Cinque salvacuore in uno

03 aprile 2009
Aggiornamenti e focus

Cinque salvacuore in uno



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Poter ridurre infarti e ictus di oltre l'80% grazie alla combinazione in una sola pillola di diversi farmaci che si usano contro i principali fattori di rischio. Si sta esplorando anche quest'ipotesi, per cercare di contrastare meglio la crescita mondiale delle malattie cardiovascolari, legata al forte aumento di persone dalla mezza età in su con fattori predisponenti e spesso compresenti come obesità, ipertensione o colesterolo alto. Somministrando in un colpo solo più principi attivi l'idea è anche quella di migliorare l'aderenza alla terapia, non essendo necessario assumere diverse pillole attive su singoli fronti. Bisogna valutare bene però che i potenziali vantaggi non siano controbilanciati da potenziali svantaggi, per efficacia, tollerabilità ed eventuali interazioni (che potrebbero però essere anche positive), tanto più se si mettono insieme ben cinque principi attivi e a dosi fisse. Secondo gli autori di uno studio di fase II che hanno vagliato una combinazione di questo tipo, comunque, la via è percorribile.

Effetto su over 45 non cardiopatici


I componenti della polipillola sperimentata erano tre antipertensivi a basse dosi, cioè il diuretico idroclorotiazide, il beta-bloccante atenololo e l'Ace-inibitore ramipril, uniti ad acido acetilsalicilico (ASA) e a un anticolesterolo della famiglia delle statine, la simvastatina. Si sono scelti principi attivi generici, che associavano una ben dimostrata efficacia a un basso costo. Lo studio randomizzato e in doppio cieco è stato condotto in 50 Centri indiani, su 2053 persone di 45-80 anni senza precedenti cardiovasculopatie e con almeno un fattore di rischio tra i seguenti: diabete di tipo 2, pressione oltre i 140/90 mmHg, obesità centrale, colesterolemia LDL alta o HDL bassa, fumo negli ultimi cinque anni. Si sono confrontati un gruppo polipillola con altri otto, relativi a soli ASA o idroclorotiazide o simvastatina, o altre combinazioni a due, tre, o quattro farmaci, andando a vedere l'effetto sui vari parametri e il potenziale effetto di riduzione di eventi cardiovascolari. I primi quesiti ai quali si intendeva dare risposta erano in sostanza cinque: l'effetto della polipillola può essere equivalente a quello additivo dei vari componenti? Quale riduzione di pressione e colesterolo può ottenere in persone con livelli normali dei fattori di rischio? La tollerabilità della polipillola è buona? La combinazione può determinare interazioni inattese? L'ASA può causare una riduzione dell'effetto degli antipertensivi?

Vantaggi e punti da chiarire


Questa la sintesi dei risultati. La polipillola ha diminuito la pressione in misura non inferiore ai suoi singoli componenti antipertensivi, con o senza ASA, riduzione che diventava più marcata con l'aumentare dei farmaci usati; ha abbassato anche il colesterolo benché un po'meno di quanto ottenuto con sola simvastatina, un dato questo inatteso e che sembra in relazione al tasso di conversione della statina nella polipillola. Nella valutazione complessiva, si è calcolata con la polipillola una diminuzione di eventi cardiovascolari possibile del 50-60%: inferiore all'80% precedentemente stimato da altri, ma importante, rilevano gli autori, in soggetti apparentemente sani o ad alto rischio con livelli medi di fattori predisponenti. Quanto alla tollerabilità, quella della polipillola è apparsa simile che negli altri gruppi, senza un aumento dei tassi d'interruzione della terapia dipendente da effetti indesiderati (l'interruzione era un po' più frequente di quanto calcolato in uno studio su dodici settimane). Complessivamente la polipillola ha dunque mostrato la fattibilità del principio per il quale si possono trattare pazienti con diverse categorie di farmaci contro il rischio cardiovascolare, anche se non hanno alcuni di questi fattori di rischio. Restano comunque molti punti da chiarire: come la praticabilità della strategia valutata con studi di fase III su periodi di osservazione più lunghi, l'approfondimento con trial ampi degli effetti sugli esiti (decessi, infarti, ictus) in confronto agli approcci usuali, l'effetto di polipillole con dosi diverse di alcuni componenti, l'individuazione di quale componente causi eventuali effetti indesiderati. Punti di forza della polipillola sono comunque la semplicità d'uso e il costo contenuto, aspetti particolarmente importanti in paesi con minori possibilità di accesso alle terapie, ma validi anche in quelli avanzati dove una buona parte di persone con fattori di rischio è sottotrattata. Un rischio da evitare però, come viene sottolineato, è che la disponibilità di una "pallottola magica" contro le malattie cardiovascolari faccia trascurare i due principali pilastri della prevenzione, l'alimentazione e l'esercizio fisico, dalla cui inadeguatezza generale dipendono queste patologie.

Elettra Vecchia



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