30 luglio 2004
Aggiornamenti e focus
Sole, mare e... sesso
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Moglie e buoi dei paesi tuoi: sarà anche vero ma di sicuro non lo è in vacanza, anzi. L'attività sessuale ha un picco proprio nel periodo natalizio e in quello delle vacanze estive. E di riflesso ha un picco anche il numero di infezioni trasmesse per via sessuale. Il "mixing" che si verifica quando si è in località esotiche, poi, accentua il problema. A confermarlo una ricerca pubblicata sul British Medical Journal dalla quale emerge con numeri schiaccianti, che molti giovani fanno sesso non protetto durante le vacanze e il più delle volte sono incontri occasionali.
Sempre più persone, del resto, fanno viaggi extracontinentali. In Inghilterra l'aumento dal 1997 a oggi è stato del 27%. Quanto alle malattie sessualmente trasmissibili, delle persone che hanno frequentato le cliniche specialistiche una gran parte torna da viaggi all'estero e il 25% di questi ha avuto nell'occasione un nuovo partner, con il quale non ha usato le dovute precauzioni. Se, infatti, il numero di nuovi incontri sessuali durante la settimana è normalmente di 0,098 durante le trasferte diventa 0,247. I dati fra l'altro non cambiano tra uomini e donne, segno che i tempi sono decisamente cambiati. Tra i vacanzieri britannici nell'isola di Tenerife il 35% - riportano i dati pubblicati sul BMJ - ha avuto un partner sessuale "non regolare". Il 32% degli uomini e il 39% delle donne, un numero più significativo, al di sotto dei 25 anni. Le conseguenze sono di rilievo. Nel 2002 le cliniche di medicina genitourinaria nel Regno Unito hanno avuto un milione e mezzo di visitatori, con un aumento del 15% rispetto al 2001. I casi di chlamydia, gonorrea, sifilide e herpes genitale sono in aumento. Non solo, il 69% degli uomini eterosessuali che hanno contratto l'HIV, lo hanno contratto all'estero. Ma gli stessi numeri valgono per le altre infezioni sessuali. Nelle due principali cliniche britanniche il 12% delle infezioni è dovuto alle vacanze. I motivi? È presto detto. Per cominciare la disponibilità di nuovi contatti poi la frequenza con cui si cambia partner, il mancato uso dei preservativi e l'aumentato consumo di alcol. Poi naturalmente quanto più il partner occasionale viene da una comunità a rischio tanto più aumenta la prevalenza delle infezioni trasmesse per via sessuale. Oltretutto anche il fatto di essere stati precedentemente infettati non aiuta, visto che dopo gonorrea e chlamydia non si innesca una difesa anticorpale e anche la reinfezione da sifilide è possibile. Di vaccini poi non se ne parla. Perciò che fare?
Il punto è sempre lo stesso, prevenzione. Visto l'aumentare sia dei viaggi sia delle infezioni una più diffusa educazione sessuale è vitale. Avvisi preventivi urgono in particolare per chi si reca nel mondo in via di sviluppo. Il fatto poi che i più giovani siano, inevitabilmente, i più promiscui rende necessarie sia la prevenzione sia la raccomandazione a sottoporsi a screening di ritorno dalle vacanze. Le persone - sostiene uno degli autori della ricerca - devono essere consapevoli dei rischi che possono correre in vacanza e agire di conseguenza. Il preservativo, per esempio, è assolutamente indispensabile, visto che le vacanze sono anche l'occasione per aumentare i livelli di sperimentazione sessuale. Tutto regolare ma le esperienze poi si potrebbero pagare.
Marco Malagutti
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Aumentano i viaggi aumentano i rischi
Sempre più persone, del resto, fanno viaggi extracontinentali. In Inghilterra l'aumento dal 1997 a oggi è stato del 27%. Quanto alle malattie sessualmente trasmissibili, delle persone che hanno frequentato le cliniche specialistiche una gran parte torna da viaggi all'estero e il 25% di questi ha avuto nell'occasione un nuovo partner, con il quale non ha usato le dovute precauzioni. Se, infatti, il numero di nuovi incontri sessuali durante la settimana è normalmente di 0,098 durante le trasferte diventa 0,247. I dati fra l'altro non cambiano tra uomini e donne, segno che i tempi sono decisamente cambiati. Tra i vacanzieri britannici nell'isola di Tenerife il 35% - riportano i dati pubblicati sul BMJ - ha avuto un partner sessuale "non regolare". Il 32% degli uomini e il 39% delle donne, un numero più significativo, al di sotto dei 25 anni. Le conseguenze sono di rilievo. Nel 2002 le cliniche di medicina genitourinaria nel Regno Unito hanno avuto un milione e mezzo di visitatori, con un aumento del 15% rispetto al 2001. I casi di chlamydia, gonorrea, sifilide e herpes genitale sono in aumento. Non solo, il 69% degli uomini eterosessuali che hanno contratto l'HIV, lo hanno contratto all'estero. Ma gli stessi numeri valgono per le altre infezioni sessuali. Nelle due principali cliniche britanniche il 12% delle infezioni è dovuto alle vacanze. I motivi? È presto detto. Per cominciare la disponibilità di nuovi contatti poi la frequenza con cui si cambia partner, il mancato uso dei preservativi e l'aumentato consumo di alcol. Poi naturalmente quanto più il partner occasionale viene da una comunità a rischio tanto più aumenta la prevalenza delle infezioni trasmesse per via sessuale. Oltretutto anche il fatto di essere stati precedentemente infettati non aiuta, visto che dopo gonorrea e chlamydia non si innesca una difesa anticorpale e anche la reinfezione da sifilide è possibile. Di vaccini poi non se ne parla. Perciò che fare?
Quel che conta è la prevenzione
Il punto è sempre lo stesso, prevenzione. Visto l'aumentare sia dei viaggi sia delle infezioni una più diffusa educazione sessuale è vitale. Avvisi preventivi urgono in particolare per chi si reca nel mondo in via di sviluppo. Il fatto poi che i più giovani siano, inevitabilmente, i più promiscui rende necessarie sia la prevenzione sia la raccomandazione a sottoporsi a screening di ritorno dalle vacanze. Le persone - sostiene uno degli autori della ricerca - devono essere consapevoli dei rischi che possono correre in vacanza e agire di conseguenza. Il preservativo, per esempio, è assolutamente indispensabile, visto che le vacanze sono anche l'occasione per aumentare i livelli di sperimentazione sessuale. Tutto regolare ma le esperienze poi si potrebbero pagare.
Marco Malagutti
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