06 dicembre 2002
Aggiornamenti e focus
Meglio di un microfono
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I meccanismi dell'udito, e non è insolito, si basano più su quel che non si vede che sugli aspetti anatomicamente più evidenti. In realtà, la parte più importante del "lavoro" di captazione dei suoni e dei rumori, avviene dentro il cranio e con meccanismi di una complessità stupefacente
Ovviamente, in ordine di apparizione, viene l'orecchio esterno, il padiglione auricolare, che ha la funzione di amplificare le onde sonore e di condurle attraverso il condotto uditivo fino al timpano, una membrana tesa su un ostio (apertura). Fin qui è tutto arcinoto: il timpano entra in vibrazione sollecitato dalla pressione delle onde sonore e trasmette questa vibrazione attraverso una catena di ossicini (martello incidine e staffa). A questa fase ci si trova già nell'orecchio medio che, in sostanza, è una cavità riempita d'aria che è in comunicazione con il retro faringe attraverso le tube di Eustachio, allo scopo di mantenere la pressione allo stesso livello di quella atmosferica (è questa la ragione per cui quando si cambia altitudine si avverte la sensazione di sordità: è la differenza di pressione rispetto all'esterno).
A sua volta la catena degli ossicini punta a un organo molto più complesso: la coclea, che è il cuore dell'orecchio interno. Si tratta di una struttura ossea che ha la forma della conchiglia della lumaca quindi con una base più o meno piana da cui si forma una struttura a spirale, all'interno del canale così formato si trova una lamina ossea che divide i diversi organi. La coclea ha una funzione fondamentale, trasformare le vibrazioni meccaniche in segnali elettrici che poi verranno condotti dal nervo uditivo alla corteccia uditiva, l'area del cervello deputata all'interpretazione dei suoni . La coclea è riempita da un fluido e rivestita da cellule cigliate (cellule di Corti) le cui ciglia sono libere di fluttuare nel fluido. In pratica, il fluido viene messo in movimento dalle vibrazioni provenienti dal timpano, e a sua volta mette in agitazione le ciglia delle cellule di Corti: ed è qui che avviene la trasformazione del movimento in un segnale elettrochimico che viene raccolto dai neuroni che afferiscono al nervo uditivo. Recentemente si è dimostrato che queste cellule appartengono a famiglie diverse che reagiscono a diversi tipi di input, vale a dire che a diverse vibrazioni corrisponde l'attivazione di una diversa popolazione di cellule.
Ovviamente la prima grandezza che contraddistingue un suono è la sua intensità, o volume, che in fisica viene misurata in Bel (o decibel, decimi di bel, in sigla db ) si tratta di una scala logaritmica, non lineare. Di conseguenza, dire che un suono aumenta di 3 db significa raddoppiarne la potenza. La seconda caratteristica è la frequenza, ovvero il fatto che il suono sia acuto o grave. Tanto più elevata è la frequenza, tanto più acuto è il suono. Ovviamente esistono dei limiti alla percezione dei suoni, sia per l'intensità, sia per la frequenza. Per quest'ultima si stima che in media la gamma percepibile vada da 20 a 20.000 Hz (Hertz, unità di misura delle frequenza), ma in realtà esiste una variabile individuale. Se per apprezzare la musica è meglio poter sfruttare tutta questa banda, in realtà per la comprensione degli stimoli esterni quello che conta è una fascia di frequenze più ridotta, che va da 300 Hz a 3400 Hz circa. E' in questa gamma, difatti, che si collocano le frequenze caratteristiche della voce, ed è evidente che è proprio una perdita di udito in questa gamma che pregiudica il rapporto con il mondo esterno. Questo è tanto vero che è molto difficile insegnare a parlare a chi viene colpito da acusia in tenera età, cioè prima che abbia sviluppato la capacità di parlare, anche se l'apparato della fonazione è integro.
Anche l'intensità ha dei limiti: se è impossibile percepire suoni inferiori a 5-10 db (soglia di udibilità), stimoli superiori a 130 db producono un danno immediato e diretto all'orecchio. Tuttavia già a 116-120 db il rumore provoca dolore (soglia del dolore). Qualche esempio: una sveglia meccanica produce un suono da 20 db, la normale conversazione 60-70. un concerto rock (o la musica riprodotta in discoteca) 100 db. Un aereo in decollo, 120 db. C'è di che meditare.
Maurizio Imperiali
Fonti
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Il timpano? E' solo l'inizio
Ovviamente, in ordine di apparizione, viene l'orecchio esterno, il padiglione auricolare, che ha la funzione di amplificare le onde sonore e di condurle attraverso il condotto uditivo fino al timpano, una membrana tesa su un ostio (apertura). Fin qui è tutto arcinoto: il timpano entra in vibrazione sollecitato dalla pressione delle onde sonore e trasmette questa vibrazione attraverso una catena di ossicini (martello incidine e staffa). A questa fase ci si trova già nell'orecchio medio che, in sostanza, è una cavità riempita d'aria che è in comunicazione con il retro faringe attraverso le tube di Eustachio, allo scopo di mantenere la pressione allo stesso livello di quella atmosferica (è questa la ragione per cui quando si cambia altitudine si avverte la sensazione di sordità: è la differenza di pressione rispetto all'esterno).
A sua volta la catena degli ossicini punta a un organo molto più complesso: la coclea, che è il cuore dell'orecchio interno. Si tratta di una struttura ossea che ha la forma della conchiglia della lumaca quindi con una base più o meno piana da cui si forma una struttura a spirale, all'interno del canale così formato si trova una lamina ossea che divide i diversi organi. La coclea ha una funzione fondamentale, trasformare le vibrazioni meccaniche in segnali elettrici che poi verranno condotti dal nervo uditivo alla corteccia uditiva, l'area del cervello deputata all'interpretazione dei suoni . La coclea è riempita da un fluido e rivestita da cellule cigliate (cellule di Corti) le cui ciglia sono libere di fluttuare nel fluido. In pratica, il fluido viene messo in movimento dalle vibrazioni provenienti dal timpano, e a sua volta mette in agitazione le ciglia delle cellule di Corti: ed è qui che avviene la trasformazione del movimento in un segnale elettrochimico che viene raccolto dai neuroni che afferiscono al nervo uditivo. Recentemente si è dimostrato che queste cellule appartengono a famiglie diverse che reagiscono a diversi tipi di input, vale a dire che a diverse vibrazioni corrisponde l'attivazione di una diversa popolazione di cellule.
Che cosa si distingue in un suono
Ovviamente la prima grandezza che contraddistingue un suono è la sua intensità, o volume, che in fisica viene misurata in Bel (o decibel, decimi di bel, in sigla db ) si tratta di una scala logaritmica, non lineare. Di conseguenza, dire che un suono aumenta di 3 db significa raddoppiarne la potenza. La seconda caratteristica è la frequenza, ovvero il fatto che il suono sia acuto o grave. Tanto più elevata è la frequenza, tanto più acuto è il suono. Ovviamente esistono dei limiti alla percezione dei suoni, sia per l'intensità, sia per la frequenza. Per quest'ultima si stima che in media la gamma percepibile vada da 20 a 20.000 Hz (Hertz, unità di misura delle frequenza), ma in realtà esiste una variabile individuale. Se per apprezzare la musica è meglio poter sfruttare tutta questa banda, in realtà per la comprensione degli stimoli esterni quello che conta è una fascia di frequenze più ridotta, che va da 300 Hz a 3400 Hz circa. E' in questa gamma, difatti, che si collocano le frequenze caratteristiche della voce, ed è evidente che è proprio una perdita di udito in questa gamma che pregiudica il rapporto con il mondo esterno. Questo è tanto vero che è molto difficile insegnare a parlare a chi viene colpito da acusia in tenera età, cioè prima che abbia sviluppato la capacità di parlare, anche se l'apparato della fonazione è integro.
Anche l'intensità ha dei limiti: se è impossibile percepire suoni inferiori a 5-10 db (soglia di udibilità), stimoli superiori a 130 db producono un danno immediato e diretto all'orecchio. Tuttavia già a 116-120 db il rumore provoca dolore (soglia del dolore). Qualche esempio: una sveglia meccanica produce un suono da 20 db, la normale conversazione 60-70. un concerto rock (o la musica riprodotta in discoteca) 100 db. Un aereo in decollo, 120 db. C'è di che meditare.
Maurizio Imperiali
Fonti
- Dizionario medico Dorland. XXVIII edizione. ESI Stampa Medica Milano 1994
- American Speech Language Hearin Association- Do I have a hearing Loss?
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