15 aprile 2018
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Sport tra zero e sei anni, i cardiologi continuano a raccomandare l’Ecg
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I pediatri si dividono sull'abolizione dei certificati sportivi tra 0 e 6 anni. Il sindacato maggioritario Fimp plaude e ricorda che già nel 2015 aveva sostenuto l'inutilità del certificato a un'età in cui il cuore è in sviluppo e ci possono essere falsi positivi e falsi negativi (senza contare i costi dell'iter certificativo per le famiglie di piccoli che fanno attività fisica non agonistica) . Il Cipe invece ritiene "estremamente rischiosa l'ampia discrezionalità" lasciata al pediatra, che "in casi selezionati" può rilasciare il documento. «Il pediatra potrebbe non essere a conoscenza di quanti tra i propri assistiti sotto i sei anni stiano praticando attività sportiva non agonistica», comunica il presidente Giuseppe Gullotta. «Inoltre andrebbe preventivamente esclusa dalla responsabilità del pediatra la mancata redazione del certificato per condizioni non diagnosticabili con una semplice visita medica quale quella prevista in occasione dei "bilanci di salute"». Intanto, i cardiologi ribadiscono l'importanza dell'elettrocardiogramma in tenera età. Per Michele Gulizia presidente della Fondazione per il tuo Cuore dei Cardiologi Ospedalieri, «il decreto di abolizione dei certificati apre le porte a un balzo indietro di 50 anni nella prevenzione cardiovascolare. E' vero che il bambino non si sottopone volentieri a un ecg, ma se già eseguiamo l'esame sul neonato (più difficile da gestire) per lo screening della sindrome del QT lungo, su un bambino "responsabilizzato" che fa sport e si allena è ancora più semplice».
«In quella fascia d'età - spiega Gulizia- i bambini approcciano lo sport in maniera spensierata, e può accadere che i genitori si affidino a circoli sportivi i quali impongono metodi d'allenamento intensi senza controlli medici preventivi. La conseguenza è una disparità di trattamento; il bambino di 7 anni in età scolare si protegge con un ecg, il fratellino di 5 anni no». Per Gulizia, «una visita cardiologica di base e un elettrocardiogramma (cui in funzione del tipo di sport affrontato può associarsi un test da sforzo massimale e un'ecocardio ove l'ecg rivelasse un'anomalia o un soffio), in caso di referto "negativo" minimizzano la ricorrenza di eventi imponderabili, dovuti a quel punto a situazioni sopraggiunte o a sforzi estremi non preventivabili, e mettono al riparo il pediatra da accuse di negligenza. Infatti, con l'ecg andiamo a scoprire displasie aritmogene del ventricolo destro, sindromi di QT lungo e QT corto e di Brugada, che possono causare arresto cardiaco improvviso in soggetti "insospettabili"».
Dal febbraio 2015 la Fondazione per il tuo Cuore promuove screening ecg e antiaritmico gratuiti nelle piazze italiane, e lo screening metabolico su 9 parametri connessi al rischio cardiovascolare (tra cui colesterolo, Hdl/Ldl, trigliceridi, glicemia, emoglobina glicata, uricemia), oltre alla distribuzione di opuscoli divulgativi sulla prevenzione cardiovascolare anche nello sport. Quest'anno la Fondazione tra aprile e novembre porterà un Jumbo Truck attrezzato in 32 città, e nell'ambito del progetto Banca del Cuore ai soggetti sottoposti a screening offrirà Bancomheart, la card che permette l'accesso gratuito ai dati rilevati negli esami eseguiti, alle patologie sofferte, alle terapie praticate. Gulizia difende il ruolo "preventivologico" del medico: «Anziché incoraggiare una mentalità che eviti responsabilità, dovremmo sostenere atteggiamenti di prevenzione efficaci ed efficienti. Un'interpretazione riduttiva del decreto che abolisce la certificazione obbligatoria in età 0- 6 avrebbe una sicura conseguenza a breve termine nella valutazione dei fanciulli che praticano attività sportiva in ambito non agonistico ma anche ai più alti livelli, in tutti gli sport, primo il calcio che annovera la stragrande maggioranza. Come medici abbiamo l'obbligo di salvare la vita e tutelare la salute dei cittadini, bambini compresi».
Fonte: Doctor33
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