Congresso Fmsi, gli atleti sovrastimano i disturbi cardiovascolari

23 gennaio 2017
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Congresso Fmsi, gli atleti sovrastimano i disturbi cardiovascolari



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Gli atleti sovrastimano i disturbi cardiovascolari e sottostimano quelli ortopedici, secondo uno studio epidemiologico svolto dalla FMSI, la Federazione medico sportiva italiana, che per la prima volta in Italia ha confrontato i dati delle visite mediche specialistiche effettuate a chi svolge attività agonistica e le dichiarazioni rilasciate dagli atleti in sede di anamnesi. Il progetto è stato coordinato e illustrato a 2. 300 medici sportivi durante il XXXV Congresso Nazionale FMSI, svoltosi recentemente a Roma, da Arsenio Veicsteinas, presidente della Commissione Scientifica FMSI. Allo studio hanno preso parte più di 24. 000 atleti (24,4% donne, 75,6% uomini), l'81% dei quali agonisti, visitati in 17 centri su tutto il territorio nazionale. Durante la visita di idoneità all'attività sportiva i medici FMSI hanno somministrato due questionari: il primo, composto da 34 domande, con 240 possibili risposte a scelta, era incentrato sulle abitudini e sulla conoscenza di se stessi; il secondo, con 18 domande e 172 diverse possibilità di risposta, mirava a conoscere le preferenze alimentari e nutrizionali.

I medici sportivi, in sede di visita, dovevano, sulla base della visita medica effettuata, rispondere a loro volta a 18 domande con 68 diverse possibilità di risposta, ed effettuare varie misurazioni (antropometriche, cardiologiche, spirometriche, dell'acuità visiva, eccetera) . Obiettivi dello studio erano conoscere gli orientamenti verso lo sport prescelto e lo stato di salute della popolazione sportiva agonistica e non; evidenziare il ruolo sanitario preventivo e sociale delle visite di idoneità attraverso la concordanza tra la dichiarazione dell'atleta in anamnesi e il riscontro oggettivo del medico durante la visita; esaminare le abitudini alimentari e nutrizionali degli sportivi. E dai dati raccolti emerge che nel caso delle patologie ortopediche in molti casi gli atleti professionisti sottostimano il problema, sovrastimando per converso le malattie cardiovascolari. Da questi dati emerge con forza anche l'importanza della figura del medico sportivo che è alleato dell'atleta e riveste un ruolo sociale fondamentale. In conclusione, l'attenzione verso chi pratica sport deve essere completa: non ci si deve limitare al solo elettrocardiogramma ma anche prescrivere, se serve, esami per individuare le patologie che potrebbero ridurre la qualità di vita dell'individuo e comportare danni futuri.

Fonte: Doctor33



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