Curare anche il corpo

18 gennaio 2008
Aggiornamenti e focus

Curare anche il corpo



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Tra i molti e sgraditi effetti collaterali dei farmaci antipsicotici c'è anche l'aumento di peso corporeo. Un'evenienza certo non gradita ai pazienti e che si accompagna a ulteriori conseguenze indesiderate: la scarsa adesione alla terapia, l'insorgenza di obesità e diabete di tipo 2 e il conseguente incremento del rischio di patologie cardiovascolari. Per contrastare l'incremento di peso corporeo un gruppo di ricercatori cinesi ha confrontato l'efficacia di due diverse opzioni, l'intervento comportamentale e l'assunzione di metformina, sia singolarmente che tra loro abbinate, rispetto all'opzione "nessun intervento". È dimostrato che gli interventi comportamentali sono utili per favorire il dimagramento dei soggetti obesi e possono prevenire o ritardare di molto l'insorgenza del diabete di tipo 2. La metformina è un medicinale ben tollerato, in genere, che contrasta la comparsa dell'insulinoresistenza e riduce il peso corporeo sia negli obesi sia nei soggetti che hanno già sviluppato il diabete di tipo 2.

Un farmaco ben tollerato


L'esperimento ha riguardato 128 soggetti, d'età compresa tra 18 e 45 anni, reclutati dopo la diagnosi di un primo episodio schizofrenico. I partecipanti dovevano essere in cura con un solo farmaco antipsicotico (clozapina, sulpiride, risperidone, olanzapina) e mostrare un incremento ponderale del 10% nei 12 mesi successivi l'inizio della terapia farmacologica.
I pazienti erano assistiti a casa, da un familiare o comunque da un adulto che fosse in grado di controllare, per le 12 settimane di durata dello studio, alimentazione, attività fisica e aderenza alla terapia prescritta. Tra i criteri d'esclusione la presenza concomitante di altre patologie croniche, una storia di tossicodipendenza, una diagnosi psichiatrica diversa dalla schizofrenia.
I partecipanti sono stati divisi in 4 gruppi: il primo riceveva 750 mg di metformina al dì; il secondo riceveva solo placebo; il terzo era sottoposto a interventi sullo stile di vita e somministrazione di metformina; il quarto come il terzo ma con placebo invece del farmaco.

Meno grassi e più moto


Questa opzione, offerta a due dei 4 gruppi di studio, comprendeva: incontri educativi sul ruolo dell'alimentazione e dell'attività fisica nel controllo del peso; la prescrizione della dieta di secondo livello secondo le indicazioni dell'American Heart Association (apporto calorico totale così ottenuto: meno del 30% dai grassi; il 55% da carboidrati; più del 15% da cibi proteici; più un incremento del consumo di fibre); 30 minuti di attività fisica quotidiana, sotto la guida di un fisiatra per la prima settimana. Gli incontri educativi erano ripetuti in occasione delle visite di controllo (a 4, 8 e 12 settimane), durante le quali i ricercatori valutavano e registravano il livello di adesione dei pazienti agli interventi prescritti, farmacologici e "sportivi".Peso, indice di massa corporea e circonferenza vita sono cresciuti nel gruppo placebo e diminuiti negli altri tre gruppi, a eccezione del giro vita, che nei pazienti sottoposti al solo intervento comportamentale non è più calato dopo le prime 4 settimane.Stesso discorso, cioè aumento con il placebo e riduzione nei tre gruppi d'intervento, per la glicemia media a digiuno, i livelli d'insulina e l'indice d'insulinoresistenza (IRI). Quest'ultimo in particolare è sceso rispettivamente di 3,6 nel gruppo metformina + intervento comportamentale; di 3,5 nel gruppo metformina; di 1,0 nel gruppo solo correzione dello stile di vita. Dal punto di vista clinico l'importanza di questo studio non risiede tanto nella conferma dell'efficacia dei trattamenti sperimentati quanto nella dimostrazione che essi sono altrettanto efficaci e applicabili in una popolazione di pazienti psichiatrici che, nel periodo in osservazione hanno anche mantenuto un adeguato controllo della schizofrenia.

Elisabetta Lucchesini



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