25 aprile 2024
Mobic
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Cos'è Mobic (meloxicam)
Mobic è un farmaco a base di meloxicam, appartenente al gruppo terapeutico Analgesici FANS.
A cosa serve Mobic e perchè si usa
- Trattamento sintomatico di breve durata delle fasi di riacutizzazione di artrite reumatoide e spondilite anchilosante, quando altre vie di somministrazione non sono appropriate.
- MOBIC soluzione iniettabile è indicato negli adulti.
Indicazioni: come usare Mobic, posologia, dosi e modo d'uso
Posologia
Un'iniezione da 15 mg una volta al giorno.
NON SUPERARE LA DOSE DI 15 mg AL GIORNO.
Il trattamento deve normalmente essere limitato ad una singola iniezione nella fase di inizio terapia, con un prolungamento massimo di 2 o 3 giorni in casi eccezionali motivati (cioè quando altre vie di somministrazione non sono possibili). Gli effetti indesiderati possono essere minimizzati con l'uso della più bassa dose efficace per la più breve durata possibile di trattamento che occorre per controllare i sintomi (vedere paragrafo 4.4).
Il sollievo sintomatico del paziente e la risposta alla terapia devono essere ri-valutati periodicamente.
Popolazioni speciali
Pazienti anziani (vedere paragrafo 5.2)
Nei pazienti anziani la dose raccomandata è di 7,5 mg/die (metà fiala da 1,5 ml) (vedere anche paragrafi 4.2 “Pazienti ad elevato rischio di reazioni avverse“ e 4.4).
Pazienti ad elevato rischio di reazioni avverse (vedere paragrafo 4.4)
I pazienti ad elevato rischio di reazioni avverse, ad es. con storia di patologia gastrointestinale o fattori di rischio per una malattia cardiovascolare, devono iniziare la terapia con un dosaggio di 7,5 mg/die (metà fiala da 1,5 ml).
Compromissione renale (vedere paragrafo 5.2)
Questo medicinale è controindicato in pazienti non dializzati con grave insufficienza renale (vedere paragrafo 4.3).
Per pazienti affetti da grave insufficienza renale all'ultimo stadio, sottoposti ad emodialisi, non deve essere superata la posologia di 7,5 mg/die (metà fiala da 1,5 ml).
Non è necessario ridurre il dosaggio in pazienti con compromissione renale lieve o moderata (ad es. pazienti con livelli di clearance della creatinina superiori a 25 ml/min).
Compromissione epatica (vedere paragrafo 5.2)
Non è necessario ridurre il dosaggio in pazienti con compromissione epatica lieve o moderata. (Per i pazienti con funzionalità epatica gravemente compromessa vedere paragrafo 4.3).
Popolazione pediatrica
Mobic 15 mg/1,5 ml soluzione iniettabile è controindicato nei bambini e negli adolescenti di età inferiore ai 18 anni (vedere paragrafo 4.3).
Modo di somministrazione
Per uso intramuscolare
MOBIC 15 mg/1,5 ml soluzione iniettabile è somministrata tramite iniezione intramuscolare profonda nel quadrante superiore esterno del gluteo, in condizioni rigorosamente asettiche. Nel caso di somministrazione ripetuta si raccomanda di alternare la parte sinistra e destra. Prima di iniettare, è importante verificare che l'ago non sia penetrato in un vaso sanguigno.
L'iniezione deve essere immediatamente interrotta nel caso di dolore intenso durante l'iniezione stessa.
Nel caso di protesi dell'anca, l'iniezione deve essere effettuata dall'altra parte.
Per il proseguimento del trattamento, deve essere utilizzata la via di somministrazione orale (compresse).
Controindicazioni: quando non dev'essere usato Mobic
Questo medicinale è controindicato nei seguenti casi:
- ipersensibilità al principio attivo o ad uno qualsiasi degli eccipienti;
- terzo trimestre di gravidanza (vedere paragrafo 4.6 “Fertilità, gravidanza e allattamento“);
- bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni;
- ipersensibilità a sostanze con azione similare, es. antinfiammatori non steroidei (FANS), aspirina. Meloxicam non deve essere somministrato a pazienti che hanno manifestato segni di asma, polipi nasali, angioedema o orticaria dopo la somministrazione di aspirina o di altri antinfiammatori non steroidei (FANS)
- storia di sanguinamento o perforazione gastrointestinale, correlati ad una precedente terapia con FANS;
- storia di ulcera peptica/emorragia ricorrente o in atto (due o più episodi distinti, comprovati di ulcerazione o sanguinamento);
- grave alterazione della funzionalità epatica;
- pazienti con grave insufficienza renale non sottoposti a dialisi;
- sanguinamento gastrointestinale, anamnesi di emorragia cerebrovascolare o altri episodi di sanguinamento;
- disturbi emocoagulativi o trattamento concomitante con anticoagulanti (controindicazione correlata alla via di somministrazione);
- severa insufficienza cardiaca.
Mobic può essere usato durante la gravidanza e l'allattamento?
Gravidanza
L'inibizione della sintesi delle prostaglandine può influire negativamente sulla gravidanza e/o sullo sviluppo embrio/fetale. Dati derivanti da studi epidemiologici suggeriscono un incremento del rischio di aborto spontaneo, di malformazioni cardiache e di gastroschisi dopo l'uso di un inibitore della sintesi delle prostaglandine all'inizio della gravidanza. Il rischio assoluto di malformazione cardiovascolare è incrementato da meno dell'1%, fino a circa l'1,5%. Si ritiene che il rischio aumenti con l'incremento della dose e della durata della terapia. Negli animali la somministrazione di un inibitore della sintesi delle prostaglandine ha determinato un aumento della perdita pre- e post- impianto e sono stati riportati effetti letali sull'embrione e sul feto. Inoltre è stato riportato un aumento della incidenza di varie malformazioni, incluse quelle cardiovascolari in animali trattati con un inibitore della sintesi delle prostaglandine durante il periodo di organogenesi.
Durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza meloxicam non deve essere somministrato se non chiaramente necessario. Se meloxicam è somministrato a donne che intendano concepire, o durante il primo e il secondo trimestre di gravidanza la dose deve essere mantenuta la più bassa possibile e la durata del trattamento deve essere la più breve possibile.
Durante il terzo trimestre di gravidanza, tutti gli inibitori della sintesi delle prostaglandine possono esporre il feto a:
- tossicità a livello cardiopolmonare (con chiusura prematura del dotto arterioso e ipertensione polmonare);
- disfunzione renale, che può peggiorare fino a insufficienza renale con oligo-idroamniosi;
Alla fine della gravidanza, la madre e il neonato possono essere esposti ai seguenti rischi:
- possibile prolungamento del tempo di sanguinamento, un effetto antiaggregante che può verificarsi anche a dosaggi molto bassi;
- inibizione delle contrazioni uterine che possono determinare un ritardo o un prolungamento del travaglio di parto.
Di conseguenza la somministrazione di meloxicam è controindicata durante il terzo trimestre di gravidanza.
Allattamento
Sebbene non esista un'esperienza specifica su meloxicam nell'uomo, è noto che i FANS sono escreti nel latte materno. Meloxicam è stato rilevato nel latte di animali in allattamento (vedere paragrafo 5.3). Per tale ragione non è raccomandato l'uso durante l'allattamento.
Fertilità
L'uso di meloxicam, così come qualsiasi altro medicinale noto per inibire la cicloossigenasi/ sintesi delle prostaglandine, può ridurre la fertilità femminile e non è raccomandato alle donne che intendono concepire. Nelle donne che presentano difficoltà a concepire o che si stanno sottoponendo ad indagini per l'infertilità, la sospensione della terapia con meloxicam deve essere presa in considerazione.
Quali sono gli effetti indesiderati di Mobic
a) Descrizione Generale
Studi clinici e dati epidemiologici suggeriscono che l'uso di alcuni FANS (specialmente ad alti dosaggi e per trattamenti di lunga durata) può essere associato ad un modesto aumento del rischio di eventi trombotici arteriosi (ad es. infarto del miocardio o ictus) (vedere paragrafo 4.4).
In associazione al trattamento con FANS sono stati riportati edema, ipertensione e insufficienza cardiaca.
Gli eventi avversi più comunemente riportati sono di natura gastrointestinale. Possono verificarsi ulcera peptica, perforazione o sanguinamento gastrointestinale, talvolta fatali soprattutto nei pazienti anziani (vedere paragrafo 4.4). Nausea, vomito, diarrea, flatulenza, stipsi, dispepsia, dolore addominale, melena, ematemesi, stomatite ulcerativa, esacerbazione della colite e morbo di Crohn's (vedere paragrafo 4.4) sono stati riportati in seguito alla somministrazione. La gastrite è stata riportata meno frequentemente.
Sono stati riportati gravi effetti indesiderati cutanei (Severe cutaneous adverse reactions, SCAR):
sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (TEN) (vedere paragrafo 4.4).
Le frequenze sotto elencate si basano sulla corrispondente frequenza degli eventi avversi riportati in 27 studi clinici con una durata di trattamento di almeno 14 giorni. Le informazioni si basano su studi clinici condotti su 15.197 pazienti che sono stati trattati con dosi giornaliere di 7,5 o 15 mg di meloxicam, per un periodo fino ad un anno.
Sono incluse le reazioni avverse emerse dai report ricevuti in relazione alla somministrazione del medicinale commercializzato.
Le reazioni avverse sono state classificate per frequenza secondo la seguente scala convenzionale:
Molto comune (≥1/10); comune (≥1/100, <1/10); non comune (≥1/1.000, <1/100); raro (≥1/10.000,< 1/1.000); molto raro (< 1/10.000); non nota (la frequenza non può essere definita sulla base dei dati disponibili).
b) Tabella delle reazioni avverse
Patologie del sistema emolinfopoietico
Non comune: Anemia
Raro: Alterazioni della crasi ematica (inclusa la conta differenziale dei globuli bianchi) leucocitopenia, trombocitopenia
Molto raro: Sono stati riportati casi di agranulocitosi (vedere sezione c)
Disturbi del sistema immunitario
Non comune: Reazioni allergiche all'infuori di reazioni anafilattiche o anafilattoidi
Non nota: Shock anafilattico, reazioni anafilattiche, reazioni anafilattoidi
Disturbi psichiatrici
Raro: Alterazione dell'umore, incubi
Non nota: Stato confusionale, disorientamento
Patologie del sistema nervoso
Comune: Cefalea
Non comune: Vertigini, torpore
Patologie dell'occhio
Raro: Disturbi visivi compresa visione offuscata, congiuntivite
Patologie dell'orecchio e del labirinto
Non comune: Vertigini
Raro: Tinnitus
Patologie cardiache
Raro: Palpitazioni
É stata riportata insufficienza cardiaca in associazione al trattamento con i FANS.
Patologie vascolari
Non comune: Aumento della pressione sanguigna (vedere paragrafo 4.4), vampate
Patologie respiratorie, toraciche e mediastiniche
Raro: Insorgenza di attacchi d'asma in alcuni individui allergici all'aspirina o ad altri FANS
Patologie gastrointestinali
Molto comune: eventi avversi gastrointestinali come dispepsia, nausea, vomito, dolori addominali, stipsi, flatulenza, diarrea
Non comune: Sanguinamento gastrointestinale occulto o macroscopico, stomatite, gastrite, eruttazione
Raro: Colite, ulcera gastroduodenale, esofagite
Molto raro: Perforazione gastrointestinale
Non nota: Pancreatite
Emorragia gastrointestinale, ulcerazione o perforazione possono talvolta essere gravi e potenzialmente fatali specie nei pazienti anziani (vedere paragrafo 4.4)
Patologie epatobiliari
Non comune: Disturbo della funzionalità epatica (es. aumento delle transaminasi o bilirubina)
Molto raro: Epatite
Patologie della cute e del tessuto sottocutaneo
Non comune: Angioedema, prurito, eruzione cutanea
Raro: Sindrome di Stevens-Johnson, necrolisi epidermica tossica, orticaria
Molto raro: Dermatite bollosa, eritema multiforme
Non nota: Reazioni di fotosensibilizzazione
Patologie renali e urinarie
Non comune: Ritenzione di sodio e idrica, iperkaliemia (vedere paragrafo 4.4 Avvertenze speciali e precauzioni di impiego e paragrafo 4.5), test alterati di funzionalità renale (aumento della creatinina nel siero e/o urea nel siero).
Molto raro Insufficienza renale acuta in pazienti con fattori di rischio (vedere paragrafo 4.4)
Patologie dell'apparato riproduttivo e della mammella
Non nota: Infertilità femminile, ritardo dell'ovulazione
Patologie sistemiche e condizioni relative alla sede di somministrazione
Comune: Indurimento al sito di iniezione, dolore al sito di iniezione
Non comune: Edema, incluso edema agli arti inferiori
c) Informazioni relative a reazioni avverse individuali gravi e/o frequentemente osservate Sono stati riportati casi molto rari di agranulocitosi in pazienti trattati con meloxicam in associazione ad altri medicinali potenzialmente mielotossici (vedere paragrafo 4.5).
d) Reazioni avverse che non sono ancora state osservate in relazione al prodotto, ma che sono generalmente attribuibili agli altri componenti della stessa classe
Lesione organica renale che può portare a insufficienza renale acuta: sono stati riportati casi molto rari di nefrite interstiziale, necrosi acuta tubulare, sindrome nefrotica e necrosi papillare (vedere paragrafo 4.4).
Segnalazione delle reazioni avverse sospette
La segnalazione delle reazioni avverse sospette che si verificano dopo l'autorizzazione del medicinale è importante, in quanto permette un monitoraggio continuo del rapporto beneficio/rischio del medicinale. Agli operatori sanitari è richiesto di segnalare qualsiasi reazione avversa sospetta tramite il sistema nazionale di segnalazione all'indirizzo http://www.agenziafarmaco.gov.it/content/come-segnalare-una-sospetta-reazione-avversa.
Patologie correlate:
- Artrite reumatoide
Tra le malattie reumatiche l’artrite reumatoide è una di quelle con più forte impatto sociale in termini di incidenza, riduzione della qualità di vita, in soggetti spesso giovani, e costi economici. Cruciale è la diagnosi precoce - Artrosi
L'artrosi è una malattia cronica della cartilagine articolare e dei tessuti circostanti, caratterizzata da dolore, rigidità e deficit funzionale. - Herpes zoster
Infezione (comunemente chiamata anche fuoco di sant'Antonio) provocata dal virus della varicella-zoster, che causa una dolorosa eruzione cutanea di vescicole piene di liquido. - Lupus eritematoso sistemico
Malattia infiammatoria cronica del tessuto connettivo, che può colpire articolazioni, reni, mucose e pareti dei vasi sanguigni. - Mastopatia fibrocistica
Lesione benigna caratterizzata dalla presenza di dolore, cisti e modularità diffuse della mammella. Piccoli noduli sono normalmente presenti nel tessuto mammario, dovuti alle fluttuazioni ormonali a cui l'organo è sottoposto ad ogni ciclo mestruale. Il loro ingrandimento, associato alla presenza di - Morbo di Paget
Malattia cronica dello scheletro, chiamata anche osteite deformante, caratterizzata da un rimodellamento patologico del tessuto osseo che ne provoca l'ingrossamento e l'indebolimento. - Orecchioni
Infezione virale contagiosa, detta anche parorite epidemica, che colpisce le ghiandole salivari, in particolar modo le ghiandole parotidi, situate in prossimità dell'orecchio. L'infezione conferisce immunità per tutta la vita ed è quindi caratteristica dell'infanzia. - Pleurite
Infiammazione acuta o cronica della pleura, membrana composta da due foglietti che rivestono la superficie esterna dei polmoni e l'interno della cavità toracica, a stretto contatto fra loro e separati solo da una piccola quantità di liquido. - Poliposi
Condizione caratterizzata dalla presenza nel tubo digerente di numerosi polipi. I polipi neoformazioni benigne di tessuto che crescono nella parete dell'intestino, e più raramente dello stomaco, sporgendo nel lume, a volte attaccati attraverso un peduncolo. - Sclerodermia
Domenica 26 settembre 2010 è la Giornata del Ciclamino, che offre la possibilità da ormai dieci anni, di sostenere la lotta alla Sclerodermia. Una patologia cronica, autoimmune, invalidante, multiorgano che colpisce in prevalenza le donne, ma può essere diagnosticata per tempo - Sindrome temporo-mandibolare
Alterazione della giunzione fra osso temporale del cranio e mandibola, o dei legamenti e dei muscoli che la supportano e la fanno muovere. Si tratta di un'articolazione molto delicata, il cui allineamento deve essere perfetto per permettere una normale masticazione - Tendinite
Infiammazione dei tendini le strutture di tessuto fibroso che connettono i muscoli all'osso. In alcuni casi l'infiammazione si estende alla... - Tiroidite
Alla prevenzione delle patologie tiroidee prima, durante e dopo la gravidanza è dedicata la Giornata Nazionale della Tiroide 2010, promossa e organizzata dalle principali associazioni dei pazienti
Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico