#coronavirus, fitoterapia: quale contributo in emergenza? - Il commento di Fabio Firenzuoli
Modesto contributo? Probabile. Il virus è nuovo, aggressivo, e la collettività mondiale è sconvolta. Una difficile sfida accettata con misure anche drastiche, talvolta anche in assenza di prove di efficacia specifiche, appunto perché questo virus prima non c'era. L'emergenza obbligato tutti a ricorrere comunque a quello che di più razionale può e deve esser fatto. Peraltro misure anche disattese da alcuni, per ignoranza, leggerezza o spavalderia, oppure per incoscienza, come quella di chi evoca la disobbedienza civile. Misure da rispettare e con rigore, nella speranza siano sufficienti, basate su esperienze ed evidenze anche pregresse, adottate per altre epidemie o comunque basate su ricerche che ne giustificano il razionale. E proprio da esperienze ed evidenze anche pregresse, come pure da ricerche in fieri, nasce pure l'attenzione al mondo della fitoterapia, dal quale emergono alcune risorse, sia ai fini della prevenzione sia della cura di alcuni sintomi da infezioni di virus respiratori.
Non possiamo non ricordare che in molti casi l'infezione è clinicamente silente, mentre al contrario la morte è l'evento clinico finale in una piccola ma significativa percentuale e particolare tra gli anziani con altre patologie.
E se tutto quello che è ragionevole fare può e deve essere adottato, anche se di modesto, allora anche la fitoterapia potrebbe fare la sua parte, in termini di ricerca ma anche di contributi, protettivi e sintomatici. In particolare riteniamo questo utile per il personale sanitario esposto al rischio di contagio, cui conseguirebbe anche assenza dal lavoro ed ulteriore aggravio sulla collettività tutta.
Volutamente non indichiamo alcuna pianta, seppur registrata come medicinale, seppur potenzialmente utile per il sistema immunitario, così come non indichiamo alcuna pianta seppur con interessanti attività biologiche nei confronti di virus influenzali. Per non richiamare l'attenzione di possibili avvoltoi, per non alimentare la corsa al primo integratore di turno, né tantomeno creare improvvide illusioni in una popolazione già molto provata.
Ma la fitoterapia c'è, con il suo più o meno modesto contributo, razionale come sempre.
Fabio Firenzuoli
CERFIT, Centro di ricerca e innovazione in fitoterapia
AOU Careggi, Università di Firenze
Riferimenti bibliografici:
Maxmen A. More than 80 clinical trials launch to test coronavirus treatments. Nature 578, 347-348 (2020) doi: 10.1038/d41586-020-00444-3.
Fonte: fitoterapia33
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