono una presenza costante nel mondo della moda e del costume, non guasterebbe, quindi, conoscere i vantaggi che ne trae la salute, ovviamente degli occhi. Della diffusione di questo tipo di informazione, si fa carico da diversi anni la Commissione Difesa Vista (CDV) che dal 1972 si occupa della salute della vista. Un lavoro che per altro sembra dare dei frutti, stando a quanto riporta un'indagine commissionata all'Istituto Piepoli: gli italiani sembrano più consapevoli dei rischi legati alle radiazioni ultravioletti (UV) e riconoscono nell'occhiale da sole un modo per proteggersi.

Oltre la moda


Rispetto allo scorso anno, infatti, aumenta il numero di persone che ne ha acquistato un paio, in particolare i giovani (tra 18 e 34 anni), la stragrande maggioranza si rivolge a un ottico e il fattore estetico rappresenta ancora il primo criterio di scelta. La cui importanza inizia ad affievolirsi per lasciare spazio alla consapevolezza che la qualità delle lenti e dell'occhiale sia un elemento altrettanto importante. Come pure il potere di protezione dai raggi UV. Il dato che sottolinea il successo del lavoro di educazione della CDV è che un 4% in più rispetto all'anno precedente acquista l'occhiale da sole proprio per proteggersi dai raggi UV, e più del 50% sa che il rischio che comporta l'esposizione degli occhi al sole sono i danni alla vista.Gli esperti consultati dalla CDV ricordano che i raggi UV si distinguono in base alla loro lunghezza d'onda in A, B e C. Gli UVC sono i più dannosi, ma per fortuna vengono bloccati del tutto dall'atmosfera (dallo strato di ozono), gli altri arrivano sulla terra e quando colpiscono l'occhio raggiungono diversi livelli di profondità. Gli UVA vengono filtrati dalla cornea e se molto intensi, per esempio a quote elevate, provocano un danno superficiale all'epitelio, doloroso, ma che si risolve entro breve tempo. Il cristallino è preposto alla filtrazione degli UVB, efficiente negli adulti sani, meno negli anziani e soprattutto nei bambini, nel primo caso per invecchiamento nell'altro per immaturità. In entrambi le radiazioni si avvicinano molto alla retina dove provocano danni permanenti. In realtà non si può addossare tutta la colpa solo ai raggi UV, anche la luce blu, la cui lunghezza d'onda si trova nel visibile ma nei pressi dell'UV (400-500 nm). Il danno in questo caso non è diretto, ma mediato dallo stress ossidativo. L'occhio è un organo molto ricco di ossigeno e tutte le strutture che lo costituiscono sono generatori di sostanze suscettibili a stress ossidativo, infatti colpite dalla luce producono molti radicali liberi che nel tempo, per accumulo, determinano un danno progressivo.

Scelta oculata


Scegliere un occhiale che risponde a normative di sicurezza è la condizione basilare per assicurarsi una vera protezione della vista. Ma poi si ha a disposizione una gamma di gradi protettivi che lasciano spazio alle esigenze individuali. L'intensità di assorbimento della radiazione si codifica in cinque categorie. La 0 è quella che assorbe dallo 0 al 20% della radiazione, e di solito sono lenti chiare o leggermente sfumate, è adatta per andare in moto, in bici e per i fotofobici che non sopportano nemmeno la luce artificiale. La categoria 1 filtra il 20-57% , sono lenti gialle da usare quando la luminosità è scarsa. La categoria 2 filtra il 57-82% e sono i normali occhiali da sole, che possono diventare categoria 3 (82-92%) se le lenti sono più scure, e vanno bene per andare in montagna o al mare (dove ci sono superfici riflettenti, come neve acqua e sabbia). La categoria 4 è specifica per situazioni particolari come ghiacciai o deserti, dove il filtraggio arriva al 100%, spesso si aggiungono anche ripari laterali e per le loro caratteristiche è assolutamente vietato usare queste lenti per guidare. Il colore delle lenti in realtà è solo indicativo, il fatto di essere più o meno scure determinala quantità di luce ambientale assorbita, mentre il potere di filtraggio degli ultravioletti invisibili dipende dal materiale con cui si produce la lente. Per la protezione dalla luce blu si usano lenti gialle oppure alla melanina, cioè contenenti pigmenti simili alla melanina. Sembra complicato districarsi, e in fondo un po' lo è. Ma d'altronde, acquistare un paio di occhiali, per quanto di moda, è ben diverso dall'acquisto di una camicia, e infatti in questo caso c'è una commessa, nel primo caso, rivolgendosi a centri specializzati, si ha a disposizione un optometrista.

Simona Zazzetta



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