12 febbraio 2016
Aggiornamenti e focus
Barefoot: ragioniamo con i piedi...scalzi!
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L'unico nostro punto di contatto con il suolo è il piede. Infatti, scarichiamo il nostro peso su due piccole aree, che sono delimitate dalle dita dei piedi e dai talloni. Proprio per l'importanza che riveste il piede ce ne prendiamo cura, proteggendolo dal freddo, con calze e calzini, e soprattutto dal terreno con scarpe di ogni forma, colore e dimensione. E sbagliamo! Credendo di proteggere il nostro unico ponte con la terra, non facciamo altro che isolarci da essa, ottenendo una serie di adattamenti successivi che possono ripercuotersi sulla salute dell'intero corpo.
PRIMO ESEMPIO PRATICO: LE MANI
Proviamo ad appoggiarci con entrambe le mani al pavimento e osservare le dita. Sono forse attaccate tra di loro? Il palmo nella zona carpale - del polso - è forse staccato da terra? No.
E perchè dovremmo tenere le dita dei piedi in questo modo? Attaccate? Sollevate da terra dal solito tacco che per giunta viene tutt'oggi consigliato ("indossi scarpe con un tacco di almeno 2- 3 cm") ?
Da questo primo esempio pratico possiamo facilmente intuire come la costrizione delle scarpe calzate da ognuno di noi possa essere in qualche modo "forzata" rispetto alle funzioni per le quali il piede si è evoluto nella sua forma odierna. Prima su tutte l'equilibrio: un piede con una base di appoggio più larga permetterà una più sicura ed efficiente posizione eretta.
SECONDO ESEMPIO PRATICO: UN GIOCO TRA AMICI
Mettete una vostra mano sulla spalla di un amico e, mantenendo il più possibile il braccio teso, chiedete all'amico di fare forza con tutte e due le sue mani all'altezza del vostro gomito, con lo scopo di piegarvelo. Registrate mentalmente la forza che dovete esprimere per mantenere il braccio teso. Adesso chiedete di nuovo al vostro amico di provare a piegare il gomito ma stringete con una presa energica la sua spalla. Vi accorgerete che al vostro amico occorrerà erogare molta più forza per riuscire a piegarvi il gomito! Questo accade perchè sulla mano vi sono dei barocettori, organelli che - sensibili alla pressione - fanno sì mediante una veloce richiesta al nostro sistema nervoso (SN) di attivare più fibre muscolari. Anche il piede ha i barocettori, che smetteranno di funzionare efficacemente a causa del mancato contatto col terreno dovuto a suole, pare, tacchi.
Abbiamo già delle nozioni importanti per poter affermare che non stiamo trattando molto "bene" il nostro piede... Ma andiamo avanti, non è finita qui. Affacciamoci un attimo nel mondo degli specialisti del Barefoot del quale faccio parte.
Il nostro peso corporeo viene scaricato a terra attraverso il piede. Le linee di forza percorrono una strada che è composta dalla struttura ossea, dai muscoli, dalle fasce che ricoprono muscoli e organi. A seconda di come appoggiamo il piede a terra queste linee di forza avranno più o meno ostacoli nel raggiungimento del terreno. Se il tallone viene sollevato artificialmente (tacco) la struttura articolare denominata sottoastragalica assumerà una posizione non idonea, di caviglia bloccata, con il risultato di un piede rigido, stabile, bloccato, che non rilascerà energia durante la deambulazione- corsa- performance.
Distretti muscolari della gamba non reclutati causa scarpe morbide o fornite di plantari accessori, causeranno un piede cosiddetto in eversione, un piede molle, instabile che non riesce a caricare energia.
Le maggiori spirali fasciali (vero e proprio organo che ricopre tutto il nostro corpo) si incontrano nel piede, collegandosi fra di loro e collegando, per esempio, il piede con i muscoli della lingua.
Inoltre, nel piede vi sono altri organelli - chiamati nervi fini - come i barocettori, che si occupano di registrare lo stiramento della pelle, la consistenza del terreno, il tocco "leggero", le vibrazioni.
Può questa nervatura così sensibile essere stimolata ed efficace se "staccata" dal terreno da uno strato di calze e suola?
Ogni passo che facciamo camminando è composto da una fase di decelerazione contatto a terra, equilibrio, accelerazione.
Il complesso strutturale/muscolare/spirali fasciali è chiamato ad attivarsi funzionalmente per garantire efficienza, ripetibilità ed economia nel gesto più naturale e salutare che compiamo o dovremmo compiere ogni giorno: camminare.
Ricordiamoci che camminare comporta uno scarico a terra di 1- 1,5 volte il nostro peso corporeo. Se compiuto in modalità errata, anche il solo gesto del passo dopo passo, potrebbe portare a fastidi ossei, tendinei, muscolari, addirittura in articolazioni o distretti distanti dal piede- gamba, quali schiena, anche.
Il trainer Barefoot, mediante valutazione del piede ed esercizi mirati da eseguire con il piede scalzo (da compiere in maniera autonoma) consente all'individuo di ricreare il corretto appoggio a terra e riattivare la nervatura fine, oltre che potenziare la muscolatura delle gambe, coinvolta nella postura eretta.
A completamento del supporto tecnico e di apprendimento motorio dei movimenti, sia del piede che dell'intero pattern (schema) della camminata, viene consigliato il miglior tipo di scarpa sia per camminare che per compiere attività fisica specialistica (atleti) .
Il mio invito personale è adesso quello di togliersi le scarpe il più spesso possibile, magari a casa, in modo da dare libertà ai piedi e far loro riacquistare la funzionalità ormai persa.
Andrea Chellini
(Direttore Tecnico Moving Studio Firenze)
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