Riabilitazione in palestra: le competenze del trainer

15 aprile 2015
Aggiornamenti e focus

Riabilitazione in palestra: le competenze del trainer



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Sempre più spesso nei centri fitness, gli utenti chiedono di essere orientati verso esercizi di tipo terapeutico per ottenere aiuto in questa o quella dis- abilità. Quali competenze dovrebbe quindi avere l'operatore e come comportarsi? Il concetto di base è quello di capire innanzitutto la fase in cui si trova l'utente (fase acuta, fase sub- acuta o fase degli esiti) . Bisogna capire se sussistono condizioni che controindicano, in assoluto o parzialmente, un intervento (red flag) e che impongono la gestione condivisa con altri professionisti (fisioterapista, medico specialista, allenatore, ecc.) e indagare poi l'origine e le conseguenze dis- abilitanti di una problematica fisica, per erogare il giusto protocollo di lavoro. A tale scopo è necessario disporre di basi teoriche sulle quali può essere organizzata la pratica.

Il compito dell'operatore

Cominciamo con il pensare che la dis- abilità può essere interpretata come la rottura dell'omeostasidistrettuale prima e più generale dopo, quale conseguenza di una problematica biomeccanica, metabolica o psichica, sia essa di natura traumatica o non traumatica, che comporterà per il sistema la ricerca di compensi a discapito dell'economia, del confort e del "non dolore". Lo sforzo dell'operatore sarà quindi orientato al ripristino dell'omeostasi attraverso la rimozione della causa fonte di squilibrio (quando possibile) e alla stimolazione di tutti quei processi (biomeccanici, metabolici e psichici) il cui obiettivo ultimo sarà il miglioramento delle abilità funzionali.

Come prendere in carico il cliente

In concreto, quando si presenta per la prima volta il cliente, la presa in carico, da parte dell'operatore, dovrebbe essere a grandi linee così organizzata:

Esame: raccolta dati- valutazione funzionale mediante test e misurazioni.

Elaborazione dei dati raccolti: interpretazione dei risultati ottenuti per pianificare gli ambiti, i modi e i tempi d'intervento.

Piano di intervento: frequenza e durata degli incontri - obiettivi a breve e lungo termine e risultati previsti - descrizione della gestione del cliente attraverso le differenti tipologie di interventi procedurali.

La raccolta dati

Quando si effettua la raccolta dati è utile riunire le domande in categorie per mantenere l'informazione organizzata ed evitare informazioni ridondanti. Questo permetterà all'operatore di selezionare i test più appropriati (affidabili, efficienti, sensibili/specifici) da somministrare al cliente senza perdite di tempo. Un breve ma rilevante screening dei vari sistemi del corpo fa parte integrante della valutazione e permetterà all'operatore di verificarne il coinvolgimento nelle problematiche del cliente. Per esempio:

Cardiovascolare/respiratorio: frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, edema periferico, sintomi vagali, tipo di respirazione (orale, diaframmatica, toracica, mista)

Muscolo scheletrico: altezza, peso, simmetria, forza e ampiezza dei movimenti (rom attivo e passivo), presenza di para- dismorfismi.

Neuromuscolare: aspetto generale del controllo motorio, equilibrio, locomozione, coordinazione.

Generali e varie: fatica persistente, malessere, perdita o acquisizione di peso non spiegata, febbre, disturbi del sonno, disturbi digestivi, assunzione di farmaci.

Valutazione funzionale

Una volta che si è completata la raccolta dati e si procede alla valutazione funzionale, si applicano in maniera sistematica i test più idonei, sia per intercettare le "aree critiche" (che saranno poi bersaglio dell'intervento) che per oggettivare un miglioramento/peggioramento/stabilizzazione della situazione in fase di ri- valutazione intermedia del cliente. Deve essere ben chiaro che la base della progettazione e della realizzazione di un piano di lavoro in palestra deve ridurre al minimo la sollecitazione dei tessuti danneggiati, cercando di enfatizzare e modificare quelle attività funzionali che possono essere effettuate senza rischi. Un trainer che si occupa di training riabilitativo dovrebbe essere in grado di determinare lo stato generale di fitness del cliente e la gravità delle eventuali condizioni attuali oltre al livello di funzionalità fisica.

Il ruolo del trainer e le aree di intervento

Quando parliamo di intervento ci riferiamo a ogni azione proponibile da parte del trainer che direttamente si collega al benessere del cliente. Esistono tre grosse aree di intervento che si presentano durante il corso della seduta: la prima è la comunicazione coordinamento e documentazione, la seconda gli intervalli procedurali, la terza è l'istruzione correlata. Ognuna di queste aree è un aspetto essenziale della fase di intervento della gestione del cliente. Se le prime due sono di facile intuizione, per quanto riguarda l'istruzione al cliente dobbiamo dire che non c'è dubbio che il trainer lo si deve vedere come un educatore, un motivatore, colui che agevola il cambiamento del cliente. L'insegnamento copre sostanzialmente tre stadi dell'apprendimento: lo stato cognitivo, quello affettivo e quello psicomotorio. L'istruzione è il mezzo tramite il quale il trainer aiuta il cliente a imparare come migliorare il proprio stato di disagio, partecipando attivamente al processo di allenamento. L'istruzione si può focalizzare inizialmente sul fornire al cliente le informazioni di base sulle quali intervenire attraverso il piano di lavoro in sala pesi. La valutazione ha altresì lo scopo di mettere insieme i dati soggettivi e oggettivi.

Un bravo educatore...

Per essere un bravo educatore, un trainer deve aver compreso tutti gli aspetti del processo di apprendimento. Deve inoltre essere in grado di riconoscere lo stile di apprendimento del cliente per preparare una strategia di insegnamento e motivare il cliente a voler imparare nuovi movimenti, a voler seguire il programma di esercizi o a cambiare le proprie abitudini rispetto al proprio stato di forma e salute. È indubbio che un uso abile e creativo da parte del trainer dei tre componenti dell'intervento unito a un riesame vigile, aprono la strada a positivi risultati per il benessere sia fisico che mentale del cliente, soprattutto senza rischi per alcuno.

Marco Ciervo
(Responsabile Formazione Scuola Osteopatia dello Sport Torino)



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