Trapianti, "Adesso lo sai, adesso puoi decidere". La campagna del Ministero sulla donazione di organi e tessuti
In Italia la donazione di organi e tessuti è regolamentata da leggi e protocolli che ne definiscono procedure operative, eventuali controindicazioni cliniche per il donatore e modalità di adesione. E' possibile diventare donatori sia in vita, sia dopo la morte.
Donatori in vita
Donazioni di organi
Si possono donare, in vita, il rene e una porzione del fegato. Dal 2012 è consentito anche il trapianto parziale tra persone viventi di polmone, pancreas e intestino, anche se finora non si sono verificati interventi di questo tipo.
In Italia le donazioni da vivente di rene e fegato sono frequenti; in media si fanno più di 300 interventi l'anno. In genere, queste tipologie di interventi si eseguono tra consanguinei (come genitore e figlio) o persone affettivamente correlate (come moglie e marito).
La maggior parte dei centri autorizzati al trapianto di rene da vivente eseguono il prelievo dell'organo con tecniche mini-invasive, come la laparoscopia.
Donazione di cellule staminali emopoietiche
Le cellule staminali emopoietiche si trovano nel midollo osseo, nel sangue periferico e nel sangue contenuto nel cordone ombelicale e possono essere donate soltanto durante da vivente.
Con il trapianto è possibile oggi curare moltissime malattie, come le leucemie, per le quali le terapie convenzionali non offrono sufficienti possibilità di guarigione.
Per iscriversi al Registro Italiano Donatori di Midollo Osseo- IBMDR bisogna avere un'età compresa tra 18 e 35 anni, pesare almeno 50 kg ed essere in buona salute. E' previsto uno screening.
Donazione di sangue del cordone ombelicale
La mamma che desideri donare il sangue cordonale dovrà sottoscrivere un consenso informato, sottoporsi a un colloquio anamnestico e ad esami del sangue (gratuiti) al parto e dopo sei mesi, per escludere la presenza di malattie infettive che possono essere trasmesse al paziente. La conservazione del sangue cordonale ad uso autologo, non è consentita in Italia in quanto al momento non esistono evidenze scientifiche riguardo a un suo impiego a scopo personale.
È possibile donare il sangue del cordone ombelicale per metterlo a disposizione della collettività, oppure conservarlo a scopo "dedicato", cioè in una di queste tre situazioni:
- quando il nascituro o un suo consanguineo (fratello/sorella) presenta, o al momento del parto o in epoca pregressa, una patologia per la quale il trapianto di cellule staminali emopoietiche è clinicamente indicato;
- quando nella famiglia c'è il rischio di una malattia geneticamente trasmissibile a futuri figli per la quale il trapianto è una pratica scientificamente appropriata;
- in caso di patologie che, al momento, non sono ricomprese nell'elenco delle malattie trattabili con il trapianto di cellule staminali cordonali, ma per le quali sussistono comprovate evidenze scientifiche di un loro impiego nell'ambito di sperimentazioni cliniche regolamentate.
Donatori dopo la morte
Questa scelta può essere fatta a qualsiasi età, e si può cambiare idea sulla donazione in qualsiasi momento, fa sempre fede l'ultima dichiarazione resa in ordine temporale.
Cinque le possibili modalità:
- firmare il modulo presso la propria Azienda Sanitaria Locale (ASL) di riferimento
presso gli uffici anagrafe dei Comuni al momento del rilascio o rinnovo della carta d'identità - compilare il tesserino blu del Ministero della Salute (o una delle donor card distribuite dalle associazioni di settore) da conservare tra i propri documenti personali
- compilare l'atto olografo dell'AIDO Associazione Italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule
- riportare la propria volontà su un foglio bianco, con data e firma, e conservare questa dichiarazione tra i propri documenti personali.
Fonte: Ministero della Salute
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