04 febbraio 2020
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Rugby, uno sport pericoloso
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La tradizione lo vuole uno sport da gentiluomini, ma ciò non toglie che durante una partita di rugby i giocatori subiscano insulti meccanici e colpi molto potenti. Il contatto pieno che si verifica durante le azioni di gioco, tutt'altro che leggero, prevede l'uso di una forza che si manifesta in testate, spintoni, cadute a terra spesso sotto il peso degli altri giocatori. Il tutto non senza lasciare segni anche evidenti durante l'incontro a volte nel tempo.
I danni più frequenti riportati da questa classe di sportivi sono le lesioni del midollo spinale, che, per quanto rare, considerando quanto sono esposti al rischio, rappresentano la causa maggiore di mortalità e morbidità in questo sport. L'azione di gioco maggiormente imputata è la mischia. Quando l'arbitro la assegna, i giocatori si dispongono in uno schema formato da minimo 5 giocatori per formazione, di cui tre in prima linea, contrapposti in due gruppi.
I due cosiddetti pacchetti di mischia sono incastrati tra loro: la testa e le spalle dei giocatori in mischia devono essere al di sopra della linea dei fianchi. E si inizia a spingere. La pressione che si esercita in questa circostanza è la causa del danno spinale nel 40% dei casi, il 36% si verifica durante il placcaggio il 18% in altre azioni sempre di contatto. Negli anni '70 e '80 è stato documentato un aumento di tali lesioni associate al rugby, tra gli '80 e i '90 si è iniziato a prendere provvedimenti per limitare i danni tra i quali variazioni delle regole di mischia, una maggior applicazione delle regole esistenti e iniziative di educazione. Tra queste ultime degna di nota, e usata come riferimento negli studi epidemiologici, il programma RugbySmart. E' stato ideato e realizzato dalla American College of Cardiology (ACC) e dalla Rugby Union in Neo Zelanda, culla degli All Blacks, una delle squadre più volte campione mondiale.
Il programma è stato reso obbligatorio per allenatori e arbitri, coinvolti per il ruolo di comunicazione alla squadra e di controllo sul campo. Sono stati realizzati seminari a frequenza obbligatoria, DVD, sito internet per dare strumenti di prevenzione delle lesioni, come, per esempio, un memorandum simile a una carta di credito da tenere a portata di mano durante l'incontro per poter verificare rapidamente sintomi o segni in caso di impatto sospetto. Nonché il trasferimento del concetto che tra performance e sicurezza esiste una relazione stretta in quanto serve un allenamento fisico graduale e tecniche per minimizzare i rischi durante le azioni di contatto. I risultati di questo sforzo ci sono stati, e sono stati valutati in una popolazione di giocatori neozelandesi, usando come parametro di riferimento la mischia. Tra il 1976 e il 2000 il 48% delle lesioni spinale era avvenuto a causa della mischia, tra il 2001 e il 2005 la percentuale era scesa era del 12,5%. E d'altronde erano diminuiti in assoluto i casi associati al gioco: mentre il numero di casi atteso sulla base delle stime precedenti era 18,9, dopo il RugbySmart ne sono state registrate solo otto. In particolare, associati alla mischia, anziché nove previsti, solo un caso e associati alle altre azioni, sette anziché nove. Sui motivi di tale calo ci sono solo ipotesi, almeno parzialmente è dovuto alla riduzione del numero di mischie che sono state assegnate dagli arbitri nel periodo successivo all'adozione del RugbySmart. Tuttavia non è stato efficace sulle lesioni causate da azioni diverse dalla mischia, che non hanno subito variazioni significative, o per lo meno non è stato possibile raccogliere dati in merito. Ma sono sufficienti questi risultati per affermare che i programmi di educazione sono soluzioni efficaci per ridurre i danni, come pure i cambiamenti delle regole di gioco. La storia medico-sportiva è costellata di evidenze che provano che cambiando le regole del gioco, cambiano la frequenza e la natura delle azioni di gioco, le caratteristiche dei giocatori e l'epidemiologia dei loro problemi sanitari.
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Botte da orbi
I danni più frequenti riportati da questa classe di sportivi sono le lesioni del midollo spinale, che, per quanto rare, considerando quanto sono esposti al rischio, rappresentano la causa maggiore di mortalità e morbidità in questo sport. L'azione di gioco maggiormente imputata è la mischia. Quando l'arbitro la assegna, i giocatori si dispongono in uno schema formato da minimo 5 giocatori per formazione, di cui tre in prima linea, contrapposti in due gruppi.
I due cosiddetti pacchetti di mischia sono incastrati tra loro: la testa e le spalle dei giocatori in mischia devono essere al di sopra della linea dei fianchi. E si inizia a spingere. La pressione che si esercita in questa circostanza è la causa del danno spinale nel 40% dei casi, il 36% si verifica durante il placcaggio il 18% in altre azioni sempre di contatto. Negli anni '70 e '80 è stato documentato un aumento di tali lesioni associate al rugby, tra gli '80 e i '90 si è iniziato a prendere provvedimenti per limitare i danni tra i quali variazioni delle regole di mischia, una maggior applicazione delle regole esistenti e iniziative di educazione. Tra queste ultime degna di nota, e usata come riferimento negli studi epidemiologici, il programma RugbySmart. E' stato ideato e realizzato dalla American College of Cardiology (ACC) e dalla Rugby Union in Neo Zelanda, culla degli All Blacks, una delle squadre più volte campione mondiale.
Prevenzione da spogliatoio
Il programma è stato reso obbligatorio per allenatori e arbitri, coinvolti per il ruolo di comunicazione alla squadra e di controllo sul campo. Sono stati realizzati seminari a frequenza obbligatoria, DVD, sito internet per dare strumenti di prevenzione delle lesioni, come, per esempio, un memorandum simile a una carta di credito da tenere a portata di mano durante l'incontro per poter verificare rapidamente sintomi o segni in caso di impatto sospetto. Nonché il trasferimento del concetto che tra performance e sicurezza esiste una relazione stretta in quanto serve un allenamento fisico graduale e tecniche per minimizzare i rischi durante le azioni di contatto. I risultati di questo sforzo ci sono stati, e sono stati valutati in una popolazione di giocatori neozelandesi, usando come parametro di riferimento la mischia. Tra il 1976 e il 2000 il 48% delle lesioni spinale era avvenuto a causa della mischia, tra il 2001 e il 2005 la percentuale era scesa era del 12,5%. E d'altronde erano diminuiti in assoluto i casi associati al gioco: mentre il numero di casi atteso sulla base delle stime precedenti era 18,9, dopo il RugbySmart ne sono state registrate solo otto. In particolare, associati alla mischia, anziché nove previsti, solo un caso e associati alle altre azioni, sette anziché nove. Sui motivi di tale calo ci sono solo ipotesi, almeno parzialmente è dovuto alla riduzione del numero di mischie che sono state assegnate dagli arbitri nel periodo successivo all'adozione del RugbySmart. Tuttavia non è stato efficace sulle lesioni causate da azioni diverse dalla mischia, che non hanno subito variazioni significative, o per lo meno non è stato possibile raccogliere dati in merito. Ma sono sufficienti questi risultati per affermare che i programmi di educazione sono soluzioni efficaci per ridurre i danni, come pure i cambiamenti delle regole di gioco. La storia medico-sportiva è costellata di evidenze che provano che cambiando le regole del gioco, cambiano la frequenza e la natura delle azioni di gioco, le caratteristiche dei giocatori e l'epidemiologia dei loro problemi sanitari.
Fonte:
- Quarrie KL et al. Effect of nationwide injury prevention programme on serious spinal injuries in New Zealand rugby union: ecological study. BMJ. 2007 Jun 2;334(7604):1150
- Il programma RugbySmart - ACC
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