Dipendenza da internet

20 giugno 2008
Aggiornamenti e focus

Dipendenza da internet



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Internet è diventato un fenomeno di massa. E così, come avviene spesso quando le opportunità si evolvono velocemente (ci si collega da casa a costi concorrenziali, dal lavoro e anche dai numerosi "internet-point" sparsi nei vari centri commerciali) si può arrivare ad un bisogno irrefrenabile, una specie di mania. Anzi, secondo gli esperti massmediologi, sociologi e psicopatologi, si può parlare oggi di "Internet-dipendenza" (all'inglese "addiction").

Sintomi da "retomania"


Di fatto, si è affermata l'evidenza di veri e propri "disturbi indotti da abuso di Internet" (IAD - Internet Addiction Disorders) e molti ricercatori se ne stanno occupando anche in Italia. Gli studi al riguardo, hanno messo in luce alcune delle manifestazioni di questa nuova psicopatologia che in ogni caso resta ancora difficile sia per l'identificazione sia per le prospettive di trattamento e prevenzione. Ci sono, però, persone che appaiono maggiormente esposte al rischio di diventare dipendenti dalla rete. Pare che gli uomini siano i più incalliti navigatori, rispetto alle donne della stessa età e la fascia di età nella quale incombe la minaccia che i disturbi si trasformino in una vera e propria sindrome (una malattia complessa diffusa a più apparati e con più sintomi) è quella compresa tra i 15 e i 40 anni.
Il bisogno ossessivo di "collegarsi" molte volte al giorno, in alcuni casi. estremi, totalizzando un tempo complessivo che supera le 5-6 ore, rappresenta il primo segno, il più grossolano, per formulare almeno un sospetto. Il "navigatore disturbato" può arrivare ad una dedizione quasi totale così da trascurare tutte le altre attività. Si mettono da parte la famiglia, gli affetti, il lavoro, gli svaghi, le relazioni sociali e persino alcuni fabbisogni essenziali per la salute (per esempio ci si dimentica di mangiare). Si finisce per isolarsi davanti al computer e per soffrire di vere e proprie crisi d'astinenza quando non è possibile collegarsi per i motivi più disparati. Tra l'altro, pur non esistendo confini precisi, questo genere di dipendenza può insorgere, sia in soggetti che erano già predisposti a sviluppare un disturbo psichico, sia in altri che invece non avevano precedenti del genere.

Tante mappe tanti disturbi


Tanti sono gli itinerari frequentati ossessivamente da chi comincia a perdere il controllo durante la navigazione, altrettante sono le tipologie di questi disturbi che differenziano un caso dall'altro.
Il pericolo costante è quello che l'utente, si senta in principio affascinato, poi trascinato ed, infine, dipendente da una serie di "situazioni virtuali" che possono essere di diverso genere.
Ci sono, quindi, differenti "ciber-manie":
  • il sesso in rete. Questi navigatori non lo cercano altrove e comunque non lo ritengono possibile, se non virtualmente
  • il gioco d'azzardo on-line. Una fobia ben nota agli psicopatologi e che appare accentuata grazie alla telematica
  • il video-gioco. Gare solitarie ambientate in scenari virtuali, mostruosi e violenti e che prevedono l'ingresso al gioco solo dopo autoidentificazione con un personaggio pure fantastico e virtuale
  • le relazioni solo via e-mail (le famose chat -line)
  • l'eccesso nella ricerca d'informazioni on-line. Tipologia piuttosto comune anche negli ambienti di lavoro. In pratica, tutti quelli che soffrono se non si collegano anche per una banale informazione e che "scaricano dalla rete" tutto ciò che capita senza distinguerne l'utilità.
Comunque, anche con la subdola complicità dell'anonimato, il navigatore incallito può naufragare nell'oceano cibernetico. Come si può prevenire il disordine psichico o per lo meno proteggere i cibernauti più giovani? Per una navigazione sicura in famiglia, adatta a grandi e piccoli, meglio affidarsi ai "filtri per bambini". E per gli adulti, basta spegnere il computer prima che comincino a comparire l'ansia o l'eccitazione. In fondo, in rete, tutto è virtuale.

Patrizia Maria Gatti



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