02 febbraio 2011
Interviste
Influenza intestinale? No, gastroenterite virale
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di Simona Zazzetta
Periodo di influenza, soprattutto per chi non si è vaccinato a inizio stagione. E ai virus influenzali, che colpiscono con raffreddore, tosse, bronchite e febbre, si aggiungono anche quelli che colpiscono stomaco e intestino. Per questo motivo spesso si tende a parlare di influenza intestinale, ma è proprio così? Dica33 lo ha chiesto a Nicola Caporaso, ordinario di Gastroenterologia e direttore della Scuola di specializzazione in gastroenterologia dell'Università di Napoli Federico II
Professor Caporaso, si può parlare di influenza intestinale?
No, non è una definizione corretta. Durante la stagione influenzale spesso si parla impropriamente di influenza intestinale o di forma intestinale dell'influenza. Va, invece, distinta la classica influenza causata da virus che colpiscono prettamente le vie respiratorie, dalle infezioni intestinali dovute, invece, a virus che colpiscono stomaco e intestino provocando vomito e diarrea. In questi casi si parla di gastroenteriti virali provocate da virus come Rotavirus, che colpisce soprattutto i bambini nei primi anni di vita, Calicivirus, Adenovirus enterico e Astrovirus.
Quindi, se durante un'influenza, compaiono i sintomi intestinali significa che c'è un'infezione da virus intestinale?
Non è detto. I virus intestinali hanno una stagionalità uguale a quella dei virus influenzali e questo spiega perchè compaiono nello stesso periodo e quindi possono essere confusi. Se c'è un interessamento intestinale durante l'influenza può essere anche dovuto all'uso di farmaci. Le gastroenteriti, peraltro, si verificano anche durante l'estate, ma in quei casi la causa è più spesso associata a infezione batterica o tossinfezione alimentare.
Per prevenire l'influenza ci si vaccina, è possibile farlo anche contro i virus gastrointestinali?
Esiste un vaccino specifico che previene soltanto l'infezione da Rotavirus, ma ha delle indicazioni specifiche e non è tra i vaccini raccomandati per tutti. Riguarda per lo più i soggetti per i quali le conseguenze di questa infezione, soprattutto nell'infanzia, possono essere gravi.
Come proteggersi, dunque?
La gastroenterite virale si contrae facilmente, bevendo bevande contaminate o attraverso il contatto con soggetti colpiti, superfici o oggetti infetti. È quindi molto importante lavarsi le mani quando si ha a che fare con pazienti, o anche dopo il cambio del pannolino dei bambini, e disinfettare le superfici. Il contagio - da individuo infetto a soggetto sano - può essere diretto ma anche per via orofecale, e le mani, quindi, rappresentano un veicolo di trasmissione di infezione importante.
Come va affrontata?
Queste infezioni si risolvono spontaneamente entro pochi giorni, da 1 a 7 circa, e la terapia consiste fondamentalmente nel gestire i sintomi, vale a dire febbre, malessere generale, diarrea, e il rischio di disidratazione importante del paziente, soprattutto se si tratta di un bambino o di una persona anziana. Il vomito, la febbre e la diarrea fanno perdere al malato molti liquidi ed elettroliti, quindi, fondamentalmente, bisogna idratarlo facendolo bere molto. Ma questo può essere un problema, perché, per esempio, con la nausea si beve meno. Quindi quando compaiono segni di disidratazione come sete, urine scarse e concentrate ed astenia, e in ogni caso nei bambini e negli anziani, va consultato il medico. Nei soggetti più vulnerabili può essere necessario avviare somministrazione di liquidi tramite flebo se non anche il ricovero in ospedale, nei casi più severi.
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