27 aprile 2005
Aggiornamenti e focus
Atleti troppo in fretta
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Se da una parte il 22% dei bambini tra i 6 e i 10 anni non fa attività sportiva nel tempo libero, con conseguenti problemi di sovrappeso e obesità, dall'altra c'è chi di sport ne fa. E pure troppo. Esiste, infatti, una buona parte di bambini che comincia a fare attività agonistica in modo eccessivamente precoce. A 8-10 anni, invece, è presto per specializzarsi e puntare sulla tecnica e bisogna fare in modo che lo sport sia un gioco e assecondi uno sviluppo armonico. I rischi? A giudicare da uno studio scozzese, pubblicato sugli Archives of Disease in Childhood, sarebbero quelli di lesioni e incidenti di varia natura. Un fenomeno che riguarderebbe in particolare i piccoli calciatori.
Il calcio, si sa, è uno sport nel quale si può cadere o si possono avere contrasti con l'avversario, con il conseguente rischio di contusioni e, più raramente, di distorsioni e fratture. Come conseguenza i giovani calciatori sono più a rischio dei tennisti o dei ginnasti. E l'aspetto determinante sembrerebbe proprio l'effetto a lungo termine di allenamenti intensivi finalizzati a diventare precocemente "professionisti". Lo studio ha preso in esame 203 atleti di età compresa tra gli 8 e i 16 anni per un periodo di 10 anni. Del gruppo facevano parte 52 ginnasti, 22 calciatori, 57 nuotatori e 72 tennisti. Se un quarto dei nuotatori e la metà di tennisti e ginnasti ha avuto incidenti di qualche natura, ai calciatori è successo cinque volte tanto, almeno rispetto ai nuotatori, di avere due o più incidenti. Un aspetto da valutare, sottolineano i ricercatori, riguarda il livello di competizione preso in esame. Quanto più è alto il livello considerato, chi per esempio già partecipa a competizioni internazionali, tanto maggiori sono i rischi. Va detto anche che la maggior parte degli incidenti esaminati sono di natura non grave e ben pochi hanno costretto i giovani agonisti ad abbandonare le competizioni. Inoltre più della metà degli atleti ha proseguito nell'attività in tutto il decennio esaminato. Dei 94 che hanno abbandonato, la maggior parte l'ha fatto per ragioni scolastiche o lavorative e solo 15 per infortuni di qualche tipo. Ma quali sono le cause? Secondo i ricercatori si può parlare di un burn-out, ossia di un esaurimento da super allenamento. Ma va detto che allenamenti così intensi e precoci possono essere controproducenti e finire per penalizzare giovani talenti sportivi. Quindi, riassume il coordinatore dello studio, il motto potrebbe essere "non fare troppo, troppo presto, troppo veloce e troppo spesso". Se il bambino è effettivamente dotato, perciò, è il consiglio per gli allenatori, prima di gettarlo nella competizione meglio affinare le sue qualità in modo graduale. Altrimenti si potrebbe esaurire.
Marco Malagutti
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Troppo allenamento nuoce
Il calcio, si sa, è uno sport nel quale si può cadere o si possono avere contrasti con l'avversario, con il conseguente rischio di contusioni e, più raramente, di distorsioni e fratture. Come conseguenza i giovani calciatori sono più a rischio dei tennisti o dei ginnasti. E l'aspetto determinante sembrerebbe proprio l'effetto a lungo termine di allenamenti intensivi finalizzati a diventare precocemente "professionisti". Lo studio ha preso in esame 203 atleti di età compresa tra gli 8 e i 16 anni per un periodo di 10 anni. Del gruppo facevano parte 52 ginnasti, 22 calciatori, 57 nuotatori e 72 tennisti. Se un quarto dei nuotatori e la metà di tennisti e ginnasti ha avuto incidenti di qualche natura, ai calciatori è successo cinque volte tanto, almeno rispetto ai nuotatori, di avere due o più incidenti. Un aspetto da valutare, sottolineano i ricercatori, riguarda il livello di competizione preso in esame. Quanto più è alto il livello considerato, chi per esempio già partecipa a competizioni internazionali, tanto maggiori sono i rischi. Va detto anche che la maggior parte degli incidenti esaminati sono di natura non grave e ben pochi hanno costretto i giovani agonisti ad abbandonare le competizioni. Inoltre più della metà degli atleti ha proseguito nell'attività in tutto il decennio esaminato. Dei 94 che hanno abbandonato, la maggior parte l'ha fatto per ragioni scolastiche o lavorative e solo 15 per infortuni di qualche tipo. Ma quali sono le cause? Secondo i ricercatori si può parlare di un burn-out, ossia di un esaurimento da super allenamento. Ma va detto che allenamenti così intensi e precoci possono essere controproducenti e finire per penalizzare giovani talenti sportivi. Quindi, riassume il coordinatore dello studio, il motto potrebbe essere "non fare troppo, troppo presto, troppo veloce e troppo spesso". Se il bambino è effettivamente dotato, perciò, è il consiglio per gli allenatori, prima di gettarlo nella competizione meglio affinare le sue qualità in modo graduale. Altrimenti si potrebbe esaurire.
Marco Malagutti
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