Una lezione in piscina

15 aprile 2015
Aggiornamenti e focus

Una lezione in piscina



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Per preparare una lezione di fitness in acqua efficace e stimolante ci sono alcuni elementi da tenere in considerazione. Ed è necessario valutare anche quegli aspetti che in acqua divengono importanti sia dal punto di vista di potenziamento che antitraumatico. La maggior parte degli atleti dopo un impegno massimale a carattere agonistico, presenta una situazione di stress a livello della colonna vertebrale. Ma anche chi lavora tutto il giorno seduto o passa molto tempo in macchina può avere gli stessi problemi, anzi, talvolta possono essere peggiori in quanto non surrogati dal movimento fisico. L'intervento in acqua consente quindi di decomprimere la colonna vertebrale, magari non può essere specifica per ogni singolo disco, ma contribuisce a migliorare la mobilizzazione angolare dei vari segmenti che formano il rachide. Lavorare in acqua consente di ridurre momentaneamente le tensioni muscolari e la pressione intradiscale; sottolineando l'aspetto transitorio del beneficio non si può non considerare come, attraverso apposite tecniche di contrasto tra movimento e rilassamento passivo e attivo, si può permettere di riacquistare una condizione ottimale di equilibrio e delle condizioni fisiologiche intrinseche della colonna vertebrale. Sono importanti, ad esempio, lavori di rotazione dei segmenti inferiori (gambe) e superiori del busto eseguiti in sospensione o in appoggio. In questo modo, la pressione microgravitaria dell'acqua permette delle ampiezze di movimento che sul terreno non sono assolutamente realizzabili, consentendo quindi un ritorno al movimento naturale più liberamente e senza dolore da pressione.

Traumi e potenziamento

È fondamentale valutare alcuni aspetti che in acqua divengono importanti sia dal punto di vista di potenziamento che antitraumatico. Solo a titolo di esempio altamente esplicativo, immaginiamo un'esercitazione che preveda dei salti. In un balzo si assiste alla massima contrazione muscolare per effettuare il salto verso l'alto, ma, soprattutto se tale azione avviene in acqua particolarmente profonda (o addirittura partendo da immersi per fuoriuscire dall'acqua), il ritorno può parzialmente non esistere, in quanto sarà l'acqua stessa ad "assorbire" il ritorno a terra, con innegabili vantaggi nel creare una bassissima componente traumatica e/o infiammazioni tendinee dovute a reiterazioni del gesto e/o impatti al suolo. Non bisogna però trascurare quelli che sono i parametri che devono essere tenuti in considerazione nell'attività acquatica. L'obiettivo del training acquatico rimane comunque quello di tenere nella massima considerazione tutti gli aspetti (compresa la respirazione) nel momento in cui si dovrà realizzare un'ora di lezione o una seduta di allenamento.

Forza, velocità, resistenza

Anche nella preparazione atletica acquatica, come in molte altre discipline, sono presenti componenti come la forza, la velocità e la resistenza. Ovviamente all'interno di ogni disciplina prevarrà più una capacità rispetto alle altre. Diverse sono quindi le variabili che possono influenzare la prestazione richiesta e le necessarie capacità per svolgere attività concreta di training o fitness in acqua, ma ciò che più deve diventare prioritario è la valutazione di quale aspetto l'acqua possa esaltare in modo da ricercare tale effetto e non "scimmiottare" un gesto terrestre in acqua. Ad esempio, non bisogna correre velocemente in acqua (per via delle resistenze opposte dal liquido, la corsa in acqua sarà inevitabilmente sempre più lenta che sul terreno), ma ricercare la velocità o l'ampiezza di esecuzione massimale di gesti che possono risultare propedeutici per una corsa veloce. È possibile quindi realizzare una vera e propria proposta di allenamento in acqua attraverso vari esercizi e movimenti. Ed è possibile ancora in maniera più marcata la realizzazione di una lezione di fitness in acqua davvero impegnativa che pur dovendo restare alla portata di tutti, richieda obbligatoriamente la volontà degli allievi a "mettere" all'interno della lezione stessa il massimo impegno.

Aspetti da curare per preparare una buona attività in piscina

ATTIVITÀ IN ACQUA: può essere considerata un mezzo di allenamento condizionante a livello organico utile da affiancare agli altri mezzi di allenamento terrestri oltre che un elemento utile per alleggerire il carico di allenamento da un punto di vista mentale.

GALLEGGIAMENTO: equilibrio statico nell'ambiente acquatico che presuppone che una parte del corpo sia immersa quando un'altra parte del corpo è emersa.

EQUILIBRIO: stato di riposo (apparente) del corpo di un soggetto sottoposto alle forze di gravità equilibrate da quelle della spinta di Archimede. Esiste un collegamento molto importante tra l'equilibrio e lo spostamento: infatti, per andare alla stessa velocità, un individuo con maggiore sensibilità, tecnica e componenti individuali somatiche vantaggiose in acqua consumerà minore energia di qualcuno che abbia caratteristiche negative. In acqua, è possibile valutare come muoversi più velocemente: infatti si dovrà e si potrà scegliere se diminuire le resistenze, aumentare la propulsione, aumentare l'ampiezza e/o combinare al meglio tutte le componenti.

MOVIMENTI PROPULSIVI: tutti quei movimenti che tendono a spostare il corpo nell'acqua o a indirizzare i movimenti in funzione degli obiettivi. La conoscenza della corsa non è sufficiente perché il parametro acqua modifica tutti gli appoggi e l'impiego delle braccia, ma proprio per queste particolarità diviene fondamentale riserva di allenamento per atleti di ogni disciplina, nuotatori compresi. La diversa percezione dei diversi distretti del corpo abbraccia molteplici benefiche attività prestative ove la sensibilità può fare la differenza tra arrivare primo o secondo o più semplicemente per migliorare la gara con sé stessi.

Paolo Michieletto
(Docente Universitario presso la Facoltà di Scienze Motorie di Torino della materia "Fitness in acqua")



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