Uvadex 20 mcg/ml soluzione per la modifica di frazione ematica 12 flaconcini 10 ml

22 dicembre 2024
Farmaci - Uvadex

Uvadex 20 mcg/ml soluzione per la modifica di frazione ematica 12 flaconcini 10 ml


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Uvadex 20 mcg/ml soluzione per la modifica di frazione ematica 12 flaconcini 10 ml è un medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, utilizzabile esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile - vietata la vendita al pubblico (classe C), a base di metoxsalene, appartenente al gruppo terapeutico Antipsoriasici. E' commercializzato in Italia da Therakos Europe Limited


INDICE SCHEDA



INFORMAZIONI GENERALI


TITOLARE:

Therakos Europe Limited

MARCHIO

Uvadex

CONFEZIONE

20 mcg/ml soluzione per la modifica di frazione ematica 12 flaconcini 10 ml

FORMA FARMACEUTICA
soluzione (uso interno)

PRINCIPIO ATTIVO
metoxsalene

GRUPPO TERAPEUTICO
Antipsoriasici

CLASSE
C

RICETTA
medicinale soggetto a prescrizione medica limitativa, utilizzabile esclusivamente in ambiente ospedaliero o in struttura ad esso assimilabile - vietata la vendita al pubblico

PREZZO
-------- €


CONFEZIONI DISPONIBILI IN COMMERCIO


Confezioni e formulazioni di Uvadex disponibili in commercio:

  • uvadex 20 mcg/ml soluzione per la modifica di frazione ematica 12 flaconcini 10 ml (scheda corrente)

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INDICAZIONI TERAPEUTICHE


A cosa serve Uvadex? Perchè si usa?


UVADEX è utilizzato insieme al Sistema di Fotoferesi THERAKOS CELLEX per il trattamento palliativo delle manifestazioni cutanee (placche a chiazze, placche estese, eritroderma) del linfoma cutaneo a cellule T (T2 - T4) in stadio avanzato (CTCL), solo nei pazienti che non abbiano reagito positivamente ad altre forme di trattamento (per esempio puvaterapia, corticosteroidi per via sistemica, caryolysina, interferone alfa.


CONTROINDICAZIONI


Quando non dev'essere usato Uvadex?


Ipersensibilità al principio attivo o a uno qualsiasi degli eccipienti.

Precedenti reazioni idiosincratiche o di ipersensibilità al metoxsalene, ai composti a base di psoralene o ad uno qualsiasi degli eccipienti.

Compresenza di melanoma, basalioma o carcinoma squamocellulare.

Uso da parte di uomini sessualmente attivi o donne in età fertile in assenza di misure contraccettive adeguate durante il trattamento (vedere paragrafo 4.6).

Durante la gravidanza e l'allattamento.

Afachia.

Controindicazioni alla procedura di fotoferesi:

Patologie fotosensibili (es. porfiria, lupus eritematoso sistemico o albinismo).

Intolleranza alla perdita di volume extracorporeo (ad esempio a causa di gravi cardiopatie, anemia grave ecc.).

Globuli bianchi in numero superiore a 25.000 per mm3.

Precedente splenectomia.

Disturbi della coagulazione.


AVVERTENZE E PRECAUZIONI D'USO


Cosa serve sapere prima di prendere Uvadex?


UVADEX deve essere utilizzato solo da medici in possesso di competenze specialistiche nella diagnosi e nel trattamento del linfoma cutaneo a cellule T, di una formazione specifica e di esperienza con il Sistema di Fotoferesi THERAKOS CELLEX. La terapia con psoralene e irradiazione ultravioletta deve svolgersi sotto la supervisione costante di un medico con questo tipo di formazione ed esperienza. I pazienti devono essere pienamente informati dal medico in merito ai possibili rischi di danni oculari derivanti da questa terapia. UVADEX deve essere utilizzato esclusivamente ex vivo per somministrazione diretta nella sacca di fotoattivazione. Nell'eventualità di un danneggiamento imprevisto del sangue durante la procedura (es. allarme acustico > 43° C) il sangue va reinfuso nel paziente solo in assenza di emolisi.

Contraccettivi: i soggetti di ambo i sessi, sottoposti a trattamento con UVADEX, devono adottare adeguate precauzioni contraccettive durante e dopo la terapia di fotoferesi.

Catarattogenicità: l'esposizione a dosi elevate di raggi UVA causa la cataratta negli animali, un effetto peraltro aumentato dalla somministrazione di metoxsalene per via orale. Dato che la concentrazione di metoxsalene nel cristallino umano è proporzionale a quella sierica, essa sarà sostanzialmente inferiore con il trattamento con metoxsalene ex vivo (con UVADEX) rispetto a quella riscontrata in seguito alla somministrazione orale. Tuttavia, se il cristallino viene esposto ai raggi UVA mentre il metoxsalene è presente su di esso, l'azione fotochimica può provocare un legame irreversibile del metoxsalene con le proteine e con il DNA del cristallino. Perciò si devono proteggere gli occhi dei pazienti dai raggi UVA con occhiali oscurati, resistenti ai raggi UVA, durante il ciclo di trattamento e nelle 24 ore successive.

Effetti indesiderati cutanei: a seguito della somministrazione orale di psoralene, con concentrazioni sieriche che possono superare i 200 ng/ml, l'esposizione alla luce solare o alle radiazioni ultraviolette (anche attraverso vetri) può provocare ustioni gravi e, a lungo termine, l'“invecchiamento precoce“ della pelle. L'uso extracorporeo di UVADEX comporta un'esposizione sistemica al metoxsalene notevolmente inferiore (più dell'80% dei campioni di sangue raccolti a 30 minuti dalla reinfusione del buffy coat fotoattivato presentava livelli di metoxsalene < 10 ng/ml e la concentrazione plasmatica media del metoxsalene era di circa 25 ng/ml). Tuttavia non è stata eseguita un'indagine sistematica sull'entità della tossicità correlata a tali livelli. In ogni caso, a titolo precauzionale, i pazienti devono evitare l'esposizione alla luce solare nelle 24 ore successive al trattamento di fotoferesi.

La valutazione del coinvolgimento cutaneo potrebbe essere influenzata da una recente esposizione solare da parte del paziente.

Insufficienza renale: nonostante vari soggetti che hanno subito un trapianto di rene con ridotta funzionalità renale siano stati sottoposti al trattamento di fotoferesi utilizzando UVADEX, le informazioni relative all'uso di UVADEX in pazienti affetti da insufficienza renale sono scarse. Nel trattamento di fotoferesi di questo numero limitato di pazienti non sono state adottate particolari precauzioni, quali riduzione della dose o prolungamento della protezione dai raggi UV e le procedure si sono dimostrate efficaci e ben tollerate.

Insufficienza epatica: non sono disponibili informazioni specifiche relative all'utilizzo della fotoferesi tramite il sistema UVADEX in pazienti affetti da insufficienza epatica. Poiché la biotrasformazione epatica è necessaria all'escrezione urinaria, è possibile che l'insufficienza epatica prolunghi l'emivita del metoxsalene. Ciò può causare un prolungamento della fotosensibilità e richiedere una protezione continua contro l'esposizione alla luce solare che superi le 24 ore successive al trattamento di fotoferesi. Prima di iniziare la procedura occorre soppesare i potenziali benefici e i possibili rischi del trattamento di fotoferesi.

Popolazione pediatrica: UVADEX non è clinicamente valutato nei bambini.

Tasso alcolico: Il medicinale contiene piccole quantità del 5% (v/v) di etanolo e ogni dose (volume massimo 5,6 ml) contiene fino a 217 mg di alcol (etanolo), che equivale a 3,1 mg/kg per dose da 5,6 ml. La quantità in una dose da 5,6 ml di questo medicinale equivale a meno di 6 ml di birra o 3 ml di vino. Con un'aspettativa di esposizione sistemica di somministrazione extracorporea che si prevede bassa e pur non essendo evidente un effetto clinico, comunque, il prescrivente deve essere consapevole dei potenziali effetti di altri medicinali e si raccomanda estrema cautela in malattie epatiche, alcolismo, epilessia, danni o malattie cerebrali.

Contenuto di sodio: UVADEX contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose somministrata (volume massimo di 5,6 ml).


INTERAZIONI


Quali farmaci, principi attivi o alimenti possono interagire con l'effetto di Uvadex?


Sebbene si sia dimostrato che il metoxsalene è in grado di provocare l'induzione e l'inibizione degli enzimi epatici, sembra che nell'uomo esso agisca principalmente come potente inibitore dei processi metabolici ossidativi microsomiali epatici, compresi CYP1A2, 2A6 e 2B1. Si prevedono quindi interazioni tra il metoxsalene e altri medicinali il cui metabolismo coinvolge il sistema epatico del citocromo P450. La riduzione di caffeina e antipirina appare sostanziale dopo il trattamento con metoxsalene. Perciò, il consumo di ulteriori substrati di P450 può risultare in un'estensione dell'emivita del metoxsalene, in un prolungamento della fotosensibilità richiedendo una protezione continua contro l'esposizione alla luce solare che superi le 24 ore successive al trattamento di fotoferesi.

Gli studi condotti hanno dimostrato che il metoxsalene riduce inoltre l'attivazione metabolica del paracetamolo negli animali e nell'uomo, probabilmente in conseguenza all'inibizione associata al metoxsalene della trasformazione ossidativa epatica del paracetamolo da parte del citocromo P450.

Una relazione descrive un paziente epilettico affetto da psoriasi nel quale la somministrazione di fenitoina ha indotto un incremento del metabolismo del metoxsalene, con conseguente riduzione dei livelli del farmaco e insuccesso della terapia PUVA. La sostituzione della fenitoina con il valproato ha determinato un incremento triplo o quadruplo del livello di metoxsalene, ottenendo il range terapeutico presunto.

Nel sangue di solito il metoxsalene è fortemente legato all'albumina tuttavia può variare a causa di vari medicinali, quali il dicumarolo, la prometazina e la tolbutamide. In quanto derivato della cumarina, è ipotizzabile che il metoxsalene si leghi al sito del warfarin sull'albumina, con conseguenze che possono risultare significative dal punto di vista clinico in caso di somministrazione congiunta dei due medicinali. Tuttavia, tra i medicinali oggetto di studio solo la tolbutamide in concentrazioni terapeutiche risulta far variare il metoxsalene dal suo sito di legame in modo clinicamente significativo. L'uso concomitante di metoxsalene e tolbutamide può di conseguenza produrre un aumento della fotosensibilità.

I pazienti sottoposti a terapia concomitante (trattamento topico o sistemico) con noti agenti fotosensibilizzanti devono pertanto essere oggetto di particolare attenzione. Tali agenti comprendono fluorochinoloni, furosemide, acido nalidixico, fenotiazine, retinoidi, sulfonamidi, sulfoniluree, tetracicline e tiazidi.


SOVRADOSAGGIO


Cosa fare se avete preso una dose eccessiva di Uvadex?


La sperimentazione acuta sugli animali mostra ampi margini di sicurezza e le probabilità che possano verificarsi pericolosi casi di sovradosaggio sono estremamente ridotte.

Non si ha notizia di casi di sovradosaggio da UVADEX negli esseri umani, tuttavia la letteratura medica riporta un caso di sovradosaggio da metoxsalene somministrato per via orale. Una donna di 25 anni aveva ingerito una dose equivalente a circa 85 mg/kg di peso corporeo (cioè circa 140 volte la dose terapeutica del metoxsalene orale). I principali sintomi di intossicazione riscontrati sono stati nausea, vomito e capogiri. La paziente, che è stata ricoverata in una stanza buia tenendo sotto controllo le funzioni cardiovascolari, si è ripresa senza conseguenze ed è stata dimessa dall'ospedale dopo 36 ore.

In caso di sovradosaggio da metoxsalene il paziente deve essere tenuto in una stanza oscurata per almeno 24 ore.

Lo strumento THERAKOS CELLEX è stato realizzato in modo da erogare il livello ottimale di radiazioni UVA sulla frazione ematica arricchita di leucociti impostando il tempo di esposizione agli UVA a 1,5 ore a fine raccolta. Qualora la sovraesposizione della frazione ematica arricchita di leucociti alle radiazioni UVA superi i 30 minuti, le cellule fotoattivate non devono essere reinfuse nel paziente.


GRAVIDANZA E ALLATTAMENTO


E' possibile prendere Uvadex durante la gravidanza e l'allattamento?


Contraccettivi: i soggetti di ambo i sessi sottoposti a trattamento con UVADEX, devono adottare adeguate precauzioni contraccettive durante e dopo la terapia di fotoferesi.

Gravidanza

Nonostante l'uso di UVADEX in gravidanza non sia stato in alcun modo sperimentato sugli esseri umani, i dati raccolti dagli studi sugli animali indicano che il metoxsalene può provocare danni al feto se somministrato a donne incinte. UVADEX è quindi controindicato per le donne incinte o in procinto di concepire un figlio (vedere paragrafo 4.3).

Allattamento

Non è noto se il metoxsalene sia espulso dal latte materno. Perciò, tenendo anche conto delle proprietà farmacodinamiche di UVADEX, l'allattamento è controindicato.

Fertilità

Non sono stati condotti studi sulla fertilità per verificare la tossicità riproduttiva di UVADEX.


GUIDA DI VEICOLI E USO DI MACCHINARI


Effetti di Uvadex sulla capacità di guidare veicoli e sull'uso di macchinari


A causa della possibile instabilità cardiovascolare transitoria e data la raccomandazione ai pazienti di indossare occhiali da sole a seguito della terapia, il trattamento di fotoferesi mediante UVADEX può produrre effetti indesiderati di entità minima o moderata. Si consiglia quindi ai pazienti di non guidare o manovrare macchinari subito dopo la fotoferesi.


PRINCIPIO ATTIVO


Un ml di soluzione contiene 20 microgrammi di metoxsalene.

Un flaconcino da 10 ml contiene 200 microgrammi di metoxsalene.

Eccipienti con effetti noti

Il prodotto contiene il 5% (v/v)di etanolo e ogni dose contiene fino a 217 mg di alcol. Il prodotto contiene meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose somministrata (volume massimo 5,6 ml).

Per l'elenco completo degli eccipienti, vedere paragrafo 6.1.


ECCIPIENTI


Etanolo al 95%

Propilenglicole

Acido acetico glaciale

Sodio acetato triidrato

Sodio cloruro

Sodio idrossido

Acqua per preparazioni iniettabili


SCADENZA E CONSERVAZIONE


Scadenza: 36 mesi

Non conservare a temperatura superiore ai 25°C.


NATURA E CONTENUTO DEL CONTENITORE


UVADEX è contenuto in flaconcini di vetro ambrato (tipo 1) con tappo laminato (gomma butilica laminata con un film di polimeri di fluorocarbonato), chiuso con cappuccio"flip-off" di alluminio. Formato confezione: 12x10 ml.

Data ultimo aggiornamento: 25/03/2024

Nota: Nel contenuto della scheda possono essere presenti dei riferimenti a paragrafi non riportati.

Fonte: CODIFA - L'informatore farmaceutico



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