13 luglio 2005
Aggiornamenti e focus
Aghi sì, ma solo a breve termine
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A promuovere il ricorso all'agopuntura per l'artrosi al ginocchio, erano stati di recente i National Institutes of Health. "Con l'agopuntura - spiegavano sul finire dell'anno scorso all'ente di ricerca statunitense - i malati di artrosi sperimentano una diminuzione del 40% del dolore e un aumento, sempre del 40%, della funzionalità dell'articolazione". L'agopuntura, infatti, è da tempo utilizzata su pazienti affetti da dolore cronico ma le evidenze sulla sua reale efficacia non sono mai abbastanza. Ecco perché uno studio statunitense uscito su Lancet ha esaminato l'efficacia dell'agopuntura messa a confronto con un'agopuntura "finta" o con nessun trattamento. I risultati confermerebbero un ruolo positivo della terapia tradizionale cinese ma qualche dubbio rimane.
Una premessa è d'obbligo. L'artrosi colpisce molto di frequente le articolazioni del ginocchio. Per affrontarla, però, spesso i farmaci anti-infiammatori sono associati con effetti collaterali. Ecco perché in molti casi i pazienti che ne sono afflitti e che soffrono di dolore cronico fanno ricorso all'agopuntura. Ma funziona, si chiedono i ricercatori? Gli studi non mancano e anche istituzioni come gli NIH si sono scomodate per l'argomento, ma sempre basandosi su campioni numerici ridotti e per periodi di osservazione non superiori ai tre mesi. Nello studio in questione, invece, ci si è spinti fino a un'osservazione di 52 settimane. L'indagine è stata svolta su 294 pazienti vittime di una forma cronica di artrosi del ginocchio. Una parte di essi sono stati sottoposti alla terapia con agopuntura, altri hanno ricevuto la cosiddetta agopuntura "sham", nella quale gli aghi sono posizionati in modo superficiale e simulano la terapia, un terzo gruppo, infine non ha ricevuto alcun trattamento. Medici specializzati, in 28 differenti ambulatori hanno effettuato 12 sessioni nell'arco di otto settimane. I pazienti hanno, poi, compilato questionari standard dopo 8, 26 e 52 settimane. Ebbene al termine si è confermata l'efficacia dell'agopuntura a breve termine rispetto a coloro che avevano ricevuto l'agopuntura in forma blanda e ancora di più rispetto a chi non era stato sottoposto ad alcuna terapia. Ma nel tempo, e qui sta il dato interessante della ricerca, i benefici non si sono mantenuti. Anzi, le differenze tra i tre gruppi si erano pressoché annullate e in particolare tra le due forme di agopuntura. Un fatto che porta l'editoriale che accompagna la ricerca a chiedersi quale sia l'effettivo contributo degli aghi nell'agopuntura. E'chiaro, infatti, continua l'editoriale, che quella dello studio è la classica situazione in cui risulta evidente che fare qualcosa è sempre meglio che non fare niente. Resta aperta, però, la questione principale su quali siano i benefici a lungo termine, accertati quelli a breve termine, dell'agopuntura anche in rapporto alle terapie tradizionali.
Marco Malagutti
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Sempre meglio fare qualcosa
Una premessa è d'obbligo. L'artrosi colpisce molto di frequente le articolazioni del ginocchio. Per affrontarla, però, spesso i farmaci anti-infiammatori sono associati con effetti collaterali. Ecco perché in molti casi i pazienti che ne sono afflitti e che soffrono di dolore cronico fanno ricorso all'agopuntura. Ma funziona, si chiedono i ricercatori? Gli studi non mancano e anche istituzioni come gli NIH si sono scomodate per l'argomento, ma sempre basandosi su campioni numerici ridotti e per periodi di osservazione non superiori ai tre mesi. Nello studio in questione, invece, ci si è spinti fino a un'osservazione di 52 settimane. L'indagine è stata svolta su 294 pazienti vittime di una forma cronica di artrosi del ginocchio. Una parte di essi sono stati sottoposti alla terapia con agopuntura, altri hanno ricevuto la cosiddetta agopuntura "sham", nella quale gli aghi sono posizionati in modo superficiale e simulano la terapia, un terzo gruppo, infine non ha ricevuto alcun trattamento. Medici specializzati, in 28 differenti ambulatori hanno effettuato 12 sessioni nell'arco di otto settimane. I pazienti hanno, poi, compilato questionari standard dopo 8, 26 e 52 settimane. Ebbene al termine si è confermata l'efficacia dell'agopuntura a breve termine rispetto a coloro che avevano ricevuto l'agopuntura in forma blanda e ancora di più rispetto a chi non era stato sottoposto ad alcuna terapia. Ma nel tempo, e qui sta il dato interessante della ricerca, i benefici non si sono mantenuti. Anzi, le differenze tra i tre gruppi si erano pressoché annullate e in particolare tra le due forme di agopuntura. Un fatto che porta l'editoriale che accompagna la ricerca a chiedersi quale sia l'effettivo contributo degli aghi nell'agopuntura. E'chiaro, infatti, continua l'editoriale, che quella dello studio è la classica situazione in cui risulta evidente che fare qualcosa è sempre meglio che non fare niente. Resta aperta, però, la questione principale su quali siano i benefici a lungo termine, accertati quelli a breve termine, dell'agopuntura anche in rapporto alle terapie tradizionali.
Marco Malagutti
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