04 dicembre 2015
Aggiornamenti e focus
L'attività fisica migliora la salute cardiovascolare senza distinzione di età, etnia e genere
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Nei giovani adulti l'attività fitness cardiorespiratoria si associa a un ridotto rischio di malattie cardiovascolari (Cvd) ma non influisce sullo sviluppo delle calcificazioni coronariche, secondo i risultati pubblicati su Jama Internal Medicine di uno studio a lungo termine svolto su un'ampia casistica multietnica di giovani adulti statunitensi. «In precedenti ricerche la fitness cardiorespiratoria è stata correlata a un ridotto rischio di malattie cardiovascolari negli adulti più anziani, ma poco si sa circa la sua influenza sugli esiti cardiovascolari a lungo termine nei soggetti giovani» esordisce Joao Lima della Johns Hopkins Medical School di Baltimora, che assieme ai coautori ha esaminato il ruolo della fitness cardiorespiratoria sul rischio di malattie cardiovascolari nei partecipanti al trial Cardia, Coronary Artery Risk Development in Young Adults. Lo studio ha incluso 4. 872 persone tra 18 e 30 anni sottoposte a un test da sforzo basale con tapis roulant dal 1985 al 1986. Di questi, 2. 472 soggetti hanno effettuato un secondo test sette anni dopo. Durante un follow- up di 27 anni sono stati valutati parametri quali l'obesità, la massa ventricolare sinistra, la forza di contrazione miocardica, le calcificazioni coronariche e il numero di eventi cardiovascolari.
«Il 5,6% dei partecipanti è deceduto, e il 4% ha sperimentato un evento cardiovascolare durante il follow- up» riprende il ricercatore, specificando che 200 decessi sono avvenuti per motivi non cardiovascolari, e che nel 22,5% dei casi la causa è stata il cancro. Lo studio suggerisce che l'esercizio fisico si associa a una riduzione del rischio di morte e di quello cardiovascolare, oltre al decremento della massa ventricolare sinistra e al miglioramento della contrattilità miocardica. «La fitness cardiorespiratoria, invece, non correla con alcuna variazione della calcificazione coronarica misurata a intervalli regolari nell'arco dell'intero follow- up» precisano i ricercatori. E David Chiriboga della University of Massachusetts Medical School a Worcester, commenta in un editoriale: «Questi risultati richiamano l'attenzione sul valore sostanziale e indipendente dell'attività fisica nel ridurre il rischio cardiovascolare senza distinzione di età, di etnia o di genere. In altre parole, questa è la dimostrazione che ogni strategia di salute pubblica diretta alla promozione dell'attività fisica avrà un effetto benefico sulla morbilità e mortalità cardiovascolare a livello di popolazione».
Fonte: Doctor33
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