Isterectomia a prova di incontinenza

06 dicembre 2006
Aggiornamenti e focus

Isterectomia a prova di incontinenza



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Anche se se ne parla poco, l'incontinenza urinaria non è un problema inesistente: nei soli Stati Uniti interessa dal 17% al 46% delle donne con più di 60 anni. L'età può certamente predisporre a questo disturbo, ma creano fortissima ansia e preoccupazione anche gli interventi chirurgici all'utero.

Intervento invasivo


L'asportazione totale dell'organo - l'isterectomia - si esegue per curare principalmente patologie benigne come metrorragie, menorragie, fibromi, endometriosi, prolassi e tumori benigni all'ovaio. Durante l'intervento i vasi sanguigni e i nervi devono essere separati dal tessuto di supporto in cui sono normalmente inclusi, e questo crea una alterazione dei normali rapporti anatomici tra gli organi pelvici che da molti specialisti è ritenuta essere causa di incontinenza urinaria.

A distanza di tre anni, tutto ok


Un gruppo di ricercatori svedesi ha condotto in passato uno studio per provare che nell'immediato post operatorio e per tutto l'anno successivo, l'intervento non procurava questo disturbo. Lo stesso gruppo in un articolo recentemente pubblicato su Urology dimostra che ciò non avviene nemmeno a distanza di anni.
Nello studio sono state incluse 120 pazienti a cui è stato richiesto di compilare un questionario prima dell'isterectomia, un anno e tre dopo, per verificare la presenza di sintomi associati all'incontinenza da sforzo (quella associata per esempio a uno starnuto, un colpo di tosse o un generico sforzo) o da urgenza (quando si avverte un bisogno urgente di urinare senza riuscire a trattenersi).
Tra le pazienti, 44 erano state sottoposte a isterectomia vaginale e 76 a quella addominale e la scelta del tipo di intervento era eseguita dal chirurgo a seconda delle condizioni e della patologia presente. Per evitare che malattie gravi influissero sui risultati, sono state considerate solo le donne operate per patologie benigne.
A distanza di tre anni l'89% dei questionari sono stati riconsegnati senza che vi fossero riportati cambiamenti nella frequenza delle minzioni, anzi: l'incontinenza da stress risultava addirittura diminuita in misura significativa.

Un risultato controcorrente

I risultati ottenuti sono in contrasto con quelli da studi precedenti, e questo potrebbe essere dovuto al fatto che l'età media delle pazienti era di soli 49,5 anni: la percentuale di incontinenti potrebbe anche aumentare con l'avanzare degli anni. Inoltre la valutazione del disturbo è eseguita esclusivamente attraverso le risposte al questionario e non è confermata da alcun esame urodinamico.
L'alta percentuale di risposte pervenute e tre anni di osservazione costituiscono comunque secondo gli autori un presupposto tutt'altro che trascurabile.

Raffaella Bergottini



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