Quando c'è un problema di alito

29 settembre 2006
Aggiornamenti e focus, Speciale Bocca sana

Quando c'è un problema di alito



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Apparire bene in pubblico è il primo biglietto da visita, determinante nella vita privata e sociale: anche un disturbo minore che può dare l'idea di poca cura di sé, come il cattivo odore dell'alito, può creare imbarazzo a chi lo presenta e può essere interpretato come scarso rispetto degli altri. In effetti l'igiene orale insufficiente è la principale causa dell'alitosi, e non si tratta in questo caso di eliminare solo un problema fastidioso ma di cogliere un segnale per prevenire conseguenze patologiche per gengive e denti; in altri casi invece il disturbo può dipendere da infezioni e malattie non necessariamente relative alla bocca, oppure dall'assunzione di farmaci, può essere addirittura un'alitofobia di natura psicologica: tutte situazioni riconducibili alla sfera della clinica, delle quali tenere conto quando si indaga sull'alitosi e se ne ricercano i correttivi. Senza contare che ci sono altre situazioni che determinano odore sgradevole ma sono transitorie e non patologiche, dall'alitosi al risveglio mattutino, favorito da fumo, alcolici, caldo e aria secca notturni, e più probabile in caso di ostruzione nasale, a quella da digiuno, o da periodo mestruale, nonché ovviamente da consumo di alimenti alitogeni (aglio, cipolla, spezie).

Da parodontiti a patologie sistemiche


Quando il problema origina dalla bocca, nella maggior parte dei casi c'è di mezzo appunto la pulizia insufficiente dei denti, che, è bene ricordarlo, andrebbe eseguita dopo ogni pasto: il cattivo odore nasce dalla degradazione batterica dei residui di cibo, cellule e saliva, soprattutto a livello delle tasche gengivali ma anche della lingua, specie nella parte posteriore (le papille favoriscono l'accumulo di germi, cellule di desquamazione e leucociti). La scarsa igiene può provocare infiammazioni gengivali e parodontali, gengiviti e parodontiti, che causano alitosi; il disturbo è maggiore per forme aggressive della parodontite dell'età adulta, quella che per via della placca determina retrazione gengivale e instabilità dei denti, o nelle gengiviti acute ulcerative, inoltre è favorito dalla xerostomia (bocca secca) che può avere varie cause, può anche dipendere da ulcerazioni o tumori orali, o da tonsilliti. Alle possibili cause sistemiche appartengono infezioni respiratorie in genere delle alte vie, come le sinusiti, ma anche bronchiectasie, e poi reflusso gastro-esofageo, stati febbrili, insufficienza epatica e renale, chetoacidosi diabetica, leucemia, sembrerebbe anche infezione da Helicobacter pilori; c'è poi come detto un'alitofobia, una forma di tipo ipocondriaco in cui si ritiene erroneamente di avere l'alitosi e quindi si parla con la mano sulla bocca o tenendosi a distanza, una forma che può richiedere un approccio psicologico. Un capitolo nutrito, tra i fattori causali dell'alito cattivo, è infine quello dei farmaci: l'elenco comprende antidepressivi, neurolettici, antinfiammatori, antistaminici di prima generazione, Ace-inibitori, antitumorali e molti altri ancora.

In ordine denti e gengive


La diagnosi di alitosi si basa sull’esame organolettico dell’aria esalata sia con la bocca sia con il naso, infatti se l’odore riguarda solo la prima l’origine sarà orale o faringea, se solo il secondo probabilmente sarà una sinusite, quando riguarda entrambi e con la stessa intensità può esserci una causa sistemica. Ci sono poi test specifici e metodi per analizzare i componenti dell’aria emessa. Il trattamento del disturbo parte dal miglioramento dell’igiene orale, con spazzolino e dentifricio, filo interdentale, eventualmente collutori e momentaneamente chewing-gum; va prevista anche una delicata pulizia della lingua. Esistono vari prodotti per l’igiene della bocca sui quali si dispone però di pochi studi, e altri sperimentali come uso di batteri probiotici e fotoesposizione. Molto importante è la cura di denti e gengive, assicurata da periodici controlli dal dentista, in particolare per i problemi parodontali. A parte la riduzione di fumo, alcol e alimenti alitogeni, se il disturbo è persistente e non di origine orale vanno indagate e affrontate le altre cause a livello specialistico, con il caso particolare dell’alitofobia di pertinenza psicologica.

Viviana Zanardi



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