15 febbraio 2008
Aggiornamenti e focus
Un'arma in più contro la SIDS
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Il successo della campagna "Back to Sleep", che negli Stati Uniti ha ridotto l'incidenza della sindrome della morte improvvisa del lattante (SIDS), inizia a far proseliti anche in Italia. Così dopo l'iniziativa del ministro Turco che ha istituito una apposita commissione con il compito di definire le linee guida per la prevenzione della SIDS, è la volta della MAM Association che ha istituito una campagna nazionale per divulgare in modo capillare in Italia quelle informazioni che aiutano a ridurre il rischio di morti in culla. L'iniziativa presentata a Milano è stata l'occasione di fare il punto sulla malattia che, benché definita come entità nosologica nel 1969, resta ancora sostanzialmente non spiegata. Quello che si sa è poco, può capitare a maschi e femmine, tra il primo e il dodicesimo mese di vita, sia di giorno che di notte, tipicamente durante il sonno, il più delle volte senza chiari segni premonitori. In più molti studi epidemiologici hanno portato all'identificazione di norme comportamentali grazie alle quali il rischio può essere significativamente ridotto. E laddove queste regole sono state diffuse all'opinione pubblica, è il caso della campagna "Back to sleep", l'incidenza si è drasticamente ridotta. Fino al 60%. Questo significa che in Italia, con una natalità attestata intorno ai 500000 neonati all'anno e una mortalità per SIDS che si presume possa aggirarsi intorno ai 300 lattanti l'anno, sarebbe possibile salvare la vita di circa 150 bambini ogni anno.
Le raccomandazioni sono essenzialmente cinque. Innanzitutto fare dormire il bambino sulla schiena. La regola ormai assodata, è stata identificata nel 1988, quando l'adozione della posizione prona, non solo era di uso comune, ma addirittura raccomandata per evitare che un neonato potesse inalare il rigurgito e il vomito. L'ideale sarebbe poi, recitano le linee guida, utilizzare un materasso rigido e senza il cuscino tradizionale. La seconda regola è quella di evitare l'ipertermia, che significa tenere il neonato al fresco, senza coprirlo troppo e senza avvolgerlo stretto nelle coperte. La temperatura ambientale ideale è di 18-20°. Terza regola consolidata è quella di astenersi dal fumo in gravidanza e in presenza del bambino. Queste sono le regole ormai acquisite anche a livello di comportamenti pratici. A queste si sono aggiunti altri due aspetti, riconosciuti più di recente dalla comunità scientifica. Il primo è di evitare di fare dormire il neonato nel letto con i genitori, in considerazione del rischio di sviluppare eccessivo calore. L'ultima in ordine di tempo è quella di usare il succhiotto, che dovrebbe essere adottato quando l'allattamento materno è stabilmente avviato.
L'uso del succhiotto, peraltro, non ha mai avuto molti fautori. I preconcetti erano che potesse danneggiare l'arcata dentale in un periodo così delicato dello sviluppo e che potesse identificare una carenza affettiva del bambino. E' per questo che è opportuno scegliere succhiotti ortodonticamente adeguati all'età del bambino e, comunque, non abusarne. Ma come si è arrivati a proporre l'uso del succhiotto per prevenire la SIDS? Lo ha spiegato nel corso della conferenza milanese Francesco Cozzi, Direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Pediatrica a Roma. "Alla fine degli anni '60 iniziammo a trattare neonati con atresia delle coane. La vita di questi neonati è messa a repentaglio per la cosiddetta incapacità del neonato a respirare con la bocca. In pratica in alcuni neonati la respirazione attraverso la bocca è seguita da episodi di ostruzione completa dell'orofaringe per la caduta indietro della lingua. L'ipotesi sostenuta in uno studio pubblicato su Lancet nel 1977 era che questa ostruzione funzionale potesse essere responsabile di alcune morti improvvise in culla. E siccome - continua Cozzi - alcune mamme utilizzavano i succhiotti per evitare questi episodi, si è proposto il loro utilizzo per evitare le morti in culla". Un'ipotesi suffragata in seguito da vari studi, tra cui uno pubblicato sul BMJ che ha concluso come l'uso del succhiotto riduca il rischio di SIDS e persino l'influenza dei fattori di rischio noti nell'ambiente in cui si dorme. L'idea è che possa agire come "air way" evitando l'ostruzione funzionale della faringe da glossoptosi (la caduta indietro della lingua). Il succhiotto peraltro non viene tenuto in bocca per più di 15 minuti, ma l'avanzamento della mandibola che provoca persiste anche dopo che viene sputato. Un'ipotesi convincente al punto che la sua efficacia è paragonabile a quella del dormire a pancia in su e che oggi l'American Academy of Pediatrics ha incluso questa raccomandazione come parte delle sue linee guida per la prevenzione della SIDS E molti paesi hanno già recepito la raccomandazione. Ora tocca all'Italia.
Marco Malagutti
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Cinque raccomandazioni
Le raccomandazioni sono essenzialmente cinque. Innanzitutto fare dormire il bambino sulla schiena. La regola ormai assodata, è stata identificata nel 1988, quando l'adozione della posizione prona, non solo era di uso comune, ma addirittura raccomandata per evitare che un neonato potesse inalare il rigurgito e il vomito. L'ideale sarebbe poi, recitano le linee guida, utilizzare un materasso rigido e senza il cuscino tradizionale. La seconda regola è quella di evitare l'ipertermia, che significa tenere il neonato al fresco, senza coprirlo troppo e senza avvolgerlo stretto nelle coperte. La temperatura ambientale ideale è di 18-20°. Terza regola consolidata è quella di astenersi dal fumo in gravidanza e in presenza del bambino. Queste sono le regole ormai acquisite anche a livello di comportamenti pratici. A queste si sono aggiunti altri due aspetti, riconosciuti più di recente dalla comunità scientifica. Il primo è di evitare di fare dormire il neonato nel letto con i genitori, in considerazione del rischio di sviluppare eccessivo calore. L'ultima in ordine di tempo è quella di usare il succhiotto, che dovrebbe essere adottato quando l'allattamento materno è stabilmente avviato.
Succhiotto air way
L'uso del succhiotto, peraltro, non ha mai avuto molti fautori. I preconcetti erano che potesse danneggiare l'arcata dentale in un periodo così delicato dello sviluppo e che potesse identificare una carenza affettiva del bambino. E' per questo che è opportuno scegliere succhiotti ortodonticamente adeguati all'età del bambino e, comunque, non abusarne. Ma come si è arrivati a proporre l'uso del succhiotto per prevenire la SIDS? Lo ha spiegato nel corso della conferenza milanese Francesco Cozzi, Direttore della Scuola di Specializzazione di Chirurgia Pediatrica a Roma. "Alla fine degli anni '60 iniziammo a trattare neonati con atresia delle coane. La vita di questi neonati è messa a repentaglio per la cosiddetta incapacità del neonato a respirare con la bocca. In pratica in alcuni neonati la respirazione attraverso la bocca è seguita da episodi di ostruzione completa dell'orofaringe per la caduta indietro della lingua. L'ipotesi sostenuta in uno studio pubblicato su Lancet nel 1977 era che questa ostruzione funzionale potesse essere responsabile di alcune morti improvvise in culla. E siccome - continua Cozzi - alcune mamme utilizzavano i succhiotti per evitare questi episodi, si è proposto il loro utilizzo per evitare le morti in culla". Un'ipotesi suffragata in seguito da vari studi, tra cui uno pubblicato sul BMJ che ha concluso come l'uso del succhiotto riduca il rischio di SIDS e persino l'influenza dei fattori di rischio noti nell'ambiente in cui si dorme. L'idea è che possa agire come "air way" evitando l'ostruzione funzionale della faringe da glossoptosi (la caduta indietro della lingua). Il succhiotto peraltro non viene tenuto in bocca per più di 15 minuti, ma l'avanzamento della mandibola che provoca persiste anche dopo che viene sputato. Un'ipotesi convincente al punto che la sua efficacia è paragonabile a quella del dormire a pancia in su e che oggi l'American Academy of Pediatrics ha incluso questa raccomandazione come parte delle sue linee guida per la prevenzione della SIDS E molti paesi hanno già recepito la raccomandazione. Ora tocca all'Italia.
Marco Malagutti
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