Non è mai tardi per battere la pancia

12 gennaio 2005
Aggiornamenti e focus

Non è mai tardi per battere la pancia



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Beh, adesso c'è un momento preciso per cominciare e un riferimento preciso da tenere d'occhio! Si parla di attività fisica, di prevenzione e di età matura. Infatti, uno studio pubblicato dall'American Journal of Preventive Medicine ha valutato quali miglioramenti nelle prospettive di salute possa garantire un programma di esercizio rivolto ai non più giovani. La ricerca ha coinvolto una cinquantina di uomini e altrettante donne, di età compresa tra 55 e 75 anni, che mostravano ipertensione (pressione massima da 130 a 159 e/o pressione minima da 85 a 99 mm/Hg) ma non erano trattati con farmaci. Una parte di cospicua, il 40% circa, presentava anche un quadro di sindrome metabolica, cioè obesità addominale, resistenza insulinica e dislipidemia (colesterolo elevato eccetera). La sindrome metabolica è ormai considerata l'anticamera di tre gravi malattie: diabete tipo 2, ictus e infarto. Metà del campione ha intrapreso un programma di esercizio leggero-moderato messo a punto dai ricercatori, che fanno capo alla facoltà medica della Johns Hopkins University, e l'altra metà no, così da servire da gruppo di controllo. Il programma è durato sei mesi nel corso dei quali sono stati controllati tutti i parametri citati prima.

Il peso conta ma non è tutto


I risultati sono stati positivi per chi praticava l'attività fisica: al termine della ricerca, 17,7% di questo gruppo non presentava più la sindrome metabolica, una percentuale superiore a quella del gruppo di controllo, inoltre nessuno l'aveva sviluppata nel frattempo, mentre nel gruppo di controllo questo era avvenuto per 4 persone. Oltre agli indici clinici (colesterolemia, resistenza insulinica eccetera) in chi praticava l'esercizio sia assisteva a un miglioramento della capacità aerobica, del tono muscolare e del peso. Ed è proprio a questo proposito che viene l'indicazione più precisa: se è chiaro che aumentando l'attività fisica si ha anche un calo del peso corporeo, non è su quello che si deve focalizzare l'attenzione. Infatti non è detto che si perdano chili e chili, ma questo non deve preoccupare eccessivamente né indurre all'abbandono. Quello che conta realmente è diminuire i depositi di grasso addominali: di conseguenza, piuttosto che alla bilancia è meglio affidarsi al metro da sarta e misurare il giro vita. Infatti i miglioramenti metabolici, prima ancora che al calo di peso sono correlati alla diminuzione del giro vita; come ha commentato Kerry Stewart, una delle autrici dello studio, "se è desiderabile dimagrire si può comunque trarre beneficio anche semplicemente cambiando la composizione corporea" cioè la distribuzione del tessuto adiposo. Quindi, come si diceva all'inizio, si sa che è possibile cominciare anche dopo i cinquanta e si sa che cosa tenere d'occhio. Inoltre, lo studio ha confermato che da queste "scelte di vita" traggono i maggiori benefici soprattutto coloro che in precedenza avevano condotto una vita molto sedentaria.

Sveva Prati



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