10 luglio 2015
Aggiornamenti e focus
José e Jessica: la “Premiata Ditta Exposito”
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Segni particolari: convincenti. E coinvolgenti. Lui: determinato, cortese, reattivo. Lei: solare, allegra, trascinante. I fratelli Exposito Lozano - all'anagrafe José e Jessica - sono così: convincono. E affascinano. Il destino, che li ha voluti fratelli, li ha fatti anche colleghi: da più di 17 anni guidano insieme la loro X2 Fitness Academy, a Barcellona. E da altrettanto tempo si muovono, coordinati e sinergici, sui palchi delle Convention più note al mondo: sempre vicini, sempre affiatati. «Tutta la vita insieme» conferma Jessica sorridendo. La loro è una "ditta di famiglia": «José e io ci intendiamo molto bene e siamo complementari a livello professionale perché ognuno ha le proprie competenze: lui è più attivo sul training funzionale, io mi occupo delle discipline che abbinano danza e fitness. E ci aiutiamo a vicenda. Credo che sia un modo bellissimo di lavorare. Un po' come fanno, da voi in Italia, i fratelli Evangelista che ho conosciuto a RiminiWellness». «Ci appoggiamo l'un l'altro e Jessica, per me, è un riferimento e una guida» completa José.
A dir la verità, e senza seminar zizzania (tanto vanno d'accordo... n.d.r.), quella più famosa è lei, Jessica. Tra gli operatori di settore, i due sono nomi noti. Ma in Spagna Jessica è una star anche tra chi in palestra non è mai entrato. Tra il 2005 e il 2010 è stata, per cinque anni consecutivi, tra i docenti dei concorrenti di "Operación Triunfo", un fortunatissimo reality show che ha catalizzato l'intera nazione dalle frequenze di TeleCinco: Jessica balla, spiega, insegna, corregge e con lei, dietro il video, si muove l'intera crew "nomination addicted": la sua popolarità vola alle stelle. Sia chiaro: non è solo un personaggio televisivo. La bella Jessica ha un curriculum di tutto rispetto. La prima affermazione di rilievo arriva nel 2003, quando viene chiamata alla Convention IDEA, in California, a presentare un suo lavoro. La biondina spagnola piace per i suoi programmi e per il suo carattere: i grandi marchi la tengono d'occhio, finché Reebok la chiama nella sua squadra di Ambassador. Si fa avanti anche FIBO, il noto salone tedesco di fitness, wellness e salute, che la vuole come testimonial. Così, per tre anni consecutivi, Jessica, in atletica posa plastica, sorride invitante su tutta la comunicazione della manifestazione di Colonia. Il personaggio, quindi, c'è. Valorizzato (anche) dal fatto di aver messo a punto la Batuka, una tra le prime attività di gruppo di grande successo, che ridiede fiato alle sale aerobica in un periodo di agonizzante desertificazione. Al concerto dei Black Eyed Peas di Barcellona (il 3 luglio 2010) i due, sempre insieme, coreografarono su esplicita richiesta di SEAT, sponsor dell'evento, il flash mob di "I gotta feeling", traducendo in versione aerobica quello spettacolare realizzato all'Oprah's Kickoff Party di Chicago qualche mese prima.
Dei presenter del vostro livello hanno un mito a cui tendere o anche, semplicemente, un collega di riferimento?
Jessica: In primo luogo è la mia famiglia, con i suoi valori, a ispirarmi. Apprendo molto da mio fratello, che mi sostiene sempre e sa rendermi più forte mentalmente e fisicamente. Per me è il miglior allenatore del mondo e... sono felice che sia mio fratello! Senza mia fratello e senza la mia famiglia non sarei dove sono ora. Detto questo, ho lavorato con molti colleghi e ho seguito diversi maestri: Carmen Díaz, Junior Carvalho, Marcus Irwin, Calvin Wiley, Madonna Grimes, Tony Stone, Claudio Melamed e tanti altri che mi hanno insegnato molto, oltre a quanto apprendo - giorno per giorno - da mio fratello José. Recentemente ho conosciuto Beto Perez e ammiro il lavoro che sta portando avanti con Zumba.
José: Il mio unico riferimento è la mia famiglia: i miei genitori, le mie sorelle e i miei nipoti sono i miei idoli. E, in palestra, mia sorella Jessica.
Come si superano eventuali incomprensioni che possono esserci tra fratelli?
Jessica: Piccoli conflitti sono normali, sono parte della vita ordinaria. Si superano facilmente con l'affetto familiare e il dialogo. Ce lo ha insegnato nostro padre fin da piccoli: la famiglia deve restare sempre unita, perché è la cosa più importante che abbiamo nella vita.
José: Non abbiamo mai avuto scontri pesanti, perché abbiamo sempre condiviso tutto in anticipo. E non credo nemmeno che possano esserci fratture violente fra me e Jessica, perché facciamo sempre tutto con grande affetto reciproco, tipico di una famiglia unita.
Come si fa per introdurre una persona non più giovanissima alla palestra, anche se ha una vita professionale e sociale ormai rigida e strutturata?
Jessica: In palestra una persona ci entra di sua volontà, magari un po' titubante e solo per chiedere informazioni. Ma è importante che trovi uno staff che la sappia accogliere e si faccia carico della sua motivazione positiva. In questo, il ruolo dell'istruttore è delicatissimo e fondamentale. Credo anche che sia utile dare la possibilità alle persone di provare diverse attività, in modo da poter scegliere quella che più piace.
José: Non c'è età in palestra, non ho mai creduto nelle classi per le persone anziane. Il problema è che spesso gli istruttori fanno cose troppo complicate, magari solo per seguire le mode. Nel mio metodo XT29 tutti lavorano insieme: dai 15 ai 70 anni, tutti nella stessa sala.
In Italia viviamo un alto tasso di abbandono della palestra. Come si può fidelizzare l'utente alle proposte del Centro Fitness, in modo che sia davvero motivato?
Jessica: La fidelizzazione è un lavoro impegnativo: ogni individuo ha proprie caratteristiche particolari e pertanto va coinvolto e trattato in maniera personale. Non esiste una ricetta che vada bene per tutti: il bravo istruttore deve essere un po' psicologo per saper offrire a ciascun cliente ciò di cui ha davvero bisogno. A partire, ovviamente, da un piano di lavoro personalizzato e modificabile. Inoltre, è molto importante far capire alla gente che non si va in palestra solo per un discorso estetico, ma soprattutto per una qualità migliore della vita, che dev'essere attiva e sana. La palestra fa bene, prima che far belli!
José: Le palestre hanno quasi tutte le stesse attività e il 70% di queste sono noiose e monotone, oltre a non dare alcun risultato a breve termine. È il momento di evolversi o si muore: così abbiamo creato XT29. 29 esercizi, 29 minuti con diverse modalità: Holistic, Spartan, Warrior, Mind, Kids, Orige. Training, divertimento e risultati quasi nell'immediato. Questo motiva. E spinge verso il passo successivo anziché alla rinuncia e all'abbandono.
Come e quando è nato il progetto della Batuka?
Jessica: Si è trattato di un progetto molto bello che è durato qualche anno. Quando lavoravamo per "Operación Triunfo" abbiamo conosciuto il compositore e produttore Kike Santander. Insieme a lui, abbiamo messo a punto un lavoro che permettesse alla gente di ballare e allenarsi in modo facile ed efficace. Il successo fu dirompente: solo in Spagna abbiamo venduto due milioni di DVD; e siamo entrati nel Guinness dei Primati per aver fatto ballare, a Barcellona, 635mila persone in una sola volta.
José: La Batuka è nata da un'idea di Jessica, che - come sempre - mi coinvolse nella proposta. La produzione, però, preferì tenermi fuori dal progetto. Ci fu qualche incomprensione, io non capivo come mai non volessero pensare a una naturale evoluzione della Batuka, ma mirassero solo al business immediato. Fatto sta che la Batuka è morta. Anche se quel progetto continua a vivere in tutti i nostri programmi, a partire da XT 29.
Alberto Zampetti
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