30 gennaio 2017
Aggiornamenti e focus
Malattie cardiovascolari: la prevenzione incontra il welfare aziendale
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Si chiama "Lavora con il Cuore" la campagna preventiva avviata nel 2015 dalla Fondazione italiana per il cuore (FIpC) in condivisione con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali per valutare i principali fattori di rischio cardiovascolare tramite un semplice esame del sangue. Le malattie cardiovascolari sono, infatti, la prima causa di morte in molti paesi europei e si stima che nel 2030 i decessi annui aumenteranno da 17 a 23 milioni. Tra costi diretti e indiretti sono circa 21 i miliardi di euro spesi ogni anno in Italia per queste patologie e del loro impatto socioeconomico, con particolare riferimento al mondo del lavoro, si è parlato lo scorso 18 gennaio a Roma presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali in occasione dell'evento "Insieme al mondo del lavoro per ridurre la mortalità delle malattie cardiovascolari" promosso dalla FIpC.
«La promozione della prevenzione cardiovascolare è un passo fondamentale verso un approccio congiunto tra aziende e istituzioni, e come fondazione ci siamo sempre posti in qualità di garante della bontà di progetti di alto valore sociale come "Lavora con il Cuore"» afferma Emanuela Folco, presidente FIpC, sottolineando che per proseguire in questo percorso è imprescindibile la collaborazione e l'alleanza con altri gruppi che condividono gli stessi scopi. «Tra dicembre 2015 e febbraio 2016, la campagna "Lavora con il Cuore" si è svolta nelle sedi centrali del Ministero del Lavoro a Roma, e ha coinvolto circa 550 persone pari al 56% dei dipendenti, di cui due terzi donne, con ottimi risultati in termini di informazione e sensibilizzazione» afferma Stefania Cresti, direttore generale, Direzione generale per le politiche del personale al Ministero del lavoro e delle politiche sociali. E conclude: «A dimostrazione del fatto che il mondo del lavoro rappresenta un'area privilegiata per iniziative di questo tipo, ricordiamo che il 10,5% delle persone coinvolte non conosceva i fattori di rischio cardiovascolari, che il 35% era composto da fumatori o ex fumatori, che il 20% aveva uno stile di vita sedentario, e che circa il 21% ha scoperto in quella occasione di avere un aumento dei fattori di rischio cardiovascolare».
Fonte: Doctor33
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