Influenza 2018-2019: tutto quello che c’è da sapere
Lo abbiamo chiesto a Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell'Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario IRCCS Galeazzi di Milano.
Come si distingue la vera influenza da altre forme, le cosiddette sindromi parainfluenzali?
Tecnicamente si può parlare di influenza solo se, mediante un tampone faringeo, si isola il virus in laboratorio, ma questo lo si fa molto raramente e solo a fini epidemiologici.
A fini pratici, si può parlare di influenza solo se ci sono tre condizioni presenti contemporaneamente:
- febbre elevata > 38° a insorgenza brusca
- sintomi sistemici: dolori muscolari e articolari, sensazione come di bastonatura
- sintomi respiratori: tosse, naso che cola, congestion e secrezione nasale, mal di gola
In tutti gli altri casi si parla di infezioni respiratorie acute o sindromi parainfluenzali, come ad esempio il raffreddore, dove i sintomi principali sono il naso otturato e gli starnuti frequenti.
Come sarà l’influenza 2018-2019?
La stagione influenzale che ci aspettiamo ad oggi dovrebbe essere di intensità media ma con non meno di 5 milioni di casi. Nell'emisfero australe in Australia e Nuova Zelanda, dove già circola l'influenza, la stagione invernale sta scorrendo con bassi livelli di diffusione e una prevalenza del virus AH1N1. Con l'influenza, però, non bisogna mai abbassare la guardia. Teoricamente, per come stanno ora le cose, le indicazioni sono per una stagione di media intensità. Ma non dobbiamo dimenticare che in Australia il periodo a rischio non è ancora finito e che le cose possono cambiare anche radicalmente.
Quanto successo lo scorso anno ce l'ha ricordato chiaramente: ci aspettavano una stagione nella norma e, invece, quella 2017/2018 è stata una delle stagioni più pesanti degli ultimi anni, con il numero record di 8,5 milioni di casi solo in Italia. Una lezione che non dobbiamo dimenticare. Molto dipenderà anche dal meteo: se questo inverno dovesse essere più lungo e freddo sicuramente si avranno molti più pazienti influenzati.
Cosa fare in caso di influenza?
In caso di contagio, il consiglio migliore è quello di riposare e di utilizzare, dove necessario, di farmaci di automedicazione, che sono il pilastro principale nel trattamento delle sindromi influenzali e parainfluenzali. È fondamentale che l'automedicazione sia responsabile, ovvero l'uso dei farmaci senza obbligo di ricetta deve servire a stare meglio e cioè ad attenuare i sintomi senza azzerarli, seguendo, quindi, l'andamento della malattia e consultando il medico, se le cose non migliorano o peggiorano, dopo 4 - 5 giorni. Tra i farmaci di automedicazione più utilizzati sono disponibili ad esempio: antistaminici, contro gocciolamento nasale, starnuti, congiuntivite; vasocostrittori (contenuti negli spray nasali) contro il naso chiuso; collutori o pastiglie anti congestionanti o antisettici contro il mal di gola; sedativi, fluidificanti e mucolitici contro la tosse; antinfiammatori (antidolorifici e antipiretici) contro dolori e febbre. Molto utili sono anche quei farmaci che combinano più principi attivi.
È utile ricordare che è sempre necessario conservare i farmaci nel modo corretto. Evitate, quindi, forti sbalzi di temperatura, conservateli in un posto sicuro e teneteli lontani dalla portata dei bambini. Prima di utilizzare i farmaci di automedicazione, riconoscibili grazie al bollino che sorride sulla confezione, è necessario leggere con attenzione il foglietto illustrativo e in caso di dubbio, rivolgersi al farmacista o al proprio medico di fiducia.
È utile assumere gli antibiotici?
In caso di influenza gli antibiotici sono inutili e non vanno assolutamente impiegati; anzi il loro uso può rivelarsi addirittura dannoso per la possibilità di determinare un'alterazione della flora batterica delle prime vie respiratorie, con conseguente eventualità di favorire una superinfezione da parte di un microrganismo resistente. Gli antibiotici trovano, invece, indicazione nelle complicanze batteriche broncopolmonari e devono essere utilizzati solo dopo aver effettuato una visita medica, quando i sintomi dell'influenza non passano con i farmaci di automedicazione oppure se, dopo un'apparente guarigione, si manifesta un ritorno di febbre e tosse produttiva.
Quando è necessario ricorrere al vaccino?
Il vaccino è una fondamentale opportunità e, in alcuni casi, un salvavita per i soggetti a rischio: ovvero tutti i malati con patologie respiratorie e cardiache di qualsiasi età. Ma è anche, per tutti, un'opportunità di riduzione dell'assenteismo scuola/lavoro e del rischio di contagiare soggetti fragili della propria famiglia. Ovviamente, il vaccino non protegge da tutte le forme non dovute a virus influenzali: questo significa che la possibilità di prendere l'influenza non è eliminata ma, in caso di malattia, i sintomi sarebbero attenuati. Quindi il vaccino può essere considerato come un'assicurazione contro le complicanze dell'influenza ma, non avendo efficacia contro i virus parainfluenzali, il ricorso ai farmaci di automedicazione resta complementare e di fondamentale importanza per meglio gestire anche i sintomi associati a queste diverse infezioni. In conclusione, è bene prevenire l'influenza e agire in anticipo, iniziando a pensare da subito alla vaccinazione che partirà come ogni anno da ottobre.
La nuova composizione vaccinale 2018/2019: A/Michigan/45/2015 (H1N1) - presente anche nel vaccino 2017-2018; A/Singapore/INFIMH-16-0019/2016 (H3N2)-nuova variante; B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria) - nuova variante.
A cura di:
Chiara Romeo
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