(Più) Personal, (Meno) Trainer

I Trainer dovrebbero preoccuparsi con sempre maggior dedizione ad argomenti che non siano puramente tecnici ma che mirino a migliorare la loro capacità di relazionarsi con altre persone (intelligenze emotive) e con il mercato che vivono (conoscenze manageriali) . Solo a queste condizioni potranno trovare un significativo posizionamento commerciale, condizione essenziale, oggi, per poter rendere veramente redditizia un'attività, qualsiasi essa sia. Proveremo a sostenere questa tesi alla luce delle recenti evoluzioni socio- economiche che sembrano confermare che il titolo e il sottotitolo di questo articolo rappresentano una strategia efficace e un obiettivo realizzabile per chi svolge (o vorrebbe svolgere) questo mestiere.

IL RUOLO DEL TRAINER

Un Trainer proprio per il fatto che guida altre persone a svolgere un'attività (fisica e mentale in questo caso) è un leader per definizione. Ovvero svolge un'attività di Leadership promuovendo il cambiamento dei suoi clienti, aiutandoli a raggiungere nuovi e superiori risultati, lavorando sulla loro crescita (anche mentale), condividendo, con loro, valori fondamentali del benessere. Cambiamento, risultati, persone e valori sono i quattro asset della Leadership, a qualsiasi livello e in qualsiasi settore. È indubbio che un Trainer sia un Leader e che debba essere un Leader efficace per svolgere efficacemente il suo lavoro. Oggi più che mai i clienti dei trainer, ovvero coloro che attraverso il movimento e l'attività fisica ricercano i più svariati obiettivi, desiderano trovare nel loro "coach" sia profonde competenze tecniche che abilità efficaci di tipo psicologicomotivazionale. Un ruolo che si concretizza anche attraverso la trasmissione di feedback positivi e negativi. Questa seconda "anima" di conoscenze "tecniche" ricopre, oggi, un ruolo quasi più importante della tecnica pura, ovvero della conoscenza scientifica della materia che il Trainer propone nel suo lavoro. La crisi economica attuale, infatti, sta generando una sensazione di sfiducia e incertezza che oltre ad avere riflessi negativi sull'economia ha impatti pericolosi sull'emotività, la determinazione e la volontà delle persone. Gli effetti negativi di un ciclo economico subiscono, in questo modo, un'amplificazione allungando i tempi di ripresa e allontanando i periodi di prosperità. Il grande pericolo, oggi, è la trasformazione della crisi economica in una crisi delle persone incrementando la ricerca di autogratificazioni dannose per la salute come cibo, fumo e droghe, ovvero le principali cause delle malattie cardiovascolari. Chi vive nel mercato del benessere ha giustamente cavalcato questo problema, proponendo una soluzione efficace al recupero della forma fisica: il movimento. Come se non bastasse, la perdita della forma fisica desiderata, la sfiducia crescente, l'obiettiva complicazione di riuscire a vivere una vita emotiva gratificante e tante altre cause legate ai riflessi psicologici di un sistema sociale sempre più veloce e complesso sta alimentando un'altra categoria di malattie: quelle legate agli stati depressivi. Per fare un esempio, i depressi in Italia nel 1998 erano circa 11 milioni e, nel nostro Paese si vendono, ogni anno 140 milioni di confezioni di antidepressivi (28 milioni di scatole di medicine tipo Prozac) . Nel 2020 la depressione dovrebbe essere la seconda malattia più diffusa al mondo visto che nel 1990 era al quarto posto. Anche in questo caso la medicina più efficace (47% di probabilità in meno di entrare in depressione) e più efficiente (è la più economica) per affrontare queste malattie è l'attività fisica regolare. È tutto già dimostrato ampiamente da studi scientifici, ovviamente non sponsorizzati da chi produce medicine...

SFRUTTARE L'OPPORTUNITA'

Chi si occupa di movimento e di attività fisica, oggi, ha un grande potere nelle mani. Pensate a quale vantaggio ha un Trainer rispetto a un altro soggetto, come uno psicologo, che utilizza "solo" le parole nel proprio mestiere per far stare bene le persone. Riuscire a far praticare attività fisica regolare significa essere a metà dell'opera con un cliente sia che ricerchi forma fisica sia che ricerchi forma "mentale". Come può, un trainer, sfruttare quest'opportunità? Mi piace ricordare che qualche anno fa, durante un corso rivolto a Personal Trainer, spiegando loro questi concetti, coniai uno slogan "+Personal - Trainer". Li incitavo ad essere meno allenatori e più motivatori, ovvero sforzarsi di cercare e trovare un corretto equilibrio tra competenze tecniche vere e proprie e competenze psicologiche che oggi questo mestiere richiede (perché lo richiedono i clienti) . Essere "+Personal" significa, in sostanza, rendersi conto che chi svolge attività fisica ha necessariamente bisogno (anche quando si tratta di un atleta professionista) di un supporto emotivo continuo. Significa capire che il vero allenamento del proprio allievo inizia quando finisce il training vero e proprio (autostima e motivazione post allenamento, difesa dagli stati demotivanti), oppure accettare che ogni persona utilizza in modo differente le diverse intelligenze di cui è dotata per vivere l'esperienza di movimento e di benessere (gestione dell'apprendimento in base alle specifiche capacità) . Essere "- Trainer" significa capire che l'allenamento può essere amplificato o vanificato se il supporto di cui sopra viene a mancare ovvero che non serve usare la frusta e la calcolatrice per far allenare bene le persone. Nello sport agonistico questi concetti sono più diffusi, ma non come si crede. Nel fitness questi aspetti "latitano". Per questo rappresentano una grandissima opportunità per chi lavora o intende farlo in questo settore.

Roberto Tiby