09 luglio 2004
Aggiornamenti e focus
Pillole o caramelle?
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In Italia, fra le mura domestiche si verifica il maggior numero di incidenti: oltre 3 milioni e 600 mila l'anno, secondo i dati Istat, il doppio degli scontri sulle strade e quattro volte di più degli infortuni sul lavoro. Di questi ben 68000 sono bambini che si fanno male proprio in quello che dovrebbe essere il luogo più sicuro. Sarà perché ci trascorrono il 90% del loro tempo sarà perché le case spesso non sono a misura di bambino, ma cadute, ustioni, ingestioni di sostanze caustiche o di medicinali lasciati in giro per casa sono all'ordine del giorno. Una ricerca britannica si è occupata, di recente, proprio dell'ingestione di caustici o di medicinali. Del resto l'ingestione di farmaci, nelle statistiche, è al primo posto tra le cause di intossicazione acuta, rappresentando all'incirca il 50% dei casi.
Secondo gli esperti della sicurezza britannici un bambino su cinque è in grado di aprire medicinali e contenitori di sostanze chimiche, anche se hanno tappi a prova di bimbo. I genitori devono tenere gli occhi aperti, perciò. I numeri britannici parlano di 25000 bambini ogni anno che "pasteggiano" a medicinali e detersivi, di questi uno su cinque viene ricoverato in ospedale. Evidentemente, perciò, non sono sufficienti i dispositivi di sicurezza delle confezioni farmaceutiche, che si aprono e chiudono solo con una serie di movimenti abbastanza complicati, se poi gli adulti sono distratti. Il più delle volte, infatti, i medicinali sono lasciati nella borsetta o sul comodino. Ma anche detergenti come la candeggina o i disinfettanti per il wc sono pericolosissimi se abbandonati in bagno. In molti casi il risultato sono lesioni gravissime, tra cui ulcere e stenosi (restringimenti) dell'esofago e dello stomaco, con la conseguenza di lunghi ricoveri in ospedale e interventi chirurgici estremamente complessi. Oltretutto prodotti come i detersivi (ma anche molti medicinali) sono in grado di danneggiare l'organismo anche se assunti in piccole dosi, perché alterano la funzione e la struttura cellulare. In questi casi il bimbo va immediatamente portato al più vicino Pronto soccorso. Non bisogna farlo vomitare e non bisogna somministrargli niente per bocca. È bene anche portare il contenitore della sostanza nociva grazie al quale il medico può conoscere il tipo di caustico ingerito e soprattutto il suo grado acidità e alcalinità. Nel 90% dei casi, comunque, non ci sono gravi conseguenze.
L'assunzione di sostanze nocive - continua l'indagine britannica - è prevalente nei bambini di età inferiore a quattro anni, ovvero quando il bambino comincia a muoversi in modo autonomo e impara a conoscere gli oggetti che lo circondano mettendoli in bocca. È l'età in cui i bambini sono "nosy", un po' ficcanaso cioè, e ingurgitano qualsiasi cosa. Le case dei nonni, per esempio, sono molto a rischio visto che sono una miniera di medicinali. Basta poco, però, per evitare questi rischi. Si tratta di lasciare le medicine fuori dalla portata dei bambini. Per cui l'armadietto dei medicinali deve essere a un'altezza di almeno 1,60 m e deve essere posizionato in modo che non sia facilmente raggiungibile, neanche appoggiandosi sulla vasca da bagno. Inoltre l'armadietto deve essere chiuso a chiave, quantomeno nella parte destinata ai farmaci. Se i bambini, poi, sono un po' più grandi basta insegnare loro quali sono e come si evitano eventuali situazioni di pericolo.
Marco Malagutti
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Se il bambino si intossica
Secondo gli esperti della sicurezza britannici un bambino su cinque è in grado di aprire medicinali e contenitori di sostanze chimiche, anche se hanno tappi a prova di bimbo. I genitori devono tenere gli occhi aperti, perciò. I numeri britannici parlano di 25000 bambini ogni anno che "pasteggiano" a medicinali e detersivi, di questi uno su cinque viene ricoverato in ospedale. Evidentemente, perciò, non sono sufficienti i dispositivi di sicurezza delle confezioni farmaceutiche, che si aprono e chiudono solo con una serie di movimenti abbastanza complicati, se poi gli adulti sono distratti. Il più delle volte, infatti, i medicinali sono lasciati nella borsetta o sul comodino. Ma anche detergenti come la candeggina o i disinfettanti per il wc sono pericolosissimi se abbandonati in bagno. In molti casi il risultato sono lesioni gravissime, tra cui ulcere e stenosi (restringimenti) dell'esofago e dello stomaco, con la conseguenza di lunghi ricoveri in ospedale e interventi chirurgici estremamente complessi. Oltretutto prodotti come i detersivi (ma anche molti medicinali) sono in grado di danneggiare l'organismo anche se assunti in piccole dosi, perché alterano la funzione e la struttura cellulare. In questi casi il bimbo va immediatamente portato al più vicino Pronto soccorso. Non bisogna farlo vomitare e non bisogna somministrargli niente per bocca. È bene anche portare il contenitore della sostanza nociva grazie al quale il medico può conoscere il tipo di caustico ingerito e soprattutto il suo grado acidità e alcalinità. Nel 90% dei casi, comunque, non ci sono gravi conseguenze.
Quattro anni, l'età critica
L'assunzione di sostanze nocive - continua l'indagine britannica - è prevalente nei bambini di età inferiore a quattro anni, ovvero quando il bambino comincia a muoversi in modo autonomo e impara a conoscere gli oggetti che lo circondano mettendoli in bocca. È l'età in cui i bambini sono "nosy", un po' ficcanaso cioè, e ingurgitano qualsiasi cosa. Le case dei nonni, per esempio, sono molto a rischio visto che sono una miniera di medicinali. Basta poco, però, per evitare questi rischi. Si tratta di lasciare le medicine fuori dalla portata dei bambini. Per cui l'armadietto dei medicinali deve essere a un'altezza di almeno 1,60 m e deve essere posizionato in modo che non sia facilmente raggiungibile, neanche appoggiandosi sulla vasca da bagno. Inoltre l'armadietto deve essere chiuso a chiave, quantomeno nella parte destinata ai farmaci. Se i bambini, poi, sono un po' più grandi basta insegnare loro quali sono e come si evitano eventuali situazioni di pericolo.
Marco Malagutti
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