Dolore cervicale, si previene e si cura cambiando abitudini

04 maggio 2012
Interviste

Dolore cervicale, si previene e si cura cambiando abitudini



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Soffrire di cervicale è il modo più comune, ma poco corretto, per indicare un dolore che tecnicamente si chiama cervicalgia, e definisce un quadro clinico con sofferenza nella zona del collo che può irradiarsi alle spalle, alle scapole e nei casi più gravi anche alle braccia. Dica33 ha intervistato Fabio Zaina, medico chirurgo specialista in medicina fisica e riabilitazione presso l'Istituto scientifico italiano colonna vertebrale (Isico), per chiarire quali sono le cause e le soluzioni a questo disturbo che può diventare invalidante, in particolare quando diventa cronico.

Dottor Zaina, con quali sintomi si manifesta la cervicalgia?
Il dolore è il sintomo principale, la sua durata può variare, nelle forme acute, fino a 4 settimane e nelle forme croniche fino a tre-sei mesi, e si può presentare come fitte, scosse, bruciore ma può diventare anche un dolore gravativo (sensazione di pressione. N.d.r.) e può irradiarsi fino alle braccia o alla zona degli occhi, fino a provocare anche cefalee muscolo tensive. In casi più rari, si presentano anche sbandamenti, vertigini, nausea.

Quali possono essere le cause?
In molti casi, il dolore alla cervicale nasce da un'alterazione non grave che interessa le strutture meccaniche che si trovano nella zona delle prime vertebre della colonna, vale a dire i muscoli, i legamenti, i dischi intervertebrali e le articolazioni. Alterazione causata, per esempio da uno sforzo eccessivo, improvviso o prolungato o da una postura sbagliata. In sostanza, da uno stress meccanico esagerato, rispetto a ciò che queste strutture possono sopportare, che provoca l'insorgenza del dolore. L'origine può anche essere di tipo post-traumatico, per esempio dopo un incidente stradale, il classico colpo di frusta dà luogo a un danno ai legamenti del collo che possono dare origini a problemi cronici o recidivanti. Un'altra causa del dolore cervicale è la presenza di un'ernia al disco intervertebrale, in questi casi si può irradiare fino al braccio e, raramente, fino alle gambe.

Come si pone la diagnosi?
Si basa, in primo luogo, su una valutazione clinica di tutti sintomi e della storia del paziente e delle sue abitudini di vita, che permette di porre il sospetto di cervicalgia. In fase acuta si adotta un atteggiamento di attesa poiché la guarigione è molto probabile e poi si esegue una normale radiografia. Se non si chiarisce il sospetto, si passa a indagini diagnostiche come la risonanza magnetica o, nei casi in cui si pensa che ci sia una componente ossea, la Tac.

Come si cura la cervicalgia?
Attualmente l'approccio con maggiore efficacia, scientificamente documentata, consiste nell'abbinamento di manipolazioni ed esercizi mirati. Le prime consistono in manovre eseguite da osteopata, chiropratico o medico di medicina manuale, che vanno a mobilizzare le articolazioni. Gli esercizi sono movimenti specifici proposti dal terapista che devono essere eseguiti correttamente, ma questi non escludono che il paziente svolga una regolare attività fisica idonea e che coinvolga tutto il corpo compreso il tratto cervicale. Benefici sul dolore si ottengono anche con i campi magnetici pulsati e, in presenza di ernia del disco, anche con infiltrazioni di farmaci corticosteroidi. In quest'ultimo caso, se il dolore è persistente si può considerare l'intervento chirurgico.

È possibile prevenire questo tipo di problemi?
Si, modificando comportamenti e abitudini oltre che evitare il dolore si può anche migliorare la situazione di chi ne soffre già. Intanto, bisogna aumentare l'attività fisica o iniziare a farla, con movimenti che coinvolgano anche gli arti superiori. Poi vanno verificate con il medico o il fisioterapista alcune posizioni o abitudini quotidiane, per esempio, è importante non tenere il collo nella stessa posizione a lungo ed evitare di parlare al telefono tenendolo tra la testa e la spalla. Tutti gli schermi, della tv e del computer vanno posizionati di fronte e alla giusta altezza degli occhi. In ufficio, la sedia deve essere adatta a stare seduti correttamente, le braccia devono appoggiare sulla scrivania e se si svolge un lavoro sedentario, fare pause alzandosi e camminando per qualche minuto.

Simona Zazzetta



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