17 luglio 2017
Aggiornamenti e focus
Malattie cardiovascolari, nuove raccomandazioni Uspstf per uno stile di vita sano
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La U.S. Preventive Services Task Force (Uspstf) in una raccomandazione pubblicata su Jama afferma che i professionisti dovrebbero personalizzare la decisione di offrire consulenza agli adulti non obesi che non presentano ipertensione, anomali valori di colesterolo e glucosio nel sangue, o diabete, perché ricevano informazioni comportamentali volte alla promozione di una dieta e di un'attività fisica salutari. Si tratta di una raccomandazione di livello C, in quanto le prove esistenti indicano una moderata certezza che il beneficio netto di questo intervento sia piccolo.
Le malattie cardiovascolari, che comprendono infarto e ictus, costituiscono la principale causa di morte negli Stati Uniti, e gli adulti che rispettano le linee guida nazionali per una dieta e un'attività fisica sane hanno tassi più bassi di questo tipo di patologia e di morte rispetto a quelli che non lo fanno; tutte le persone, indipendentemente dal loro stato di rischio cardiovascolare, possono quindi ottenere benefici nella salute da comportamenti alimentari sani e da un'attività fisica adeguata. Per aggiornare le sue raccomandazioni del 2012, l'Uspstf ha esaminato le prove esistenti per chiarire se un intervento di consulenza nella cura primaria potesse migliorare gli esiti per quanto riguarda la salute, gli esiti associati a malattia cardiovascolare, o i comportamenti di attività dietetica o fisica negli adulti, e ha trovato prove sufficienti per affermare che questo tipo di intervento fornisca almeno un piccolo beneficio per la riduzione del rischio cardiovascolare negli adulti senza obesità che non presentano i fattori di rischio comuni per malattie cardiovascolari. Si è riscontrato che interventi per migliorare il consumo di frutta e verdura, per limitare l'assunzione calorica giornaliera totale, l'assunzione di sale e aumentare i livelli di attività fisica e altri interventi comportamentali hanno portato a miglioramenti nei livelli di pressione sanguigna sistolica e diastolica, nei livelli di colesterolo Ldl, nell'indice di massa corporea e nella circonferenza della vita che persistevano a sei e a 12 mesi.
L'Uspstf ha trovato inadeguate prove dirette che la consulenza comportamentale porti a una riduzione della mortalità o dei tassi di malattia cardiovascolare, ma ha trovato prove sufficienti che i danni degli interventi di consulenza comportamentale siano piccoli o assenti. «Saranno necessari notevole coordinamento e sforzo per mettere in pratica l'aspetto critico della riduzione del rischio cardiovascolare basato su prove che comporta un cambiamento nella dieta, nell'attività fisica e in altri comportamenti di stile di vita» scrive in un editoriale su Jama Cardiology Bonnie Spring, della Northwestern University Feinberg School of Medicine, Preventive Medicine di Chicago. «Le infrastrutture digitali di connessione offerte dalla registrazione elettronica della cartella clinica, dal portale del paziente e dagli strumenti utilizzabili in mobilità possiedono il potenziale per ridurre l'onere e favorire una collaborazione efficace collegando i professionisti medici con i pazienti e con altri professionisti che hanno necessità di competenze comportamentali. L'integrazione reale della fornitura di cura biologica e comportamentale potrebbe, a sua volta, facilitare la sfida sistemica di infondere la promozione della salute nel nostro attuale sistema di "cura della malattia" e motivare una parte più grande della popolazione a sforzarsi per avere una vita più piena e più sana» conclude.
Fonte:
- Jama 2017. doi:10. 1001/jama.2017. 7171
- Jama. 2017. doi:10. 1001/jama.2017. 3303
- Jama 2017. doi:10. 1001/jamacardio.2017. 2568
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