14 febbraio 2022
Mia figlia non parla a scuola
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27 gennaio 2022
Mia figlia non parla a scuola
Le maestre di mia figlia (6anni) non riescono farla parlare ad alta voce a scuola. Invece a casa parla e fa di tutto. Cosa mi consigliate di fare. GrazieRisposta del 14 febbraio 2022
Risposta a cura di:
Dott. EMIDIO TRIBULATO
Nel mutismo selettivo il bambino riesce a parlare e comunicare solo in certi ambienti e con certe persone, ma non riesce a fare lo stesso in altri ambienti e con altre persone. Ad esempio, egli riesce a parlare nella sua casa, ma non fuori di essa. Riesce a parlare con i familiari, ma non con gli estranei; con i compagni di classe, ma non con la maestra; con tutte le maestre, tranne che con una. Anche se il fatto di parlare in casa ma non fuori casa, dà l’idea di uno spazio fisico, in realtà si tratta sempre di spazi psicologici, che il bambino è riuscito o non è riuscito ancora a conquistare.
Per capire il mutismo selettivo, dobbiamo immaginare graficamente la conquista della comunicazione sociale, come a dei cerchi concentrici. Nel primo, quello più interno, vi è la figura della madre e del padre. Se con queste basilari figure il bambino riesce a ben relazionarsi, egli acquisterà la forza e la fiducia necessarie ad aprirsi anche nei confronti dei nonni, e poi progressivamente dei fratelli e delle sorelle. In seguito cercherà di ben relazionarsi con gli altri familiari; poi sarà la volta di qualche compagnetto con il quale si è stabilito da tempo un buon rapporto e, solo alla fine di un percorso di maturazione, sarà capace di affrontare la relazione anche con gli estranei. Ogni legame di fiducia che egli riesce a ben instaurare, è una conquista, ma è anche una solida base di partenza per andare oltre, per conquistare il successivo livello sociale e comunicativo. Più il bambino è ansioso, timido, psicologicamente disturbato, più rimane ancorato a dei livelli inferiori di sviluppo, che gli impediscono di conquistare nuovi ambienti comunicativi e sociali. Quando sono presenti queste difficoltà comunicative è fondamentale creare attorno al bambino un ambiente sereno e gioioso, così che si trovi a proprio agio sia in famiglia sia a scuola. Contemporaneamente è bene evitare di pressare il bambino al fine di spingerlo o peggio costringerlo alla comunicazione, giacché questa violenza non farà altro che peggiorare il suo già cattivo rapporto con la realtà esterna a lui. Nell’ambito della classe è bene che egli, inizialmente, entri in relazione con un solo coetaneo da lui scelto e con il quale vi è affinità di carattere e con il quale egli può stabilire o si sono già stabilite, una qualche comunicazione ed intesa anche non verbale. Cordiali saluti
Dott. Emidio Tribulato
Neuropsichiatria infantile
Psicologia clinica
Specialista in Neuropsichiatria infantile
Specialista in Psichiatria
Messina (ME)
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