Personal trainer, una professione “da amare”

21 ottobre 2015
Aggiornamenti e focus

Personal trainer, una professione “da amare”



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Quella del personal trainer è una professione meravigliosa. Da quasi 15 anni svolgo ormai questa attività che fin dagli albori mi ha dato incredibili soddisfazioni sia a livello personale che professionale. All'inizio è stato quasi un gioco, a 19 anni non ci si prende troppo sul serio, ci si focalizza sugli obiettivi del cliente e si fa del proprio meglio per permettergli di raggiungerli. Con la maturità sorge il senso di responsabilità e con questa sensazione cambia anche il percorso di studi, come quando in un gioco si passa a un livello superiore. Tutto ha un grado di difficoltà maggiore e richiede abilità più alte. Oltre a conoscere le metodologie per raggiungere una prestazione fisica o un risultato estetico, si inizia a interrogarsi sulla postura o su quanto influisca un disequilibrio muscolare sul risultato finale e quando pensi di iniziare a capirci qualcosa, ecco spuntare altri dubbi. Ti rendi conto che il corpo di una persona è strettamente collegato alla sua mente e che se questi due fattori non sono in sintonia e in equilibrio anche tutti i risultati prefissati, saranno molto più difficili da raggiungere. Quindi si passa al livello successivo, dove il coaching va a inserirsi tra metodologia dell'allenamento e postura. Come se non bastasse, per un buon PT non è possibile tralasciare la rieducazione funzionale, la ginnastica respiratoria o la nutrizione e quindi i livelli di questo "gioco" salgono sempre più, ampliando le conoscenze, ma incrementando anche i punti interrogativi. Fino a qui, tutto abbastanza normale. Non c'è nulla che anni di studio e applicazioni sul campo non possano insegnare. La vera domanda da porsi è un'altra: perché fate quello che fate?

CONSAPEVOLEZZA

"Tutte le aziende sanno quello che fanno, alcune sanno spiegare dettagliatamente come lo fanno, ma davvero poche sanno il perché!" (Simon Sinek) . Quando, qualche anno fa, vidi in un video Sinek parlare del "golden circle" (potete trovare il video su YouTube), molte lampadine si accesero nella mia mente e il "gioco" di cui parlavo prima, prese tutta un'altra piega. Tutto ciò che inconsciamente avevo fatto per anni (studio, lavoro, viaggi, ecc.) assumeva una visione molto più chiara. Questo mi ha dato un'enorme spinta motivazionale e mi ha permesso di comunicare al mondo ciò che avevo sempre saputo nel profondo, ma mai focalizzato nel concreto: il mio perché! Ovviamente la mia risposta è differente da quella di altri professionisti di successo. Non è necessario che le motivazioni si assomiglino. Quello che conta realmente è che ognuno di voi abbia una direzione chiara e forte nella quale convogliare tutte le energie. Senza tutto ciò, Steve Jobs non avrebbe mai fondato la Apple, Martin Luther King non avrebbe mai guidato migliaia di persone di colore a lottare per i propri diritti e Schwarzenegger non avrebbe mai vinto sette volte il titolo di Mr. Olympia!

Come potete immaginare non esistono risposte sbagliate a questa domanda, tranne una: i soldi. Il denaro è una componente fondamentale della nostra esistenza, ma se è l'obiettivo primario, il più delle volte si finirà con il fare scelte sbagliate dettate dall'avidità piuttosto che dalla passione. Pensate a un medico che vi consiglia un farmaco per il vostro benessere piuttosto che perché sovvenzionato da una casa farmaceutica. Pensate a un venditore di televisori che invece di vendervi il modello più caro, vi propone quello più giusto per le vostre caratteristiche. Pensate a uno chef che verso il termine della cena viene al vostro tavolo e vi chiede se vi è piaciuto ciò che avete mangiato...

QUESTIONE D'AMORE

L'unica vera molla che dovrebbe spingere un personal trainer a eccellere nel suo lavoro è l'amore per ciò che fa. Quell'amore, però, può avere significati diversi per ognuno di noi. È una scelta personale e parte da un sentimento profondo, da ciò che ci fa stare bene e ci rende felici. Chiedetevi spesso se siete felici o se vi piace quello che fate e se la risposta è negativa per un lungo periodo, forse è il momento di cambiare! "Scegliete un impiego che amate e non dovrete mai lavorare un giorno nella vita" sottolineava Confucio. Cercate una motivazione profonda, fatevi questa domanda in un momento di tranquillità, in vacanza a mente sgombra o in casa vostra davanti a un caffè, ma fatevela. Se volete davvero avere successo nel vostro lavoro, dovete sapere perché fate quello che fate e dovete trasmetterlo a chi vi sta vicino. Forse ci vorranno dei mesi prima che la vera risposta venga fuori o forse vi renderete conto che avete fatto delle scelte sbagliate in passato e cambierete lavoro. Non importa! Ciò che conta è che le vostre azioni siano consapevoli, che il vostro cammino sia segnato da una linea invisibile e non da tanti incroci e che il resto del mondo ne sia consapevole!

Amir Lafdaigui
(Dott. in Scienze Motorie, Master Trainer per "Life Fitness", General Manager "Home Training")



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