16 aprile 2015
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Celiachia: come riconoscerla
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Ogni anno abbiamo sempre un numero maggiore di diagnosi di celiachia. Potrebbe esserci un aumento di casi, o banalmente, maggiori diagnosi perché c'è maggior attenzione alla malattia.
Nonostante ciò, sono ancora pochi i casi accertati rispetto al numero effettivo di persone celiache. Si stima che in Italia la malattia celiaca colpisca un italiano su 100, cioè ben 600mila persone, contro circa 150mila diagnosi ufficiali.
Per questo Dica33 ha deciso di fare un focus sulla malattia intervistando Alberto Tittobello, professore di Gastroenterologia ed Endoscopia digestiva all'Università di Milano, per aiutare tutti coloro che presentano sintomi dubbi a effettuare più facilmente una diagnosi, per poter cominciare il più presto possibile la terapia che permetterà loro di stare bene.
«Il glutine è una proteina che si trova in alcuni cereali (grano, avena, ecc) che può provocare nell'organismo effetti immunologici, per cui l'organo bersaglio, l'intestino tenue, si ammala quando riceve questa proteina» esordisce Tittobello. E la celiachia è la malattia che si manifesta nelle persone che sviluppano una forte risposta immunitaria contro il glutine.
Le reazioni tipiche a carico dell'intestino sono: diarrea, provocata dal malassorbimento, e gonfiore, da cui deriva dolore, a causa del gas che si forma nell'intestino.
Oltre a questi, si presentano anche dei sintomi extraintestinali, i principali sono stanchezza, cefalea e dolori articolari».
Tittobello precisa: «La celiachia provoca anche un alterato assorbimento delle vitamine, pertanto i soggetti celiaci possono incorrere in problemi della pelle e dermatiti (malassorbimento vitamina A), problemi legati alla coagulazione del sangue (malassorbimento vitamina K), e problemi alle ossa, tra cui dolore e osteoporosi (malassorbimento della vitamina D che serve per fissare il calcio nelle ossa)».
Infine, il campanello d'allarme per riconoscere la malattia nei bambini è sempre la mancanza di crescita sia per peso che statura.
Per i bambini la diagnosi è più semplice: «Il pediatra pensa subito all'intolleranza al glutine se un bimbo non cresce. Più complicato per gli adulti per i quali i sintomi possono essere sfumati e spesso confusi con la sindrome del colon o intestino irritabile».
In caso di presenza dei sintomi sopraelencati, il dubbio di malattia celiaca si affaccia alla mente di paziente e medico, per avere una diagnosi certa e fugare qualsiasi dubbio è sufficiente effettuare un banale prelievo di sangue. Possono essere cercati tre tipi di anticorpi: antigliadina (la gliadina è la proteina contenuta nel glutine, è la sostanza che provoca la reazione), anti-transglutaminasi (la glutaminasi è l'enzima che si trova nella parete dello stomaco, coinvolta quando si assume del glutine), e infine gli anti-endomisio o EmA.
«La presenza di sintomi e la positività a uno di questi test sono già sufficienti, ma» precisa Tittobello, «l'esame definitivo è la gastroscopia. Vengono fatte delle biopsie nel duodeno - cioè nella prima parte dell'intestino ileo, che è quello compromesso. In parole povere, vengono sottratti dei pezzettini di tessuto che poi andranno studiati al microscopio per vedere se ci sono danni causati dal glutine».
A questo punto, una volta accertata la celiachia, è necessario abolire tutti i cibi che contengono glutine. L'alimentazione rigorosa è l'unico modo per poter eliminare i danni provocati sull'intestino. Per alcuni alimenti è piuttosto facile identificare la "pericolosità", come pasta e pane di grano e orzo, altri sono assolutamente leciti, come riso e mais. Altri ancora sono dubbi, diventano proibiti oppure no a seconda di come vengono prodotti e delle possibili contaminazioni.
Un valido aiuto per tutti i celiaci è rappresentato dall'Associazione italiana celiachia, sul cui sito è possibile trovare utili sezioni come "Dieta senza glutine" con un elenco di prodotti proibiti, leciti e dubbi e altri preziosi suggerimenti.
Per ulteriori approfondimenti sulle cause genetiche della celiachia e mappatura genetica, kit fai da te e soggetti colpiti, guarda direttamente l'intervista.
Ilaria Pedretti
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