15 aprile 2021
Aggiornamenti e focus
Stop precauzionale al vaccino Johnson & Johnson
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Mentre arrivano in Italia le prime dosi del vaccino Janssen della Johnson & Johnson, negli Usa ne viene chiesta la sospensione. La Food and Drug Administration (Fda) ha chiesto di fermare le somministrazioni con effetto immediato.
La decisione si deve alle reazioni di sei donne di età compresa tra i 18 e i 48 anni nelle due settimane successive al vaccino: hanno sviluppato una rara malattia legata ai coaguli di sangue. Una delle sei donne è morta, un'altra è in condizioni critiche. Negli Usa hanno ricevuto l'unica dose del vaccino Johnson & Johnson 6,8 milioni di persone, e altre 9 milioni di dosi sono già state inviate ai diversi Stati. La nota di Centers for disease control (Cdc) e Fda spiega che le due autorità stanno studiando i sei casi, «estremamente rari»: non è ancora certo, al momento, un legame causale tra la somministrazione del vaccino e lo sviluppo della rara malattia. La sospensione — spiega Fda — rimarrà in vigore finché l'analisi di Fda e Cdc non sarà terminata. L'analisi — secondo quanto anticipato dal New York Times — potrebbe portare a una limitazione dell'uso del vaccino, ad esempio per alcune fasce di età. Nel frattempo, la Fda e i Cdc suggeriscono di contattare il proprio medico a chi abbia ricevuto il vaccino e sviluppi, entro tre settimane dall'iniezione, alcuni sintomi (come «forte mal di testa, dolore addominale o alle gambe, difficoltà a respirare). «Normalmente, il trattamento dei casi di coagulazione avviene attraverso anticoagulanti come l'eparina», si legge nella nota. «In questo caso, l'eparina può essere pericolosa. Il trattamento di questo specifico tipo di trombosi è diverso rispetto a quello delle trombosi normali». Johnson & Johnson ha commentato dicendo che «non sono al momento stabiliti legami causali tra» il nostro vaccino e questi rari eventi tromboembolici.
A seguito del provvedimento J&J ha annunciato la decisione "di ritardare in modo proattivo" il lancio del suo vaccino contro il covid in Europa alla luce della decisione della Fda di sospendere l'utilizzo del preparato del gruppo negli Stati Uniti dopo che sono stati riportati alcuni casi di trombosi. In un comunicato il gruppo americano indica che sta esaminando questi casi con le autorità sanitarie europee" e che sta lavorando "a stretto contatto con esperti medici e autorità sanitarie". J&J aggiunge inoltre di sostenere "fortemente la comunicazione aperta di queste informazioni agli operatori sanitari e al pubblico".
I vaccini in Italia
Proprio oggi il vaccino Johnson & Johnson è arrivato in Italia dopo essere stato approvato dall'agenzia per il farmaco europea (Ema) e da quella italiana (Aifa). Insieme agli arrivi del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca, quelli di Johnson & Johnson - secondo una nota del governo - dovrebbero contribuire in modo significativo al raggiungimento del target della campagna a livello nazionale. «Sono 180mila le dosi come primo carico del siero monodose, aveva annunciato in una nota il commissario all'emergenza Francesco Figliuolo. Per quest'ultimo vaccino - somministrabile in un'unica soluzione - si tratta del primo approvvigionamento in assoluto per l'Italia». Ora bisogna attendere i prossimi sviluppi.
AIFA autorizza vaccino Johnson&Johnson
In marzo AIFA ha autorizzato il vaccino Janssen di Johnson&Johnson specificando che "COVID-19 Vaccine Janssen è un vaccino usato per prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. Il vaccino induce il sistema immunitario a produrre anticorpi e globuli bianchi specializzati che agiscono contro il virus, offrendo protezione contro la malattia. È un vaccino monovalente composto da un vettore ricombinante basato su adenovirus umano di tipo 26 incompetente per la replicazione, che codifica per la sequenza completa della glicoproteina spike (S) di SARS-CoV-2 in una conformazione stabilizzata. Dopo la somministrazione, la glicoproteina S di SARS-CoV-2 viene espressa in maniera transitoria, stimolando sia anticorpi anti-S neutralizzanti che altri anticorpi specifici anti-S funzionali, così come risposte immunitarie cellulari dirette contro l'antigene S, che possono contribuire a proteggere contro COVID-19".
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Rara malattia del coagulo del sangue
La decisione si deve alle reazioni di sei donne di età compresa tra i 18 e i 48 anni nelle due settimane successive al vaccino: hanno sviluppato una rara malattia legata ai coaguli di sangue. Una delle sei donne è morta, un'altra è in condizioni critiche. Negli Usa hanno ricevuto l'unica dose del vaccino Johnson & Johnson 6,8 milioni di persone, e altre 9 milioni di dosi sono già state inviate ai diversi Stati. La nota di Centers for disease control (Cdc) e Fda spiega che le due autorità stanno studiando i sei casi, «estremamente rari»: non è ancora certo, al momento, un legame causale tra la somministrazione del vaccino e lo sviluppo della rara malattia. La sospensione — spiega Fda — rimarrà in vigore finché l'analisi di Fda e Cdc non sarà terminata. L'analisi — secondo quanto anticipato dal New York Times — potrebbe portare a una limitazione dell'uso del vaccino, ad esempio per alcune fasce di età. Nel frattempo, la Fda e i Cdc suggeriscono di contattare il proprio medico a chi abbia ricevuto il vaccino e sviluppi, entro tre settimane dall'iniezione, alcuni sintomi (come «forte mal di testa, dolore addominale o alle gambe, difficoltà a respirare). «Normalmente, il trattamento dei casi di coagulazione avviene attraverso anticoagulanti come l'eparina», si legge nella nota. «In questo caso, l'eparina può essere pericolosa. Il trattamento di questo specifico tipo di trombosi è diverso rispetto a quello delle trombosi normali». Johnson & Johnson ha commentato dicendo che «non sono al momento stabiliti legami causali tra» il nostro vaccino e questi rari eventi tromboembolici.
Sospeso vaccino Johnson & Johnson
A seguito del provvedimento J&J ha annunciato la decisione "di ritardare in modo proattivo" il lancio del suo vaccino contro il covid in Europa alla luce della decisione della Fda di sospendere l'utilizzo del preparato del gruppo negli Stati Uniti dopo che sono stati riportati alcuni casi di trombosi. In un comunicato il gruppo americano indica che sta esaminando questi casi con le autorità sanitarie europee" e che sta lavorando "a stretto contatto con esperti medici e autorità sanitarie". J&J aggiunge inoltre di sostenere "fortemente la comunicazione aperta di queste informazioni agli operatori sanitari e al pubblico".
I vaccini in Italia
Proprio oggi il vaccino Johnson & Johnson è arrivato in Italia dopo essere stato approvato dall'agenzia per il farmaco europea (Ema) e da quella italiana (Aifa). Insieme agli arrivi del vaccino Vaxzevria di AstraZeneca, quelli di Johnson & Johnson - secondo una nota del governo - dovrebbero contribuire in modo significativo al raggiungimento del target della campagna a livello nazionale. «Sono 180mila le dosi come primo carico del siero monodose, aveva annunciato in una nota il commissario all'emergenza Francesco Figliuolo. Per quest'ultimo vaccino - somministrabile in un'unica soluzione - si tratta del primo approvvigionamento in assoluto per l'Italia». Ora bisogna attendere i prossimi sviluppi.
AIFA autorizza vaccino Johnson&Johnson
In marzo AIFA ha autorizzato il vaccino Janssen di Johnson&Johnson specificando che "COVID-19 Vaccine Janssen è un vaccino usato per prevenire la malattia da coronavirus 2019 (COVID-19) nelle persone di età pari o superiore a 18 anni. Il vaccino induce il sistema immunitario a produrre anticorpi e globuli bianchi specializzati che agiscono contro il virus, offrendo protezione contro la malattia. È un vaccino monovalente composto da un vettore ricombinante basato su adenovirus umano di tipo 26 incompetente per la replicazione, che codifica per la sequenza completa della glicoproteina spike (S) di SARS-CoV-2 in una conformazione stabilizzata. Dopo la somministrazione, la glicoproteina S di SARS-CoV-2 viene espressa in maniera transitoria, stimolando sia anticorpi anti-S neutralizzanti che altri anticorpi specifici anti-S funzionali, così come risposte immunitarie cellulari dirette contro l'antigene S, che possono contribuire a proteggere contro COVID-19".
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