03 novembre 2014
Aggiornamenti e focus
I genitori non fanno esercizio e le ragioni sono simili per mamme e papà
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Mancanza di tempo e di energia, senso di colpa nei confronti del lavoro e della famiglia, mancanza di un supporto per gestire le attività di tutti i giorni. Sono alcune delle motivazioni alla base della netta riduzione dell'attività fisica nelle neo-mamme e nei neo-papà, soprattutto in quelli che lavorano.
«Questo cambiamento nelle abitudini legato al diventare genitori è ben noto, ma non ci sono molte ricerche che hanno studiato in dettaglio quali sono gli ostacoli all'esercizio fisico o le strategie che invece potrebbero facilitarlo» spiega Emily Mailey, ricercatrice presso la Kansas state university, negli Stati Uniti, e prima autrice di uno studio da poco pubblicato sulla rivista Biomed central public health. Per chiarire la questione, Maileye colleghi hanno chiesto a un gruppo di genitori - sia mamme, sia papà - quali fossero i principali ostacoli allo svolgere attività fisica e le ragioni che li tenevano lontani dal movimento.
Mentre un tempo il padre era colui che "portava a casa il pane" e si occupava poco della cura della casa e della gestione dei figli, oggi la situazione è decisamente cambiata. «Il tempo che i padri dedicano alla cura dei figli è aumentato notevolmente negli ultimi anni, forse perché è aumentato il numero delle coppie nelle quali entrambi i genitori lavorano e ciò ha portato a una maggiore condivisione delle responsabilità familiari» spiega l'autrice, che nel suo studio ha voluto approfondire proprio le differenze tra madri e padri per quanto riguarda la diminuzione dell'attività fisica dopo l'arrivo di un figlio. «Data la situazione attuale viene da pensare che i padri siano spinti da motivazioni simili a quelle delle madri» chiarisce Mailey. E in effetti i principali ostacoli al movimento sono molto simili nei genitori che lavorano, indipendentemente dal sesso: mancanza di tempo, ma anche senso di colpa soprattutto perché dedicare tempo all'esercizio viene spesso visto come un atteggiamento egoista che toglie tempo e attenzione alla famiglia. E mentre fino a pochi anni fa questo senso di colpa era considerato tipicamente femminile, i dati dello studio dimostrano come anche i papà lo sentono e lo definiscono come un grande ostacolo alla possibilità di dedicarsi all'attività fisica.
Se le motivazioni più citate sono le stesse, le ragioni che portano alla ridotta attività nei neo-genitori maschi e femmine non sono però del tutto identiche. Per quanto riguarda il senso di colpa, per esempio, sia madri che padri affermano di sentirsi in colpa verso la famiglia, ma nelle mamme emerge anche un senso di colpa nei confronti del lavoro - con la paura, per esempio, di essere giudicate dai colleghi - del tutto assente nei papà. Da parte loro i padri riferiscono un senso di colpa nei confronti della moglie alla quale vorrebbero dedicare più tempo, mentre le madri non citano lo stessa sensazione nei confronti dei mariti. «A conti fatti, però, indipendentemente dal livello di attività fisica svolta e dalle differenze tra i due sessi, dalla ricerca emerge che con l'arrivo del figlio le priorità cambiano e l'attenzione maggiore è riservata alla famiglia» chiarisce la ricercatrice, che poi conclude: «Per aumentare il livello di attività fisica nei neo-genitori si dovrebbe puntare su strategie comuni a mamme e papà, concentrandosi per esempio sul fatto che svolgere attività fisica fa bene a tutta la famiglia, insegnando come dare priorità più alta al movimento e fornendo anche un supporto per la gestione delle attività quotidiane».
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