18 gennaio 2016
Aggiornamenti e focus
Fitness: come “mantenersi motivati”
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"No, domani non ho tempo". "Avrei voluto fare esercizio ieri, ma poi non ce l'ho fatta". "Si, mi sono iscritto in palestra, ma è difficile essere costante". È davvero difficile essere costanti, trovare il tempo, e farcela? Si. No. Come mai per alcune persone è quasi naturale impegnarsi nello sport e per altri, invece, diventa una sfida? Quando l'allenamento fisico non rientra nelle proprie corde, ma si sente la necessita di inserirlo nella quotidianità per aiutarsi nel raggiungimento del benessere, diventa importante trovare il modo per... mantenersi motivati. Dobbiamo ricordare a chi alleniamo che ottenere una bella forma fisica può essere stimolante, così come scolpire quei muscoli e tonificare quelle zone che proprio non ci piacciono; ma c'è qualcosa di più profondo che mantiene viva e attiva la motivazione a fare sport. Fare sport, dedicare tempo al movimento del corpo, delle energie, porta a una sensazione di benessere generale che non si riferisce solo alle nostre parti tangibili, ma anche a quelle che meno possiamo toccare con mano. Raggiungere obiettivi nello sport racconta anche di quanto ci sentiamo in grado di raggiungere obiettivi nella vita di tutti i giorni, per cui la motivazione nello sport ci parla, al tempo stesso, del nostro senso di autoefficacia. Il rapporto che ognuno di noi ha con la propria disciplina sportiva o con l'attività fisica in generale, con il corso di yoga o con lo spinning, è fortemente influenzato dalla motivazione, di cui possiamo essere più o meno consci, da quello che ci spinge a muoverci, ad attivarci, a fare quel passo in avanti verso l'energia. Sono diverse le ragioni che motivano un individuo a fare sport: il bisogno di socializzare e fare nuove conoscenze, la voglia di sentirsi stimolati e oltrepassare i propri limiti e la curiosità verso le proprie abilità e possibilità. Dall'altra parte, quando si tende a non prendere parte ad attività sportive, o mettersi in gioco nell'attività fisica, è più comune entrare in contatto con il proprio senso di inadeguatezza, scarsa autostima e percezione di fallimento. Ricordiamo ai nostri allievi che la motivazione a fare sport risulta quindi essere stimolata dalla visione che abbiamo di noi stessi e del nostro ruolo nel mondo, così come la motivazione a non fare alcuna attività fisica; ma se è vero questo, altrettanto vero è che cominciare a modificare le proprie abitudini avvicinandosi al mondo degli sportivi può arrivare a sviluppare quella predisposizione e quel senso di autoefficacia che si fatica a contattare.
Ci sono quattro modalità principaliche sono di aiuto nello sviluppo dell'autoefficacia:
- la prima è la persuasione: saper valorizzare le parole di incoraggiamento che provengono da fonti autorevoli e che possiamo fare nostre. Ci aiutano a sviluppare la fiducia in noi stessi promuovendo e sostenendo l'impegno e la costanza nell'agire che sono la chiave dell'autoefficacia;
- la seconda ha a che fare con le esperienze vicarie: osservare le persone di successo, imparare da loro modellando i loro comportamenti. Anche questo aiuta a promuovere una buona fiducia in sé portando a sviluppare quelle qualità simili che possono portare al successo;
- la terza è una buona familiarità con le proprie reazioni emotive: conoscere, familiarizzare e vivere tuti i nostri stati emotivi, considerarli come alleati nel raggiungimento dell'autoefficacia. Ad esempio, riconoscere uno stato di ansia prima di una performance può essere vissuto in modi diversi, da alcuni come un fattore stimolante, da altri come un elemento disturbante che contribuisce al fallimento. Tutto sta nell'individuare lo stato emotivo e corporeo presente in quell'istante e assegnargli diversi e più funzionali significati;
- la quarta è l'esperienza diretta: cimentarsi in prima persona, mettersi in gioco direttamente all'interno di situazioni che vengono considerate protette per sperimentare realmente e direttamente le proprie capacità. In questo caso muoversi all'interno di situazioni reali di successo aiuta a rafforzare la fiducia in se stessi e, affrontare situazioni di insuccesso, porta a sviluppare la ricerca di nuove risorse per raggiungere risultati sempre migliori.
Dunque chi si mette in gioco nella vita sostenuto dalla percezione di essere autoefficace, riesce meglio a coltivare costanza e determinazione, e l'approccio verso momenti e situazioni di impegno è lo stesso che si pone verso nuove e appassionanti side da vincere. Un atteggiamento di questo tipo aiuta a porsi obiettivi ambiziosi che si cerca di raggiungere e, per lo più, con successo.
E se qualcosa dovesse però andare storto? Se non si riuscisse a mantenere l'impegno a causa di fattori esterni? Nessun problema, le persone autoefficaci non si perdono d'animo e ricominciano, ancora più determinate. Allora si può ripartire con un nuovo programma, neutralizzando ogni eventuale scusa, riscrivere diligentemente il proprio programma:
1) primo step: pensare a ciò che si vuole raggiungere e descriverlo ....
2) secondo step: pensare ed elencare i principali ostacoli che potrebbero frapporsi ...
3) terzo step: trovare il modo per neutralizzare gli ostacoli ....
4) quarto step: agire subito ...
Con un buon senso di autoefficacia, che nutre e si nutre dei nostri successi, coltiviamo quotidianamente il nostro personale benessere, la piena padronanza sulla nostra vita, potenziando le risorse di cui disponiamo, acquisendone di nuove per avere piena soddisfazione in ciò che facciamo.
Nadia Monticelli (esperta in processi formativi)
Valeria Bianco (esperta in comunicazione formativa)
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