13 febbraio 2008
Aggiornamenti e focus
L'ago aiuta la fecondazione
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Tra tutte le cosiddette discipline alternative l'agopuntura è probabilmente quella più accettata dalla medicina ufficiale. E la ragione risiede nei favorevoli studi clinici degli ultimi anni, eseguiti secondo la medicina basata sulle evidenze e pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche. Ecco perché oggi alle nostre latitudini si stimano più di 2 milioni di utilizzatori, in particolare per il trattamento del dolore. Ma tra le potenzialità dell'agopuntura c'è anche il suo ruolo, da tempo studiato, nei problemi di fertilità. Una metanalisi del British Medical Journal ha passato in rassegna tutti gli studi effettuati sull'argomento, con risultati confortanti. L'agopuntura può essere un utile supporto alle tecniche di fecondazione assistita. E fa anche risparmiare.
Il problema della difficoltà a concepire e di dover ricorrere a tecniche di fecondazione è piuttosto comune. Lo studio del Bmj parla del 10-15% delle coppie statunitensi. Tra queste la fecondazione in vitro è una delle più diffuse. Una procedura elaborata che si svolge in un ciclo di almeno due settimane e comincia quando la donna assume farmaci per stimolare la produzione di uova. Nel 2003 oltre 120000 trattamenti di questo tipo sono stati effettuati nelle cliniche statunitensi e nel 2000, nel mondo, 200000 bambini sono stati concepiti con questa modalità. Si tratta, come noto, di cicli costosi, lunghi e soprattutto stressanti e per migliorarne gli esiti vengono testati nuovi farmaci e nuove tecnologie. Con scarsi risultati. L'agopuntura si inserisce fra questi tentativi, visto che in Cina è utilizzata da secoli per regolare il sistema riproduttivo femminile. Le ipotesi sulla sua azione sono fondamentalmente tre: la mediazione del rilascio di neurotrasmettitori, che a loro volta stimolano la secrezione di gonadotropina, lo stimolo del flusso sanguigno all'utero, con inibizione dell'attività nervosa centrale a livello uterino e infine lo stimolo alla produzione di oppioidi endogeni con inibizione della risposta di stress. La metanalisi ha cercato di definire quanto la disciplina cinese possa migliorare la percentuale di gravidanza.
L'equipe ha passato in rassegna i risultati di sette trial che hanno coinvolto 1366 donne, trial nei quali venissero confrontate pazienti sottoposte all'agopuntura tradizionale, entro un giorno dal trasferimento dell'embrione, con altre sottoposte al trattamento placebo o a nessun trattamento aggiuntivo. Ebbene sottoporsi a sedute di agopuntura in concomitanza con le pratiche di fecondazione assistita sembra poter aumentare fino al 65% le possibilità di concepire un bimbo. Ogni dieci cicli di fertilizzazione in vitro, precisano gli autori, si verifica cioè una gravidanza extra grazie al supporto della tecnica alternativa. Pur con tutte le cautele del caso, gli autori sottolineano tra gli aspetti vantaggiosi dell'agopuntura anche aspetti legati alla sicurezza e ai costi. Intanto seri effetti collaterali sono da escludere, ad oggi infatti la tecnica si è rivelata piuttosto sicura sulle donne nelle varie fasi della gravidanza così come sulla progenie futura. In più la fecondazione assistita ha costi considerevoli, se davvero l'agopuntura potesse funzionare le probabilità di successo di un ciclo individuale, sarebbe ridotta la necessità di un ciclo successivo. E i costi complessivi diminuirebbero. Si tratta di uno studio preliminare, ai prossimi conclusioni più definitive.
Marco Malagutti
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Agopuntura a supporto
Il problema della difficoltà a concepire e di dover ricorrere a tecniche di fecondazione è piuttosto comune. Lo studio del Bmj parla del 10-15% delle coppie statunitensi. Tra queste la fecondazione in vitro è una delle più diffuse. Una procedura elaborata che si svolge in un ciclo di almeno due settimane e comincia quando la donna assume farmaci per stimolare la produzione di uova. Nel 2003 oltre 120000 trattamenti di questo tipo sono stati effettuati nelle cliniche statunitensi e nel 2000, nel mondo, 200000 bambini sono stati concepiti con questa modalità. Si tratta, come noto, di cicli costosi, lunghi e soprattutto stressanti e per migliorarne gli esiti vengono testati nuovi farmaci e nuove tecnologie. Con scarsi risultati. L'agopuntura si inserisce fra questi tentativi, visto che in Cina è utilizzata da secoli per regolare il sistema riproduttivo femminile. Le ipotesi sulla sua azione sono fondamentalmente tre: la mediazione del rilascio di neurotrasmettitori, che a loro volta stimolano la secrezione di gonadotropina, lo stimolo del flusso sanguigno all'utero, con inibizione dell'attività nervosa centrale a livello uterino e infine lo stimolo alla produzione di oppioidi endogeni con inibizione della risposta di stress. La metanalisi ha cercato di definire quanto la disciplina cinese possa migliorare la percentuale di gravidanza.
Sicura ed economica
L'equipe ha passato in rassegna i risultati di sette trial che hanno coinvolto 1366 donne, trial nei quali venissero confrontate pazienti sottoposte all'agopuntura tradizionale, entro un giorno dal trasferimento dell'embrione, con altre sottoposte al trattamento placebo o a nessun trattamento aggiuntivo. Ebbene sottoporsi a sedute di agopuntura in concomitanza con le pratiche di fecondazione assistita sembra poter aumentare fino al 65% le possibilità di concepire un bimbo. Ogni dieci cicli di fertilizzazione in vitro, precisano gli autori, si verifica cioè una gravidanza extra grazie al supporto della tecnica alternativa. Pur con tutte le cautele del caso, gli autori sottolineano tra gli aspetti vantaggiosi dell'agopuntura anche aspetti legati alla sicurezza e ai costi. Intanto seri effetti collaterali sono da escludere, ad oggi infatti la tecnica si è rivelata piuttosto sicura sulle donne nelle varie fasi della gravidanza così come sulla progenie futura. In più la fecondazione assistita ha costi considerevoli, se davvero l'agopuntura potesse funzionare le probabilità di successo di un ciclo individuale, sarebbe ridotta la necessità di un ciclo successivo. E i costi complessivi diminuirebbero. Si tratta di uno studio preliminare, ai prossimi conclusioni più definitive.
Marco Malagutti
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