Generici in Piemonte: un esempio da seguire

Incremento del 7 per cento: è la crescita nel consumo di farmaci equivalenti nella regione Piemonte nel corso del 2014, che ha portato a un calo della spesa sanitaria del 2,6 per cento, come evidenziato dal Centro studi Assogenerici su dati Ims health. È un bel risultato, frutto di anni di impegno da parte di tutti gli operatori del Servizio sanitario, a partire dai direttori delle aziende Asl, al fine di promuovere l'utilizzo dei farmaci equivalenti tra i pazienti.
Sulla base del piano di rientro dal disavanzo della spesa sanitaria regionale, è stato infatti chiesto alle Aziende sanitarie ospedaliere per i programmi operativi 2013-2015 di ottimizzare l'utilizzo dei farmaci equivalenti soprattutto per quanto riguarda determinate categorie, quali antipertensivi, antidepressivi, inibitori della pompa protonica, anticolesterolo.
La ragione di questa scelta è ben comprensibile. Si tratta dei medicinali maggiormente prescritti col trascorrere degli anni su tutto il territorio nazionale, Piemonte compreso dove secondo gli ultimi dati Istat, la quota degli over 65 è pari al 23,4 per cento della popolazione. Ma c'è ancora parecchia strada da percorrere prima di arrivare agli obiettivi prefissati di razionalizzazione della spesa. Nel periodo gennaio-dicembre 2014, i piemontesi hanno speso ben 63 milioni di euro per coprire la differenza tra il generico e l'"originator".
Per questo viene richiesto ai medici uno sforzo ulteriore. Spetta a loro il compito di scegliere come sempre la terapia migliore, certo, ma che deve essere anche la meno costosa, pur mantenendo solide garanzie in termini di qualità e di sicurezza, affinché si possa garantire a tutti cure efficaci e ottenere un risparmio di risorse da indirizzare verso terapie innovative.