L’importanza del Movimento

02 ottobre 2015
Aggiornamenti e focus

L’importanza del Movimento



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Il fitness si pone come obiettivo finale il benessere psicofisico e il miglioramento dello stato di benessere di chi lo pratica. Negli ultimi anni il settore sta proponendo sul mercato un'offerta sempre più specializzata, frutto di attente analisi di mercato, tese ad anticipare i bisogni del cliente medio. Di cosa ha bisogno l'utente fitness? Di movimento, primo passo per innalzare il livello di qualità della vita (ricordiamoci queste parole...) .

Immaginiamo la giornata tipo di Claudio, impiegato di 35/40 anni, che passa 8 ore seduto alla scrivania. Per recarsi al lavoro usa l'auto o un mezzo pubblico. Disporrà di circa un'ora di tempo per andare e tornare dal lavoro. Nelle 8 ore lavorative avrà un'ora di pausa. Totale: circa 10 ore in posizione seduta.

Un recente studio rivela che statisticamente una persona di media età, con un lavoro e una famiglia, nel mondo occidentale, sta in posizione eretta solo 2 ore al giorno! Aggiungiamo alle 10 ore totali il tempo minimo di colazione e cena (1 ora) e altre 7/8 di sonno (immobilità totale) . In conclusione, il nostro Claudio assume la posizione di riferimento di stazione eretta, per la quale ci siamo evoluti, per una parte pressoché inesistente della giornata. Queste 18 ore totali tra stazione seduta e sdraiata diventano 90 se conteggiamo 5 giorni lavorativi a fronte di circa 3 ore di movimento attivo, classificato come attività sportivo- ricreative che statisticamente vengono accreditate al nostro "Claudio- medio".

Lo specialista del movimento considera lo stare seduto una posizione che, come ogni attività, può portare, se eseguita in modo non corretto, ad adattamenti negativi! Il tennista o il pallavolista compiono per migliaia di volte il solito movimento specifico del loro sport: muovono sempre le stesse catene cinematiche. Il sovraccarico imposto sulle strutture articolari/tessuti molli, a lungo termine, può portare a deficit funzionali, generando infortuni, con conseguente infiammazione e dolore. Stare seduti è classificata postura prolungata, soprattutto se adottata in modalità non idonea (igiene posturale) e comporta gli stessi effetti sul rachide come, per esempio, compiere migliaia di volte una schiacciata di pallavolo con un movimento non corretto (non funzionale) . Queste "attività" così diverse si accomunano nel risultato a cui portano. La sollecitazione in cronico di alcuni distretti specifici (in questo caso parte lombare del rachide) perderà la precisione del movimento. In che senso? Osserviamo Claudio: quando sta seduto la schiena assume la forma di una C, il bacino scivola verso il centro della seduta, la parte lombare della schiena perde la fisiologica curva lordotica. Notiamo che la sedia risulta più bassa della scrivania, le spalle più elevate con i gomiti in appoggio sulla scrivania. La testa non è ben posizionata sul torace, risulta protratta in avanti, forse a causa del computer. Anche il mouse risulta un po' avanti, quindi Claudio per muoverlo deve allungare il braccio... E che dire del ritorno a casa in macchina? Il sedile non è regolato adeguatamente: non è quasi verticale, in modo da riprodurre le curve fisiologiche del rachide, ma al 99% dei casi è più sdraiato indietro. Questo movimento ripetuto porta conseguenze negative sulla salute. Le nostre strutture articolari e i muscoli a esse correlate, se in presenza di un allineamento non corretto e fisiologico (solo le vertebre del rachide sono oltre 30) subiscono le stesse forze di pressione che subisce una pompa da irrigazione quando, con acqua aperta, compie delle curve, magari ad angolo retto. La pressione che genera l'acqua sulla gomma può essere presa ad esempio di come linee di forza che partono dalla testa (il cui peso in un adulto è tra i 3,7 e i 5,8 kg!) e seguono un percorso "sbagliato" (Claudio seduto "male") si ripercuotano sui nostri tessuti, danneggiandoli nel tempo. A Claudio una mattina, alzandosi dal letto, compariranno dei dolori alla schiena, sempre più frequenti. Prenoterà una visita specialistica, assumerà degli antinfiammatori e gli verrà dato un consiglio: fai movimento!

Ma quale movimento? Abbiamo solo 3 ore contro le 90! Noi specialisti del fitness abbiamo il difficile compito di riportare alla piena funzionalità ed efficienza un corpo sovraccaricato in cronico da movimenti errati.

Ripristineremo in ogni articolazione la capacità di effettuare precisi movimenti, occupandoci del riallineamento scheletrico, riattivando secondo funzione ogni specifico distretto artro- muscolare, creando esercizi su misura per Claudio. Questa è l'anticamera dell'allenamento funzionale il cui mantra è "la Forma segue la Funzione. Il Movimento è la Funzione". La forma di ogni nostra parte corporea deputata a generare movimento si modifica in seguito alla funzione che diamo a ogni gruppo artro- muscolare. La forma di un'anca che compie esercizi funzionali, avrà un corretto adattamento plastico- strutturale conseguente, adattamento che il nostro cervello, protagonista del movimento, non cambierà mai, in quanto "sa" che gli serve.

Tradotto per l'utente del fitness, magari donna, vuol significare prevenzione su disfunzioni e problematiche dell'anca future, e nell'immediato una forma esteriore gradita, in quanto i muscoli situati nell'anca, sottoposti a lavoro funzionale, subiranno un cambiamento esteticamente positivo. Quindi: allenamento che assicura un corretto assetto biomeccanico, mantenendo la precisione del movimento articolare, denominato PICR (Path of istantaneous centre of rotation, punto del percorso del centro istantaneo di rotazione) .

Per ottenere questo risultato il trainer dovrà portare Claudio in posizione eretta, attivando funzionalmente i muscoli "prossimali" alle articolazioni responsabili del grande movimento. Un'accurata progressione di esercizi, dunque, strutturata in seguito a test e valutazioni che il Trainer compie nel primo incontro con Claudio (k- method) porterà dritti all'obiettivo.

La posizione seduta disattiva, uno su tutti, il muscolo grande gluteo, facilitando l'attivazione dei flessori nella catena cinematica dell'estensione dell'anca. Significa che l'importante compito che riveste il grande gluteo nel coattare (tenere uniti) e stabilizzare l'articolazione dell'anca, verrà compiuto da un gruppo di muscoli "lontani" dalla stessa, risultando in una perdita di precisione nel percorso di rotazione del femore nell'acetabolo (cavità dove ruota il femore), iniziando così un ciclo di eventi che causeranno modificazioni tissutali, da cui microtraumi, traumi, dolore.Traduzione: qualità della vita in progressivo peggioramento. Ed ecco che ritroviamo le nostre parole di inizio articolo. Abbiamo imparato che le posture abitudinali, mantenute a lungo e non idoneamente tutti i giorni, portano a problemi. Sappiamo che il movimento che facciamo è molto poco in ordine di tempo.

Soluzione: dobbiamo sfruttare al massimo le ore che ci dedichiamo. Durante l'attività prendiamoci cura di noi stessi, consapevoli che il risultato delle 3 ore di attività non è in quelle 3 ore. In quel tempo trascorso col trainer, creiamo i presupposti per muoverci meglio, per assumere posizioni corrette, per innalzare la qualità della nostra vita, diventando gli unici e assoluti protagonisti del nostro corpo.

Andrea Chellini
(Personal Trainer, Responsabile tecnico Moving Studio Firenze)



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