24 novembre 2020
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Covid-19, lattoferrina una barriera naturale? I risultati di uno studio italiano
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La lattoferrina, presente nelle mucose e nei granuli dei linfociti neutrofili, è in grado di inibire sia direttamente che indirettamente diversi virus, e di aumentare in sicurezza la risposta immunitaria sistemica. Per questo è stato eseguito in Italia uno studio dove gli autori concludono che: "la lattoferrina, una glicoproteina dell'immunità naturale, può essere utile per contrastare l'infezione e l'infiammazione causate dal nuovo coronavirus, agendo come barriera naturale della mucosa sia respiratoria che intestinale, e ripristinando i disturbi del ferro legati alla colonizzazione virale".
Questo studio preliminare ha però sollevato molti dubbi nella comunità scientifica. Alcuni epidemiologi della Asl Roma 1 espongono le loro perplessità in una lettera al Direttore su Quotidiano Sanità riguardo sia il ricorso a una sostanza per cui a oggi non ci sono prove adeguate sull'efficacia contro il Covid-19, sia perché lo studio presenta numerose limitazioni. Sono gli stessi autori dello studio a sottolineare che la ricerca ha dei limiti, come ad esempio il fatto che "è stata condotta soltanto su 32 pazienti, e che si rendono necessari ulteriori approfondimenti".
Non a caso è stata studiata in passato per i suoi effetti inibitori su Hiv e citomegalovirus, e non ha mostrato citotossicità. La molecola è in grado di sottrarre il ferro non legato dai fluidi corporei e dalle aree di flogosi, evitando così il danno causato dai radicali tossici dell'ossigeno e diminuendo la presenza di ioni ferrici. «I risultati ottenuti nei pazienti hanno dimostrato per la prima volta l'efficacia della lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici di positivi sintomatici a Covid-19, e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento» spiega Elena Campione, del Policlinico Tor Vergata di Roma, che ha guidato lo studio, oltre a essere l'autrice principale di un articolo uscito sull'International Journal of Molecular Sciences in cui ha presentato la sperimentazione in questione. I ricercatori hanno somministrato per via orale e intranasale a pazienti con Covid-19 paucisintomatici e asintomatici una formulazione liposomiale innovativa di lattoferrina. La qualità, la purezza e l'integrità della lattoferrina utilizzata sono state valutate durante lo studio, e sono state effettuate anche prove in vitro sull'azione antivirale della molecola, che ha mostrato di poter impedire l'infezione da Sars-CoV-2 già in fase precoce. Gli esperti, grazie a questo approfondimento sui meccanismi d'azione della lattoferrina, sono arrivati a suggerire che il trattamento potrebbe essere ben sfruttato in particolare nei pazienti paucisintomatici e asintomatici, o addirittura a livello di prevenzione.
Farmacista33
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Questo studio preliminare ha però sollevato molti dubbi nella comunità scientifica. Alcuni epidemiologi della Asl Roma 1 espongono le loro perplessità in una lettera al Direttore su Quotidiano Sanità riguardo sia il ricorso a una sostanza per cui a oggi non ci sono prove adeguate sull'efficacia contro il Covid-19, sia perché lo studio presenta numerose limitazioni. Sono gli stessi autori dello studio a sottolineare che la ricerca ha dei limiti, come ad esempio il fatto che "è stata condotta soltanto su 32 pazienti, e che si rendono necessari ulteriori approfondimenti".
Studi su Hiv e citomegalovirus
Non a caso è stata studiata in passato per i suoi effetti inibitori su Hiv e citomegalovirus, e non ha mostrato citotossicità. La molecola è in grado di sottrarre il ferro non legato dai fluidi corporei e dalle aree di flogosi, evitando così il danno causato dai radicali tossici dell'ossigeno e diminuendo la presenza di ioni ferrici. «I risultati ottenuti nei pazienti hanno dimostrato per la prima volta l'efficacia della lattoferrina nel favorire, senza effetti avversi, la remissione dei sintomi clinici di positivi sintomatici a Covid-19, e la negativizzazione del tampone già dopo 12 giorni dal trattamento» spiega Elena Campione, del Policlinico Tor Vergata di Roma, che ha guidato lo studio, oltre a essere l'autrice principale di un articolo uscito sull'International Journal of Molecular Sciences in cui ha presentato la sperimentazione in questione. I ricercatori hanno somministrato per via orale e intranasale a pazienti con Covid-19 paucisintomatici e asintomatici una formulazione liposomiale innovativa di lattoferrina. La qualità, la purezza e l'integrità della lattoferrina utilizzata sono state valutate durante lo studio, e sono state effettuate anche prove in vitro sull'azione antivirale della molecola, che ha mostrato di poter impedire l'infezione da Sars-CoV-2 già in fase precoce. Gli esperti, grazie a questo approfondimento sui meccanismi d'azione della lattoferrina, sono arrivati a suggerire che il trattamento potrebbe essere ben sfruttato in particolare nei pazienti paucisintomatici e asintomatici, o addirittura a livello di prevenzione.
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