21 aprile 2004
Aggiornamenti e focus
L'antinausea? Una droga
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Uno dei disturbi più fastidiosi della gravidanza sono le nausee mattutine, anche per la giusta diffidenza delle future mamme nei confronti dei farmaci. Diffidenza che, però, va allargata anche ai rimedi tradizionali o alternativi. Se non si sa quali effetti può avere una sostanza sul nascituro (naturale o sintetica che sia) meglio evitare di scoprirlo da sole. Forse però per almeno un rimedio tradizionale c'è il via libera della ricerca medica. Si tratta dello zenzero, apprezzata spezia ma anche da secoli elemento della farmacopea cinese e di quella ayurvedica, cioè indiana. In tempi recenti, peraltro, se ne è occupata anche la medicina scientifica, rivelandone le proprietà antiossidanti (anche di protezione del DNA cellulare contro il danno da radicali liberi) e antinfiammatorie, confermate in vitro dalla minore espressione di mediatori dell'infiammazione nelle cellule delle cartilagini articolari. Tuttavia è l'effetto antiemetico e antinausea quella da più tempo conosciuto e sfruttato.
Un recentissimo studio australiano ha messo a confronto la spezia con il rimedio più largamente impiegato per prevenire la nausea, cioè la piridossina o vitamina B6. 291 donne in attesa sono state avviate a ricevere o 75 mg di vitamina B6 al giorno (in tre somministrazioni da 25 mg) oppure 1 grammo di zenzero. La terapia è durata tre settimane, con controlli ogni 7 giorni per valutare sintomi e condizioni generali, e le donne sono poi state seguite fino al lieto evento per valutare la salute del neonato. Spezia e vitamina si sono rivelate ugualmente efficaci: più della metà delle donne ha visto diminuire nausea ed episodi di vomito, inoltre soltanto il 20% del campione ha dovuto ricorrere a farmaci antiemetici propriamente detti. Aspetto ben più importante, tra i due gruppi di donne non si sono avute differenze in termini di anomalie congenite nei bambini, il che equivale a definire lo zenzero altrettanto sicuro della vitamina. Su questo aspetto, come però è doveroso, gli autori della ricerca indicano la necessità di ulteriori conferme; infatti, una parte degli studi condotti sulle cavie avevano mostrato che l'infuso di zenzero poteva indurre l'aborto. In attesa delle conferme una segnalazione d'obbligo: in alcuni casi lo zenzero può provocare eruttazioni e qualche bruciore di stomaco.
Davide Minzoni
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Efficacia superiore al 50%
Un recentissimo studio australiano ha messo a confronto la spezia con il rimedio più largamente impiegato per prevenire la nausea, cioè la piridossina o vitamina B6. 291 donne in attesa sono state avviate a ricevere o 75 mg di vitamina B6 al giorno (in tre somministrazioni da 25 mg) oppure 1 grammo di zenzero. La terapia è durata tre settimane, con controlli ogni 7 giorni per valutare sintomi e condizioni generali, e le donne sono poi state seguite fino al lieto evento per valutare la salute del neonato. Spezia e vitamina si sono rivelate ugualmente efficaci: più della metà delle donne ha visto diminuire nausea ed episodi di vomito, inoltre soltanto il 20% del campione ha dovuto ricorrere a farmaci antiemetici propriamente detti. Aspetto ben più importante, tra i due gruppi di donne non si sono avute differenze in termini di anomalie congenite nei bambini, il che equivale a definire lo zenzero altrettanto sicuro della vitamina. Su questo aspetto, come però è doveroso, gli autori della ricerca indicano la necessità di ulteriori conferme; infatti, una parte degli studi condotti sulle cavie avevano mostrato che l'infuso di zenzero poteva indurre l'aborto. In attesa delle conferme una segnalazione d'obbligo: in alcuni casi lo zenzero può provocare eruttazioni e qualche bruciore di stomaco.
Davide Minzoni
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