13 giugno 2016
Interviste
Dieta del dottor Mozzi: la scienza dice no
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Tutto inizia con James e Peter D'Adamo, padre e figlio entrambi naturopati statunitensi che per primi elaborarono regimi alimentari specifici e diversi a seconda del gruppo sanguigno di appartenenza a partire dalla seconda metà del secolo scorso. Su questa scia si muove anche Piero Mozzi, laureatosi in medicina a Parma nel 1977 e autore del libro La dieta del dottor Mozzi un best seller che parla di come e perché scegliere i cibi da portare in tavola in base al proprio gruppo sanguigno: A, B, AB o 0.
Molte persone si sono affidate a questo metodo per perdere peso che a quanto pare funziona molto bene, ma nonostante ciò l'Ordine dei medici si scontra spesso con le opinioni di questo "medico secondo natura" come lo stesso Mozzi si definisce. Perché tanta avversione? Cosa dice la scienza del legame tra cibo, gruppo sanguigno e salute? Lo abbiamo chiesto ad Attilio Speciani, specialista in immunologia clinica e allergologia che da oltre 35 anni si occupa del rapporto cibo/salute con particolare attenzione ai fenomeni infiammatori e metabolici connessi con ciò che si mangia.
Dottor Speciani, su cosa si basano le teorie e i regimi alimentari proposti dal dottor Mozzi? Quali sono le prove scientifiche a sostegno di queste scelte?
«Voglio essere subito chiaro: non ci sono lavori scientifici ufficiali che dimostrino un legame tra gruppi sanguigni intesi come gruppo A, B, AB o 0 e sviluppo di determinate malattie. Non solo, poiché le analisi del Dna che vediamo nelle serie Tv come Csi sono vere, il rapporto tra gruppo sanguigno e capacità digestiva è un falso scientifico; la documentata base razionale sul Dna contrasta con le ipotesi del "Gruppo". Sono molti i ricercatori che hanno lavorato su questo argomento, ma finora non è emersa alcuna associazione degna di nota. Se proprio vogliamo cercare differenze queste potrebbero riguardare il fatto che una persona sia o meno "secretore" ovvero che siano presenti nel suo sangue gli antigeni specifici del suo gruppo sanguigno, ma è un aspetto che non viene in genere preso in considerazione da chi propone queste diete. L'idea di scegliere un alimento sulla base del proprio gruppo sanguigno si basa sul fatto che gli individui reagiscono in modo diverso alle diverse molecole presenti nei cibi, ma questo tipo di affermazione non è supportata da alcuno studio scientifico».
Eppure la dieta del dottor Mozzi funziona e chi la segue perde peso e si sente meglio...
«Le ragioni sono tante e non semplici da spiegare in poche righe. Di certo una delle ragioni del successo di questo regime alimentare è che va a togliere molti degli alimenti che hanno un effetto infiammatorio più forte sull'organismo. Ecco perché la gente si sente meglio. Il problema è che lo stesso cibo può essere fortemente infiammatorio per una persona e non per un'altra, indipendente dal gruppo sanguigno. Per quanto riguarda la perdita di peso, quasi sempre una persona che inizia una dieta e la segue con costanza raggiunge buoni risultati, il problema è poi mantenerli...».
Il successo di una dieta è anche una questione di motivazione? Come la si ottiene?
«Nel caso particolare della dieta dei gruppi sanguigni funziona molto bene, a mio parere, il discorso della personalizzazione: una persona che vuole perdere peso e si sente dire "Ecco la dieta per il gruppo A" è portata a pensare: "Finalmente una dieta fatta apposta per me". Ovviamente questa è solo una illusione di personalizzazione dal momento che gli stessi alimenti sono consigliati o sconsigliati a tutte le persone con lo stesso gruppo sanguigno».
Quali sono gli aspetti più critici della dieta dei gruppi sanguigni?
«Uno dei punti da mettere più in luce è sicuramente il fatto che molte delle indicazioni di questo regime alimentare sono contro la dieta mediterranea, ritenuta ormai ufficialmente un modo sano di mangiare. Si eliminano o comunque si riducono molto la frutta e la verdura e si esagera con la carne rossa. Io sono onnivoro e mangio anche la carne, ma la scienza ha dimostrato senza ombra di dubbio che un consumo eccessivo di questo alimento provoca conseguenze anche gravi sull'organismo. Meglio cercare e trovare (con l'aiuto di un bravo nutrizionista) un equilibrio tra le reazioni che il nostro corpo manifesta nei confronti del cibo ricordando sempre un principio di base: non esistono cibi che "fanno bene" o "fanno male" in assoluto».
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