17 giugno 2019
Aggiornamenti e focus
Malattie croniche: il ruolo della riduzione del danno nel tabagismo
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In Italia ad avere una diagnosi di patologia cronica sono il 40% dei cittadini, il 21% dei quali ne ha due contemporaneamente. Comunque, nel 41,5% dei casi chi soffre di una patologia cronica ed è ben curato può sentirsi in buona salute. Una condizione abbastanza diffusa, ma che prevede un impegno organizzativo e gestionale non da poco da parte dei familiari, dei medici di medicina generale, delle strutture territoriali. Così come i corretti stili di vita, la prevenzione. Obesità e tabagismo per esempio sono effetto di stili di vita errati, dovrebbero essere considerati malattie croniche ma c'è difficoltà culturale ad ammetterlo, di certo hanno come conseguenza molte altre patologie croniche e insieme ben 19 milioni di morti all'anno nel mondo (11 milioni la cattiva alimentazione).
Le malattie croniche si caratterizzano per il fatto di presentare sintomi che perdurano nel tempo, possono essere tra loro molto diverse: cardiopatie, ictus, tumori, diabete, malattie respiratorie, malattie neurologiche e neurodegenerative, disturbi muscolo-scheletrici, difetti di vista e udito e alcune malattie genetiche, solo per citare alcuni esempi.
I medici di medicina generale sono proiettati come cardine di queste nuove strategie di sanità pubblica: va costruita un'alleanza terapeutica con il paziente, garantita un'aderenza terapeutica, va tenuto sotto controllo lo stress e il disagio psicologico, occorre sia migliorare il decorso e le complicanze dovute alla condizione sia mantenere a un buon livello il rapporto costi-benefici.
In questo scenario si è svolto a Terni (7-8 Giugno) il Congresso Simg Centro Italia, la società dei medici di medicina generale. "Orgoglio e Pregiudizio" il titolo dell'evento ma il cambio generazionale dei medici e i modelli di gestione delle cronicità, e un nuovo ruolo per la prevenzione, le chiavi di lettura e dibattito. Comprese nuove strategie per combattere il tabagismo, malattia e non vizio.
«Guardando al futuro insieme ai nostri giovani medici, dobbiamo migliorare l'efficienza dell'assistenza sul territorio fondata sulla centralità del medico di famiglia, che in Umbria ha il proprio pilastro sulla rete dei nuovi ambulatori delle Aft (Aggregazioni Funzionali Territoriali) - ha dichiarato il Presidente Simg Umbria Alessandro Rossi -. Dobbiamo essere pronti per garantire ai cittadini servizi innovativi grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie e ad una vera integrazione con altre figure professionali come gli infermieri del territorio, per evitare ai nostri pazienti cronici eventi acuti che li debbano costringere a rivolgersi all'ospedale».
Tabagismo: una cronicità
Tra le cronicità che il medico di medicina generale si trova ad affrontare c'è anche il tabagismo: un fenomeno causa di diverse patologie nell'ambito respiratorio, cardiaco e metabolico. A Terni vi è stato un panel sul tema "Quale strategia adottare di fronte al soggetto fumatore?". La strategia del minor danno sembra trovare d'accordo i medici di medicina generale. «Il nostro primo obiettivo è quello di non far mai iniziare a fumare, a cominciare dai pediatri che devono fare azione di consulenza sugli adolescenti - dichiara Rossi -. In secondo luogo, abbiamo l'obbligo di convincere chi fuma a smettere, mettendo a disposizione competenze e strategie approvate. Resta il fatto che non sempre funzionano. A sospendere di fumare arriva nel migliore dei casi il 5-10% dei tabagisti. Quindi, compito del medico, anche dal punto di vista etico, sarà quello di intervenire sulla maggior parte dei fumatori che non smettono cercando di ridurre il danno che è un'azione tipica della medicina generale, e che spero possa rientrare nelle linee guida». Una via, quella della riduzione del danno, che già in molti Paesi affianca le tradizionali politiche di disassuefazione e cessazione, promuovendo l'utilizzo di dispositivi senza combustione, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato, per i fumatori adulti che, a volte anche dopo eventi gravi, non vogliono o non riescono a smettere di fumare.
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Malattie croniche
Le malattie croniche si caratterizzano per il fatto di presentare sintomi che perdurano nel tempo, possono essere tra loro molto diverse: cardiopatie, ictus, tumori, diabete, malattie respiratorie, malattie neurologiche e neurodegenerative, disturbi muscolo-scheletrici, difetti di vista e udito e alcune malattie genetiche, solo per citare alcuni esempi.
I medici di medicina generale sono proiettati come cardine di queste nuove strategie di sanità pubblica: va costruita un'alleanza terapeutica con il paziente, garantita un'aderenza terapeutica, va tenuto sotto controllo lo stress e il disagio psicologico, occorre sia migliorare il decorso e le complicanze dovute alla condizione sia mantenere a un buon livello il rapporto costi-benefici.
Orgoglio e pregiudizio
In questo scenario si è svolto a Terni (7-8 Giugno) il Congresso Simg Centro Italia, la società dei medici di medicina generale. "Orgoglio e Pregiudizio" il titolo dell'evento ma il cambio generazionale dei medici e i modelli di gestione delle cronicità, e un nuovo ruolo per la prevenzione, le chiavi di lettura e dibattito. Comprese nuove strategie per combattere il tabagismo, malattia e non vizio.
«Guardando al futuro insieme ai nostri giovani medici, dobbiamo migliorare l'efficienza dell'assistenza sul territorio fondata sulla centralità del medico di famiglia, che in Umbria ha il proprio pilastro sulla rete dei nuovi ambulatori delle Aft (Aggregazioni Funzionali Territoriali) - ha dichiarato il Presidente Simg Umbria Alessandro Rossi -. Dobbiamo essere pronti per garantire ai cittadini servizi innovativi grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie e ad una vera integrazione con altre figure professionali come gli infermieri del territorio, per evitare ai nostri pazienti cronici eventi acuti che li debbano costringere a rivolgersi all'ospedale».
Tabagismo: una cronicità
Tra le cronicità che il medico di medicina generale si trova ad affrontare c'è anche il tabagismo: un fenomeno causa di diverse patologie nell'ambito respiratorio, cardiaco e metabolico. A Terni vi è stato un panel sul tema "Quale strategia adottare di fronte al soggetto fumatore?". La strategia del minor danno sembra trovare d'accordo i medici di medicina generale. «Il nostro primo obiettivo è quello di non far mai iniziare a fumare, a cominciare dai pediatri che devono fare azione di consulenza sugli adolescenti - dichiara Rossi -. In secondo luogo, abbiamo l'obbligo di convincere chi fuma a smettere, mettendo a disposizione competenze e strategie approvate. Resta il fatto che non sempre funzionano. A sospendere di fumare arriva nel migliore dei casi il 5-10% dei tabagisti. Quindi, compito del medico, anche dal punto di vista etico, sarà quello di intervenire sulla maggior parte dei fumatori che non smettono cercando di ridurre il danno che è un'azione tipica della medicina generale, e che spero possa rientrare nelle linee guida». Una via, quella della riduzione del danno, che già in molti Paesi affianca le tradizionali politiche di disassuefazione e cessazione, promuovendo l'utilizzo di dispositivi senza combustione, e-cig e prodotti a tabacco riscaldato, per i fumatori adulti che, a volte anche dopo eventi gravi, non vogliono o non riescono a smettere di fumare.
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