“Insegnare” fitness in acqua

14 aprile 2015
Aggiornamenti e focus

“Insegnare” fitness in acqua



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La professione di insegnante di fitness, in generale, presenta tante e tali peculiarità da non rendere possibile definire come solamente tecniche le competenze necessarie per svolgere in maniera adeguata il proprio lavoro.

Esistono, infatti, più aspetti che definiscono a grandi linee le competenze dell'istruttore. Valutiamole singolarmente, in particolare per quel che riguarda l'insegnamento del fitness in acqua. Data per acquisita la competenza relativa agli esercizi da proporre e agli obiettivi che tali esercitazioni si prefiggono, la qualità dell'insegnamento si distingue per la capacità dell'insegnante di trasferire le proprie competenze agli allievi, in maniera tale che a loro giunga chiaro e ben codificato il messaggio che si vuole inoltrare. Questa, definita come competenza dimostrativa, è la chiave di tutto il fitness in acqua. Saper trasmettere le sensazioni e permettere agli allievi di interpretare in maniera corretta le indicazioni svilupperà un piano di lavoro efficace e duraturo nel tempo.

Didattica di insegnamento

All'interno di questo parametro ovviamente ha vasto spazio la didattica d'insegnamento. Quanto più questa è semplice e adeguata alle capacità degli allievi, tanto maggiore risulterà essere la comprensione delle esercitazioni proposte. In un contesto di persone adulte, un approccio didattico che passi dall'analitico al globale dovrebbe essere teoricamente quello più indicato. In sostanza, dalla corsa in acqua svolta in maniera istintiva, si dovrebbe giungere, ad esempio, alla corsa con accentuazioni delle ampiezze da raggiungere. In realtà, essendo sovente il pubblico presente alle lezioni "principiante" in merito alle attività acquatiche, il processo inverso potrebbe essere preferito. Comprendere il mezzo in cui si opera è già un obiettivo specifico e complesso. La sofisticazione dei gesti e la loro personalizzazione potrà realizzarsi solo ove esista competenza specifica degli allievi. In realtà, andremo a verificare che il metodo "misto", cioè analitico e globale che si compenetrano, è quello che più sovente si presenta. L'impiego di segnali convenzionati (vocali, mimici, gestuali) tra l'insegnante e il gruppo di allievi che identifichino descrizioni più complesse (ad esempio, utilizzare solo la mano per segnalare un salto verso l'alto, indicando con le dita verso il soffitto) risulta essere necessario. Sebbene si consideri sovente come indispensabile un linguaggio tecnico e sia importante dare un taglio molto preciso alle terminologie delle esercitazioni proposte, sarà indispensabile non tanto che gli allievi sappiano il nome dell'esercizio, ma che siano in grado di associare nomi o gesti convenzionali all'esecuzione richiesta. Gli stessi gesti potranno variare anche in funzione dei gruppi con cui si opera, purché risulti chiaro agli allievi stessi.

La dimostrazione e l'impiego della voce

La dimostrazione è l'aspetto tecnico più visibile agli occhi del pubblico. Saper dimostrare chiaramente l'esercizio attraverso un approccio didattico comprensibile e tecnicamente valido, anche dal punto dell'esecuzione materiale da parte dell'istruttore, risulta essere uno degli aspetti fondamentali dell'insegnamento.

Un'altra annotazione di carattere tecnico è relativa all'impiego della voce. Comunemente ritenuta il fulcro dell'insegnamento, essa è talvolta un'arma a doppio taglio. Infatti, se da un lato risulta estremamente positivo rinforzare la propria dimostrazione con delle descrizioni verbali adeguate, dall'altra affidarsi unicamente ad essa potrebbe risultare "pericoloso". In effetti, oltre ai ben noti problemi acustici che esistono in piscina, potrebbe succedere di non parlare un linguaggio comprensibile alle orecchie degli allievi. In questo caso, affidarsi unicamente alla propria voce potrebbe addirittura rivelarsi controproducente.

Due tipologie d lezione

Valutiamo ora quali aspetti meramente dimostrativi debbano essere attentamente considerati quando si insegna a una classe di fitness in acqua. Esistono due tipologie differenti di lezioni: quelle svolte dove non si tocca e quelle dove le persone riescono ad appoggiare i piedi sul fondo vasca. Queste due situazioni costringono l'insegnante a dimostrare i movimenti proposti simulando una situazione per lui irreale, in quanto, se la dimostrazione avviene sul bordo vasca, l'acqua non esiste, ed è quindi la sua bravura, sospesa tra arte mimica e competenze ed esperienze personali, che consentirà agli allievi di interpretare a loro volta i movimenti particolari richiesti. E le due dimostrazioni, cioè quella della lezione in acqua bassa e quella in acqua alta hanno aspetti profondamente diversi in quanto una prevede una dimostrazione pressoché costante da "in piedi", con una visualizzazione dei gesti rallentata per simulare l'acqua, mentre l'altra prevede dimostrazione anche da seduto in quanto più vicina all'esecuzione acquatica. Considerata l'impossibilità di alcune dimostrazioni in maniera corrispondente, sarà necessario trovare un codice attraverso il quale far capire ai propri allievi quanto richiesto. Risulta quindi importante trovare un sistema di appoggio che simuli il movimento in acqua alta (sedia, panchina...) e un codice di parole che indichino il gesto richiesto (Esther flow, scivolata sul fianco battendo le gambe) .

Paolo Michieletto
(Docente Universitario presso la Facoltà di Scienze Motorie di Torino della materia "Fitness in acqua")



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