Bisoprololo Zentiva

24 aprile 2024

Bisoprololo Zentiva


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Cos'è Bisoprololo Zentiva (bisoprololo fumarato)


Bisoprololo Zentiva è un farmaco a base di bisoprololo fumarato, appartenente al gruppo terapeutico Betabloccanti selettivi.

A cosa serve Bisoprololo Zentiva e perchè si usa


  • Ipertensione.
  • Angina pectoris cronica stabile.

Indicazioni: come usare Bisoprololo Zentiva, posologia, dosi e modo d'uso


Le compresse di Bisoprololo Zentiva 10 mg si somministrano per via orale.

Il dosaggio va regolato individualmente. Si raccomanda di iniziare con la dose più bassa possibile. Per alcuni pazienti, potrebbe essere sufficiente una dose giornaliera di 5 mg. La dose abituale è di 10 mg una volta al giorno. La dose massima raccomandata è di 20 mg una volta al giorno.

Le compresse vanno assunte la mattina. Vanno ingerite con del liquido e non devono essere masticate.

Popolazioni speciali

Pazienti con compromissione della funzione renale o epatica

Nei pazienti con grave compromissione della funzione renale (clearance della creatinina < 20 ml/min) e nei pazienti con disturbi gravi della funzione epatica si raccomanda che la dose giornaliera di 10 mg di bisoprololo emifumarato non sia superata. Tale dose può essere eventualmente suddivisa in due somministrazioni.

Anziani:

Normalmente non è necessario regolare il dosaggio. Si raccomanda di iniziare con la dose più bassa possibile.

Bambini

Non c'è esperienza pediatrica con bisoprololo, perciò il suo utilizzo non è raccomandato nei bambini.

Interruzione della terapia

La terapia non va interrotta improvvisamente (vedere paragrafo 4.4). Il dosaggio deve essere diminuito gradualmente dimezzando la dose ad intervalli settimanali.

Controindicazioni: quando non dev'essere usato Bisoprololo Zentiva


Bisoprololo Zentiva è controindicato in pazienti affetti da:
  • Insufficienza cardiaca acuta o durante episodi di scompenso cardiaco richiedenti una terapia inotropa endovenosa
  • Shock cardiogeno
  • Blocco AV di secondo o terzo grado
  • Malattia senoatriale
  • Blocco senoatriale
  • Bradicardia sintomatica
  • Ipotensione sintomatica
  • Asma bronchiale grave o grave malattia polmonare ostruttiva cronica
  • Forme gravi della malattia occlusiva arteriosa periferica e della sindrome di Raynaud
  • Acidosi metabolica
  • Feocromocitoma non trattato (vedere anche paragrafo 4.4)
  • Associazioni con floctafenina e sultopride (vedere anche paragrafo 4.5)
Bisoprololo Zentiva è controindicato in pazienti con ipersensibilità al bisoprololo o a uno qualsiasi degli eccipienti.

Bisoprololo Zentiva può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?


Gravidanza:

Il bisoprololo possiede proprietà farmacologiche potenzialmente nocive sulla gravidanza e/o sul feto/neonato. In generale, gli agenti β-adrenocettori bloccanti riducono la perfusione placentare, associata a ritardi della crescita, morte intrauterina, aborto o parto prematuro. Reazioni avverse (ad es. ipoglicemia, bradicardia) possono verificarsi nel feto e nel neonato. Qualora sia necessario ricorrere ad agenti β-adrenocettori bloccanti, è preferibile la terapia con i β1-adrenocettori bloccanti.

Bisoprololo Zentiva non è raccomandato durante la gravidanza a meno che non sia strettamente necessario. Se il trattamento è considerato necessario, occorre monitorare il flusso ematico uteroplacentare e la crescita del feto. In caso di effetti nocivi sulla gravidanza o sul feto, si raccomanda di considerare una terapia alternativa. Il neonato deve essere sottoposto ad un attento monitoraggio. Sintomi di ipoglicemia e bradicardia sono generalmente previsti entro i primi 3 giorni.

Allattamento

Non è noto se il bisoprololo viene escreto nel latte materno. Pertanto l'allattamento non è raccomandato durante la somministrazione di Bisoprololo Zentiva.

Quali sono gli effetti indesiderati di Bisoprololo Zentiva


Gli effetti indesiderati riportati sono generalmente attribuibili alle proprietà farmacologiche degli agenti ß-bloccanti.

I seguenti effetti indesiderati sono stati osservati durante il trattamento con bisoprololo con le seguenti frequenze:

Molto comuni (≥ 10%)

Comuni (≥ 1% e < 10%),

Non comuni (≥ 0,1% e < 1%),

Rari (≥ 0,01% e < 0,1%),

Molto rari (< 0,01%)

Esami diagnostici:

Rari: aumento dei trigliceridi, aumento degli enzimi epatici (ALAT, ASAT).

Patologie cardiache:

Molto comuni: bradicardia (in pazienti con insufficienza cardiaca cronica)

Comuni: peggioramento dell'insufficienza cardiaca preesistente (in pazienti con insufficienza cardiaca cronica).

Non comuni: disturbi della conduzione AV, peggioramento dell'insufficienza cardiaca preesistente (in pazienti con ipertensione o angina pectoris), bradicardia (in pazienti con ipertensione o angina pectoris).

Patologie del sistema nervoso:

Comuni: capogiri*, mal di testa*.

Rari: sincope.

Patologie dell'occhio:

Rari: riduzione della lacrimazione.

Molto rari: congiuntivite.

Patologie dell'orecchio e del labirinto:

Rari: disturbi uditivi.

Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche:

Non comuni: broncospasmo nei pazienti con asma bronchiale o anamnesi di malattia respiratoria ostruttiva.

Rari: rinite allergica.

Patologie gastrointestinali:

Comuni: disturbi gastrointestinali quali nausea, vomito, diarrea, stipsi.

Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo:

Rari: reazioni di ipersensibilità come prurito, arrossamento, rash.

Molto rari: alopecia. I beta-bloccanti possono provocare o peggiorare la psoriasi o indurre rash pseudo-psoriasici.

Patologie del sistema muscoloscheletrico e del tessuto connettivo:

Non comuni: debolezza muscolare, crampi muscolari.

Patologie vascolari:

Comuni: sensazione di freddo o formicolio alle estremità, ipotensione specialmente in pazienti con insufficienza cardiaca.

Patologie sistemiche:

Comuni: astenia (in pazienti con insufficienza cardiaca cronica), affaticamento*.

Non comuni: astenia (in pazienti con ipertensione o angina pectoris).

Patologie epatobiliari:

Rari: epatiti.

Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella:

Rari: disturbi della funzione sessuale maschile.

Disturbi psichiatrici:

Non comuni: depressione, disturbi del sonno.

Rari: incubi, allucinazioni.

* Questi sintomi si manifestano soprattutto all'inizio della terapia.

Essi sono in genere lievi e di solito scompaiono in 1 – 2 settimane.

Patologie correlate:


Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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