24 febbraio 2021
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Covid-19, i tre sintomi classici non bastano per individuare chi sottoporre a test
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Estendere l'elenco dei sintomi avrebbe rilevato il 96% dei casi sintomatici
Secondo uno studio pubblicato sul Journal of Infection, sottoporre a test per Covid-19 solo le persone che presentano quella che ormai viene definita la triade classica di sintomi, ovvero tosse, febbre e perdita dell'olfatto, potrebbe aver fatto perdere diversi casi di positività. «Estendere l'elenco dei sintomi e includere affaticamento, mal di gola, mal di testa e diarrea avrebbe rilevato il 96% dei casi sintomatici» spiega Michela Antonelli, del King's College di Londra, autrice principale dello studio.
I ricercatori hanno analizzato i dati di oltre 122.000 adulti nel Regno Unito utenti dell'app ZOE COVID Symptom Study, che hanno riferito di aver manifestato potenziali sintomi di Covid-19, dei quali 1.202 sono risultati positivi a un test Pcr entro una settimana dalla prima sensazione di malessere. Gli esperti hanno visto che testare persone con uno dei tre sintomi classici avrebbe individuato il 69% dei casi, e che 46 persone sarebbero risultate negative per ogni persona positiva.
Tuttavia, estendendo il test a persone con uno di sette sintomi, tra tosse, febbre, anosmia, affaticamento, mal di testa, mal di gola e diarrea, nei primi tre giorni di malattia avrebbe rilevato il 96% dei casi sintomatici. In questo caso, per ogni persona positiva identificata, 95 sarebbero risultate negative. I ricercatori hanno anche scoperto che gli utenti dell'app erano più propensi a selezionare mal di testa e diarrea come sintomi entro i primi tre giorni di malessere e febbre durante i primi sette giorni, il che riflette i diversi tempi dei sintomi nel decorso della malattia.
I dati mostrano inoltre che il 31% delle persone affette da Covid-19 non ha presentato nessuno della triade di sintomi nelle prime fasi della malattia, quando essa è più contagiosa. Tosse o dispnea sono state riportate dal 46% degli individui positivi per Covid-19 entro i primi tre giorni dall'insorgenza dei sintomi. Quando gli utenti hanno segnalato la febbre, la sensibilità è aumentata al 60%, mentre la registrazione di anosmia ha portato la sensibilità al 69%. Quando sono stati aggiunti mal di testa e affaticamento, la percentuale di casi di Covid-19 è aumentata al 92%, ma i test da effettuare per scoprire un caso sono raddoppiati.
I ricercatori hanno generato con un algoritmo una serie di combinazioni di sintomi ottimali per avviare i pazienti ai test, ciascuna caratterizzata da un buon compromesso tra specificità e sensibilità, e suggeriscono che la scelta della combinazione sia fatta in base alla capacità di testare.
Fonte: Doctor33
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